TU LA CONOSCI CLAUDIA?

di Massimo Venier
Con: Aldo, Giovanni e Giacomo, Paola Cortellesi

di Luca GIAMPIERI



Sono passati due anni da LA LEGGENDA DI AL, JOHN E JACK, quarto lavoro del trio più celebre e carismatico d’Italia, che nel 2002, dopo tre film in esponenziale crescita stilistica e di incassi (oltre 90 milioni di euro raggiunti) incappò nel primo vero scivolone di critica e pubblico.
Questa volta però i popolarissimi Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, presisi qualche mese per leccarsi le ferite e rialzarsi, abbandonano i voli pindarici di una vita da gangster a stelle e strisce per tornare al genere che è loro più congeniale: la commedia all’italiana. Lo fanno concentrando gli sforzi sulla recitazione e la sceneggiatura, separandosi per la prima volta dalla regia, riposta tout court nelle mani di Massimo Venier, che insieme ad essi aveva già diretto i film precedenti.
TU LA CONOSCI CLAUDIA? è la storia di tre uomini che per puro caso si ritrovano coinvolti in un terribile ménage fatto di amicizie interessate, rancori all’apparenza insanabili e macroscopici fraintendimenti degni della più classica commedia d’oltralpe. Un turbine di emozioni generato da un’unica donna, Claudia appunto (Paola Cortellesi), che stravolge le vite dei tre. Fra questi c’è suo marito Giovanni, pantofolaio cronico e pennellato (impossibile comprenderne l’utilità ai fini della trama), talmente pigro e così morbosamente appassionato di "Passaparola" da trasformare il matrimonio in una condanna agli arresti domiciliari. Aldo, giovane tassista e donnaiolo incallito, più fedele al suo taxi visibilmente “datato” che alle donne delle quali si invaghisce di tanto in tanto. Infine Giacomo, eterno sognatore, di recente separato dall’ex moglie (Sandra Ceccarelli), in crisi col mondo femminile e con sé stesso tanto da rivolgersi a un’analista (Ottavia Piccolo). Tre realtà diversissime destinate a scorrere parallele senza mai incontrarsi… fino a quando Claudia arriva e le infila in un vecchio taxi scassato.
La paura era che le tre macchiette del cinema italiano avessero accusato oltre misura il colpo inflitto dal precedente flop, rimanendone stordite e private della loro brillante creatività naif. Bastano una decina di minuti, invece, per rassicurare il pubblico in sala e annunciare che il trio è tornato. In grande stile.
Nonostante il “copia e incolla” di alcune battute, fuoriuscite dalle precedenti pellicole in forma di auto-citazione, il livello della sceneggiatura torna ad essere quello del più che rispettabile CHIEDIMI SE SONO FELICE, finora apice cinematografico dei tre comici. Un livello che cresce ulteriormente nei toni, all’interno di una struttura storica che a differenza del terzo film – diviso fra prima e seconda parte anche nell’intensità emotiva - rimescola con continuità gag esilaranti e momenti drammatici, in un perenne avvicendarsi che invece di assumere le sembianze di una lotta si rivela molto armonico e poetico come una danza. Una maggiore completezza stilistica che si fonde con un’affinata capacità narrativa, più matura e imprevedibile (segno che le idee non sono ancora finite). Da sottolineare l’interpretazione di Marco Messeri nei panni del goliardico meccanico toscanaccio e di Sandra Ceccarelli, che viste le capacità recitative avrebbe potuto ricoprire un ruolo di maggior rilievo.
E di nuovo il tema del viaggio, a concludere un film che forse, per i tre folletti della comicità italiana, è la ciambella riuscita col buco.
 

Voto: 28/30

16:12:04


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