Francis
Ng, alla sua quarta apparizione sullo schermo del Teatro di Udine, sfrutta
appieno il suo lato comico nel ruolo del ricco e pedante patologo Keith
Ko che si imbatte nel cinico e caotico poliziotto underground Fred Cheung,
interpretato da Nick Cheung.
Benché sia scontato che nasca una complicità fra il poliziotto, ricercato
per un omicidio che non ha commesso, e il medico, che lo aiuta a risolvere
il caso e a fidanzarsi, nel complesso é un film che intrattiene bene.
Da un lato grazie all'interpretazione degli attori principali, in quanto
anche Nick Cheung convince nella parte dell'adorabile ma irascibile Fred,
almeno molto di più che con i rasta e gli occhialini da sole nel film
in costume "The Duel". Nella parte della decisa e indipendente barista
Ling si vede Stephanie Che, la quale, pur avendo un ruolo minore nel film
rispetto quelle di altre attrici di Hong Kong come Wang Fei che si atteggia
a snob semi-muta in "Okinawa Rendez-vous" oppure Cecilia Cheung ormai
supergettonata, è decisamente più credibile. Infine, il veterano del cinema
Ti Lung ha messo in luce con finezza particolare una vecchia tematica:
la corruzione tra i comandi di polizia; non tanto per la problematica
in sé quanto più per la motivazione che ne sta all'origine: non si tratta
infatti di invidie personali o di debiti di gioco. Ciò che spinge l'ispettore
a compiere intrighi e omicidi alla maniera delle triadi, è il pensiero
della perdita del figlio. La relazione fra adulto e bambino, violenza
e innocenza, già al centro, o in sottofondo, di molti altri film del festival,
viene quindi ripresa anche in questo film. La scenografia é ben studiata
anche se in alcuni punti sembra semplicemente seguire i movimenti degli
attori, d'altra parte ciò é un elemento che valorizza il genere d'azione
e che non a caso i cineasti di Hong Kong padroneggiano alla perfezione.
Voto: 25/30
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