Cuore sacro

di Ferzan Ozpetek
Con: Barbora Bobulova, Lisa Gastoni,

Andrea Di Stefano, Massimo Poggio

di Lucia LOMBARDI

 

L'ultimo lavoro cinematografico di Ferzan Ozpetek è una sorta di sincretica restituzione mistica di una interiorità a cavallo tra egoismo contemporaneo e altruismo: una giovane e rampante manager romana (Barbara Bobulova) si ritrova a fare i conti con se stessa, con il suo passato, e con il fantasma della figura materna - di cui le è stato taciuto tutto a causa della sua originalità e sensibilità, che la rendevano il personaggio scomodo della famiglia.

Il film nel suo svolgersi risulta a tratti teatrale in particolar modo nella scelta luministica, ricca di forti contrasti tra chiari e scuri, mentre la musica di Andrea Guerra suscita improvvisi colpi adrenalinici; scene fortemente estetizzanti si rintracciano nelle sequenze ambientate nell’intatta camera da letto della madre di Irene scoperta nell’antico palazzo di famiglia, che diviene lentamente un luogo-guscio entro cui sentirsi accolti, protetti, condotti, come nel ventre materno. Sono molte le simbologie che Ozpetek attraverso la sua storia suscita nello spettatore. Alcune sequenze appaiono estremizzate, così come i comportamenti della protagonista, quasi a voler simboleggiare che nel paradosso albergano le verità più profonde, e da cui apprendiamo il seme da cui può germinare un mutamento fondamentale di rotta.
Il cast, ben armonizzato, apporta alla pellicola una alta qualità di interpretazione. Le inquadrature che investono i personaggi risultano indagatrici, perlustrano nell’intimità di un sentimento sprigionato dall’evolvere degli sguardi, e di nuove sensazioni. Nelle corde registiche di Ozpetek regna l’attenzione per il sentire umano, per gli incontri topici di cui la vita può arricchirsi, come quello che avviene tra Irene e Benny (Camille Dugay Comencini), una misteriosa bambina che insegnerà alla protagonista la gioia di vivere, ed il senso di carità...
Il regista indaga, mettendoli a nudo, alcuni aspetti della società contemporanea, immergendola nella poesia del sentimento quale unica soluzione di sopravvivenza.
Nei suoi film i personaggi percorrono sempre un iter catartico, un viaggio a ritroso del sé, come quello psicologico condotto della protagonista, esplicitato dal contesto icono-scenografico, nonché dalle luci e dai primissimi piani in cui la macchina da presa ne rinchiude i passaggi espressivi.
Il senso mistico che fa pulsare il “cuore sacro”, è ammantato di sincretismo religioso, di misticismo, in quanto vi sono una molteplicità di simbologie religiose provenienti da differenti fedi dell’area mediterranea, che mescolandosi in un tourbillon, conducono al cammino di esfoliazione dalle mediocrità di cui ogni giorno ci si veste, e di cui simbolicamente la protagonista, nei suoi eccessi, si vuole liberare. Attraverso l’estremizzazione psicologica, dei gesti di autopunizione la protagonista recupera il proprio equilibrio spesso in bilico nel misurarsi con le crescenti disparità sociali a cui solo se uniti ed aperti al prossimo si può far fronte!
 

Voto: 26/30

15:03:2005

CUORE SACRO

Regia: Ferzan Ozpetek
Anno: 2004
Nazione: Italia
Data uscita in Italia: 25:02:2005
Genere: Drammatico