COMEUPPANCE
di Derek Chiu

Un film prodotto da Johnny To è qualcosa da non perdere per nessuna ragione al mondo, anche se proiettato in contemporanea con il titolo di maggior richiamo di una manifestazione dall'altissimo livello medio, come è a tutti gli effetti questa edizione del Filmfestspiele.
Anche se abbiamo la netta sensazione che la moda del cinema del Lontano Oriente derivi da una sorta di concessione non meditata alle voglie del pubblico, senza una "progettualità" interna. Diciamo questo perché convinti della necessità di limitare la quantità dei film di Corea e Hong Kong presentati da un paio di anni ai vari festival: non in quanto di discutibile qualità, ma proprio per l'opposto motivo e la impossibilità pratica a seguirli con l'attenzione che meritano.
Derek Chiu gira con la velocità tipica dei registi di Hong Kong, alternando intuizioni visive e comicità involontaria, ritmi accelerati e decelerazioni emozionali indotte dall'uso di una colonna sonora demenziale, da sala giochi. Non dobbiamo pretendere che i personaggi costruiscano attraverso il linguaggio una psicologia che deve invece essere definita dall'azione. Scontornandoli dallo sfondo (costruito per il pubblico) di dialoghi/banda sonora, salviamo i volti e le espressioni cinetiche di corpi che si muovono, peraltro, in uno spazio continuo, ripreso quasi sempre dal basso, rallentato e ovattato e attraversato dalla m.d.p. in fase di avvicinamento ad un dettaglio che vale, da solo, il film.
Rispetto a Johnny To, si sente la mancanza di una definizione/ composizione più controllata dell'intero "progetto visivo" e, a differenza del suo cinema, di un montaggio meno "aritmico".
Un reporter, un annoiato killer di gangster e un poliziotto "dai capelli schizzati alla Chow Yun Fat", girano la ruota delle loro esistenze fino a trovarsi d'accordo sulla necessità di una giustizia sommaria, ma estremamente gratificante. Ciò che scrive l'uno, anticipando vittime e modalità di esecuzione del crimine, l'altro esegue e il terzo s'incarica di inserire nelle pratiche archiviate della polizia. In realtà ciascuno incanala al meglio la propria porzione di Male in fieri, scegliendo con svagatezza l'opzione giusta.


Gabriele FRANCIONI
06 - 01 - 02


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