L'ESORCISTA: LA GENESI
di Renny Harlin
Con: Stellan Skarsgard, Izabella Scorupco, James D'Arcy

di Riccardo FASSONE

 

Progetto affidato in origine a Paul Schrader che, a riprese praticamente concluse, si è visto licenziare perché definito “poco Hollywoodiano”, questo L'ESORCISTA: LA GENESI, che in definitiva porta la firma di Renny Harlin, a partire da questo macroscopico barcollamento iniziale tradisce senza scampo la propria natura di film “alimentare”. Il prequel del capolavoro di Friedkin, quarto in ordine di uscita della saga, racconta del primo esorcismo di padre Merrin, convocato in veste di archeologo presso uno scavo in Africa, ma costretto a vestire l'abito talare per scacciare il consueto demone di diretta filiazione luciferina che si scatena in una chiesa sotterranea (?) di epoca bizantina (??) ritrovata in Kenya (???). Mettiamo subito le carte in tavola: per me come per tanti altri L'ESORCISTA non avrebbe dovuto avere seguiti di alcun tipo. Il furore iconoclasta dell'opera di Friedkin avrebbe dovuto rimanere sospeso al termine del primo film, il senso di opprimente ineluttabilità, di anti-trascendenza, la rappresentazione fedele, per quanto si può immaginare, dell'alito demoniaco avrebbe conservato il proprio significato se il significante fosse stato uno ed uno soltanto. Così non è stato e ci siamo sorbiti due film che facevano la spola tra l'appena sufficiente (quello di Boorman) ed il discreto (quello, ignorante ma sincero, di Blatty) e che, al di là del valore cinematografico, ridimensionavano senza possibilità di appello la carica esoterica del capostipite. Se si fa eccezione per qualche passabile intuizione scenografica (la già citata chiesa sotterranea), questo prequel fallisce anche laddove Boorman e Blatty avevano tutto sommato fatto centro e cioè nell'utilizzare la figura demoniaca a fini di purissima horror exploitation, sfruttandone i debordanti aspetti archetipi e mettendoli al servizio della riuscita del film in termini di efficacia. Perchè, detto tra noi, questo L'ESORCISTA: LA GENESI oltre ad essere brutto in termini pressoché oggettivi, non riesce nemmeno nell'intento, tutto sommato abbordabile, di spaventare lo spettatore, così che, in epoca di finestre che sbattono e gimmick assortiti, al termine del film non si è nemmeno raggiunto il minimo sindacale di salti sulla poltrona. Facezie a parte, questo quarto esorcista è un film pasticciato e grossolano, con una sceneggiatura passabile ed una regia da dilettanti allo sbaraglio, affossato definitivamente da un finale che sembra avere ambizioni moraleggianti (Merrin è perseguitato dai ricordi delle brutalità naziste) e che, invece, va a parare in un proverbiale scontro tra bene e male tra i più improbabili e privi di pathos che si ricordino. Peccato davvero, perché con le possibilità in termini di sviluppo tematico offerte dall'ambientazione “esotica” si sarebbe potuto fare un bel film, ed invece Harlin si azzarda appena a mettere in scena un patetico “esorcismo” africano ed uno scontro tra coloni ed indigeni che per un attimo pare assumere le sembianze della favoletta antirazzista ma che, fortunatamente, naufraga ancor prima di entrare nel vivo. Orrendi, spiace dirlo visto che pare siano italiani, gli effetti di computer grafica. Film brutto senza appello, ma tanto nella storia del cinema alternativa (ovvero il migliore dei mondi possibili), L'ESORCISTA non ha seguiti.
 

Voto 14/30

10:12:04


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