CLEAN MY NAME, MR. CORONER!
di James Yuen

Francis Ng, alla sua quarta apparizione sullo schermo del Teatro di Udine, sfrutta appieno il suo lato comico nel ruolo del ricco e pedante patologo Keith Ko che si imbatte nel cinico e caotico poliziotto underground Fred Cheung, interpretato da Nick Cheung.
Benché sia scontato che nasca una complicità fra il poliziotto, ricercato per un omicidio che non ha commesso, e il medico, che lo aiuta a risolvere il caso e a fidanzarsi, nel complesso é un film che intrattiene bene. Da un lato grazie all'interpretazione degli attori principali, in quanto anche Nick Cheung convince nella parte dell'adorabile ma irascibile Fred, almeno molto di più che con i rasta e gli occhialini da sole nel film in costume "The Duel". Nella parte della decisa e indipendente barista Ling si vede Stephanie Che, la quale, pur avendo un ruolo minore nel film rispetto quelle di altre attrici di Hong Kong come Wang Fei che si atteggia a snob semi-muta in "Okinawa Rendez-vous" oppure Cecilia Cheung ormai supergettonata, è decisamente più credibile. Infine, il veterano del cinema Ti Lung ha messo in luce con finezza particolare una vecchia tematica: la corruzione tra i comandi di polizia; non tanto per la problematica in sé quanto più per la motivazione che ne sta all'origine: non si tratta infatti di invidie personali o di debiti di gioco. Ciò che spinge l'ispettore a compiere intrighi e omicidi alla maniera delle triadi, è il pensiero della perdita del figlio. La relazione fra adulto e bambino, violenza e innocenza, già al centro, o in sottofondo, di molti altri film del festival, viene quindi ripresa anche in questo film. La scenografia é ben studiata anche se in alcuni punti sembra semplicemente seguire i movimenti degli attori, d'altra parte ciò é un elemento che valorizza il genere d'azione e che non a caso i cineasti di Hong Kong padroneggiano alla perfezione.

Voto: 25/30

Daniela KAPPLER
04 - 01 - 02


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