CROSSFIRE - PYROKINESIS
di Shusuke Kanedo

Il rischio più grosso dei "fanta-horror" non è tanto quello di essere strettamente inverosimili - altrimenti il termine "fanta" non avrebbe senso - ma di non saper restituire quell'aura di mistero che è necessaria per la plausibilità narrativa del fantasy, e che soprattutto separa il paranormale dal ridicolo.
Che ciò non accada il questo CROSSFIRE è evidente quasi subito, nel momento in cui, all'improssivo, la protagonista del film (il cui dono è la "pyrokinesis", ovvero la capacità di muovere con il fuoco, anche se, in realtà, più giusto sarebbe parlare di capacità di dare fuoco alle cose col pensiero) rivela i proprii poteri. Ciò che conta non è l'estemporaneità dell'evento quanto il suo esser del tutto slegato da un contesto narrativo non adeguatamente predisposto. In altri termini: qui a Udine, l'anno scorso, abbiamo visto un grandissimo horror giapponese - THE RING - dove non era certo l'originalità della trama a spiccare, in tutto simile a molti college-scary-movie made in USA. La grandezza del film di Nakata era nella messa in scena, nel montaggio e soprattutto nel non detto (o non visto): qui si vede perfino troppo. E poi, come in
SPACE TRAVELERS, anche quest'altro prodotto nipponico sembra fondere i più arcigni luoghi comuni del cinema di genere (in questo caso serial killer ed annessi: respiro affannoso amplificato, soggettive con camera a mano, ecc.) senza un minimo di coerenza e rispetto. Ma se lì il tutto aveva per lo più fini parodistici, qui la ricerca di una seriosità, preclusa - per quanto si è detto - già a monte, fa pensare a quanto i giapponesi hanno saputo fare di più trash (le cose confluite da noi in mai dire banzai), ma privato perfino della consapevolezza di essere tale.

Voto: 18/30

Andrea DE CANDIDO
03 - 01 - 02


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