Monsieur Ibrahim E I FIORI DEL CORANO
di François Dupeyron
Con: Omar Sharif, Pierre Boulanger

di Fabio SAJEVA

La fresca ed ingenua sessualità di un ragazzino è il mezzo attraverso il quale il regista ci introduce all’interno di un piccolo mondo simile ad una favola. Non ci sono altro che le colorite prostitute che popolano la strada di fronte, la piccola casa nella quale il padre del ragazzo torna solamente la sera dal lavoro trovando la cena pronta che il diligente figliolo prepara tutti i giorni. In questo microcosmo, il vero padre spirituale del nostro piccolo (ma bravissimo) protagonista, è Monsieur Ibrahim, l’arabo del negozio di generi alimentari che si trova dall’altra parte della strada. Il personaggio del negoziante sintetizza la sua saggezza in una battuta particolarmente divertente. Nella stradina stanno girando un film e la bellona di turno entra nella bottega a chiedere dell’acqua. L’arabo le chiede parecchi franchi al ché la ragazza dice: “Non sapevo che da voi l’acqua fosse una rarità!” ed il negoziante le risponde “No, sono le attrici, che sono una rarità”. Il musulmano diviene pian piano il punto di riferimento del giovane, soprattutto quando il padre di origine ebraica, di fronte a delle difficoltà, abbandona a sé stesso il figlio. Dopo aver conosciuto le gioie della sessualità, il giovane vende tutti i libri ebraici del padre per andare con le signorine che popolano la sua strada. Il sodalizio tra il vecchio (un eccezionale Omar Sharif) ed il neo Casanova, li porta all’acquisto di un auto sportiva ed alla partenza per la terra d’origine dell’arabo. Proiettato all’interno della sezione Fuori Concorso, il film viaggia intelligentemente su di un versante favolistico che altro non è che una maniera inventiva per introdurre senza troppi appesantimenti il tema della convivenza ed integrazione religiosa. Il giovane infatti, riceverà alla fine del suo percorso formativo, del quale fa parte il viaggio stesso, il libro del Corano, all’interno del quale troverà dei fiori secchi, emblema della mummificazione baziniana. Il viaggio è concluso, la crescita è avvenuta, il mondo si è schiuso agli occhi del ragazzo ed il suo sguardo si ferma sui fiori secchi del libro sacro. Il film nonostante la tematica particolarmente singolare e la capacità di trasportare con le simpatiche musiche che accompagnano l’iniziazione sessuale del ragazzo, non meraviglia né per una regia particolare, né per un discorso innovativo. Abbiamo capito, le religioni devono imparare a convivere!
 

Voto: 25/30

31.08.2003

 


::: altre recensioni :::