Sulla splendida isola di Cefalonia durante l'occupazione italo-tedesca
(maggio 1941 - luglio 1943) la guerra sembra lontanissima: i soldati passano
le giornate a cantare e a godersi le bellezze paesaggistiche socializzando
con i greci, conquistati dall'italica vitalità dopo l'iniziale comprensibile
diffidenza. Su questo sfondo si snoda la vicenda sentimentale tra il capitano
Antonio Corelli, appassionato suonatore di mandolino, e la bella isolana
Pelagia figlia del medico locale e già promessa sposa a Mandras, un giovane
del luogo che poi deciderà di unirsi alla resistenza. Con l'armistizio
dell'otto settembre 1943 la situazione precipita: i tedeschi, da alleato
a nemico impongono agli italiani la consegna delle armi, questi ultimi
rifiutano la resa e si schierano con i partigiani greci per difendere
l'isola ma la Werhmacht, forte di più uomini e del supporto aereo degli
Stuka, ha il sopravvento. Dopo la resa dei soldati italiani seguirà l'ordine
(di Hitler stesso) di non lasciare prigionieri vivi. La rivisitazione
di una delle pagine più nere dell'intervento bellico italiano durante
la Seconda Guerra Mondiale (si stima che a Cefalonia morirono dagli otto
ai diecimila soldati italiani) diventa un pretesto per un cinema per coppiette,
di quelli che piacciono tanto al Gentil Sesso, mix hollywoodiano vagamente
epico di avventura, amore e lacrime. Accusato un po' ovunque e non a torto
di essere storiograficamente una farsa, zeppo di errori ed omissioni e
di rappresentare i soldati italiani come delle caricature a suon di stereotipi
(interessati solo a cantare, mangiare e a prendere il sole, anche se visti
con occhio bonario e in ogni caso riluttanti alla guerra), il film di
Madden puntava a "mettere in risalto lo spirito di fratellanza che si
creò tra italiani e greci sull'isola", come ha dichiarato lo stesso regista
in una recente intervista. Da questo punto di vista il film ha delle carte
da giocare: in fondo la riottosa Pelagia che si fa sedurre dal Capitano
italiano è un po' la metafora della cultura greca che ha finito con l'accettare
quella italiana quando questa ha dimostrato di essere portatrice di certi
valori condivisi, come la ferma opposizione ad ogni possibile forma di
razzismo rappresentata dal dialogo tra Corelli e il graduato Tedesco.
Notevole anche il ruolo del medico Iannis - padre di Pelagia - interpretato
dal bravo John Hurt (che nella versione inglese recita con accento greco)
"Io narrante" a suo modo portavoce della cultura millenaria di cui
sono intrise le isole ioniche, paradisi marini di abeti e scogli in contrasto
perenne con la furia distruttrice dell'uomo e della natura (impressionante
la scena del terremoto che nel '53 ha raso al suolo l'isola). Purtroppo
il film si fa sopraffare dall'anima fotoromanzesca che stiracchia per
oltre un'ora la love story tra la bellezza mediterranea della Cruz e l'indefinibile
Cage (scelta non azzeccata la sua: più che un italiano, sembra un texano
che cerca di imitare un italiano), con conseguente inflazione di primi
piani su occhi languidi, baci sospirati che arrivano dopo interminabili
minuti e patemi amorosi di vario genere. Dopo tanto romanticume annacquato
l'arrivo delle truppe tedesche sembra quasi un'intrusione proveniente
da un altro film, un film di guerra vero. E la velocità con cui si risolve
la pratica dell'eccidio degli italiani nel finale (rappresentata da qualche
fucilazione e con i tedeschi che si fanno pure prendere dai sensi di colpa!)
stende su tutto, se mai ce ne fosse stato bisogno, una patina di imperdonabile
superficialità.
Voto: 19/30
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