da 63ma mostra del cinema di venezia

CUORI

di Alain Resnais
Con Michael Sheen, Helen Mirren

leone d'argento per la miglior regia

di Marco GROSOLI

 

Un grigio impiegato immobiliare che non riesce a trovare la casa per una coppia in via di sfacelo tenta vanamente di approcciare una cattolicissima collega che gli dà videocassette con cattolicissime trasmissioni televisive che a un certo punto finiscono e diventano film porno. La medesima cattolicissima signora fa da badante a un ferocissimo vecchietto a cui fa prendere un colpo mediante, ovviamente, uno spettacolino a luci rosse.
Come da migliore tradizione dell'ultimo Resnais, tutti questi e altri personaggi sono inestricabilmente intrecciati da relazioni più o meno casuali. Il gioco di ultrateatralizzare un plot fino a farne una grafica astratta di rapporti e di relazioni, come già in altre opere del Maestro si accompagna all'astrazione scheletrica dello spazio, alla scomposizione rigida, spigolosa degli elementi in gioco. Questo per dar vita al paradosso (cattolicissimo) di uno spazio che, come e più di un Inferno rovente, divide e separa gli esseri umani, ma perversamente li riunisce.
Il film amministra un'autopsia freddissima dello spettacolo, che si spinge al di là del suo estremo, che sarebbe il Porno in quanto spazializzazione di ciò che eccede lo spazio, solo per arrivare alle due incredibili scene di tenerezza finale, in cui la sorella, maturata con la propria uguale e contraria esperienza negativa, riabbraccia il fratello "porcone" (quello allupato dalle vhs della collega) dopo averlo odiato quando lo aveva colto in fragrante. O quando l'ambigua impiegata/badante prende la mano del figlio del vecchiaccio da cui lo ha "liberato" e si mette a nevicare dentro casa: quella stesse neve che ha dato corpo alle mille dissolvenze che nel film marcavano il passaggio da un blocco-scena a un altro. L'agente della separazione è lo stesso della ricongiunzione, e Resnais, tra i maggiori teorici del montaggio del dopoguerra, non può che saperlo. La sua regia a blocchi, fatta fra l'altro anche di nette cesure a livello scenografico, riesce nel miracolo di fare della tenerezza una questione di spazi e non di psicologia. E così, l'occhio di Dio che scruta il set dall'alto può dolcemente planare sulla terra e scoprirsi blocco tra i blocchi, in barba a Von Trier (o Haneke) che rigettando i blocchi resnaisiani si finge Dio per giocare a nascondino con gli spettatori una partita che è già scritta in partenza.

 

Voto: 28/30

02:09:2006

 

Tutte le recensioni di Venezia 2006

PRIVATE FEARS IN PUBLIC PLACES

aka Petites peurs partagées
Francia 2006, durata 123'

Regia: Alain Resnais
Data uscita in Italia: 01:12:2006
Genere: Drammatico