l'acchiappasogni
di Lawrence Kasdan
con Morgan Freeman, Tom Sizemore


Dall'omonimo romanzo di Stephen King. Henry, Jonesy, Pete e Beaver, quattro giovani uomini legati da un profondo sentimento d'amicizia sin dall'infanzia, condividono straordinarie capacità telepatiche e di preveggenza ma anche un comune destino di infelicità e malessere esistenziale (Jonesy si salva miracolosamente da un tentativo di suicidio). Durante l'annuale incontro di caccia al cervo in una baita in mezzo ai boschi del Maine, i quattro cercano un po' di serenità cazzeggiando come degli adolescenti e lasciandosi andare ai ricordi (in particolare all'evento che ha cambiato il destino di tutti, l'incontro con uno strano ragazzino dotato di poteri paranormali di nome Duddits), ignari del fatto che un terribile morbo sta cominciando a diffondersi nella foresta intorno alla baita. L'arrivo in zona di voracissimi vermoni parassiti (che non vedono l'ora di fuoriuscire dall'orifizio posteriore dello sventurato di turno) e di uno squadrone dell'esercito specializzato nella disinfestazione dagli E.T, non fanno presagire nulla di buono circa il regolare proseguo della battuta di caccia. Fanta-horror dai risvolti demenziali che punta sullo spiazzamento dello spettatore con continui colpi di scena e cambiamenti di registro. Forse un Tim Burton d'annata avrebbe potuto trasformare questa acozzaglia di triti temi kinghiani (il romanzo a suo tempo era stato accolto freddamente dai fedeli lettori dello scrittore americano, accusato di auto-citarsi in più di qualche occasione) in qualcosa dotato di spessore. Kasdan (ormai è un classico il suo GRANDE FREDDO) dirige e sceneggia (insieme a William Goldman) con attenzione ai dettagli e solido mestiere nella confezione ma imprevedibilità e spregiudicato humor nero possono rivelarsi armi a doppio taglio se non si sa osare fino in fondo. E così la storia di questo gruppo di amici d'infanzia catapultati loro malgrado ai confini della realtà (e che nella baita del Maine si comportano come quegli studenti universitari sfaccendati in perenne fuoricorso che si vedono nei film italiani) finisce con il trasformarsi in un cartone animato in cui tutto è ammesso, con la conseguenza che la tensione narrativa (che dovrebbe raggiungere il top nel finale) va a farsi friggere. Una curiosità sul tormentone che ricorre tra i membri del gruppo: SSDD (stesso schifo, data diversa) nella versione inglese faceva "Same Shit Different Day", mentre nel romanzo era stato tradotto malamente con SMAG, "Stessa Merda Altro Giorno".

 

 

Link: http://www.warnerbros.it/movies/dreamcatcher/

Voto: 21/30

Loris SERAFINO
16 - 04 - 03


::: altre recensioni :::