CALLAS FOREVER
di Franco Zeffirelli
con Fanny Ardant
e Gabriel Garko



Dallâamicizia e dal sodalizio artistico che lo legarono alla Callas, Zeffirelli trae il pretesto per dare veridicità ad un racconto biografico che del vissuto della cantante lirica pare ricordi ben poco. Siamo nel 1977 e la Callas, dopo la catastrofica esperienza della tournèe in Giappone e allâindomani della morte dellâindimenticato Onassis, vive relegata nel suo sontuoso appartamento Parigino in preda ad una profonda crisi esistenziale e artistica, ossessionata dai fantasmi dei personaggi da lei interpretati e tra le foto che la ritraggono nei momenti più felici della sua carriera e della sua storia dâamore con lâarmatore greco. A distoglierla dallâimpenetrabile esilio sarà un suo ex produttore, Larry Kelly (Jeremy Irons) e unâamica giornalista (Joan Plowright) i quali riusciranno, attraverso un espediente che ha del diabolico, a coinvolgerla nella realizzazione dellâopera da lei mai portata in palcoscenico: la Carmen. Il ritmo del fil m, fino a questo momento oscillante tra un B-movie anni â70 e una fiction televisiva, acquista improvvisamente vivacità e colore nella fase della realizzazione dellâopera teatrale. Persino la fotografia si fa più calda e ricca, i costumi di scena sono splendidi e contribuiscono a dare sensualità alla ringiovanita Callas ö fino a questo momento compassata in morigerati abiti Chanel - , la preparazione del balletto con le musiche dellâopera di Bizet coinvolgono a tal punto che per un attimo anche lo spettatore vorrebbe credere nellâavverarsi del faustiano patto dellâeterna giovinezza. Su tutto risuona divina la vera voce della Callas, frutto di registrazioni originali dellâepoca dâoro. E in questa fase bisogna riconoscere come le doti del regista trovino indubbiamente la loro sede migliore: con il trascorrere degli anni anche la sua inclinazione artistica volge sempre più verso la realizzazione di opere teatrali piuttosto che cinematografiche. Ma ben presto tutto scivolerà di nuovo nellâatmosfera opaca di cui tutta la sceneggiatura (di cui Zeffirelli è coautore insieme a Martin Sherman ) non riesce a liberarsi, unitamente a quel sottofondo di buonismo di cui è impregnata e che finisce per togliere consistenza a tutta la storia, nonché spessore ai personaggi: dispiace vedere sprecato il talento di Jeremy Irons, nei panni del produttore gay, che per quanto s'impegni, non riesce a suscitare nessun sentimento. La stessa Joan Plowright, ridotta a ruolo di semplice caratterista, non ha chance, neanche per un attimo, di dare grinta al suo personaggio di ãienaä del giornalismo; per non parlare del nostrano Gabriel Garko, a cui in fondo viene chiesto soltanto di fare bella mostra di sé.
Intensa invece lâinterpretazione di Fanny Ardant, anche se la scarsa somiglianza con la Callas allontana ancora di più la trasposizione cinematografica dal personaggio reale. Meglio avremmo visto un volto alla Anjelica Huston che probabilmente avrebbe restituito sullo schermo unâimmagine più veritiera e reso con più cattiveria le indimenticabili espressioni che i filmati e le cronache dellâepoca ci hanno trasmesso della cantante lirica e cui sicuramente i tratti eburnei dellâattrice francese non rendono giustizia.
Lâidea che della Callas rimane alla fine della visione è di una donna estremamente fragile e provata, a tratti isterica ma infinitamente spenta, ciononostante talmente animata da senso di giustizia (per coerenza con il buonismo di cui sopra) da anteporlo alla possibilità del profitto facile e del successo ritrovato, e rassegnata ad una vecchiaia nellâoblio senza il conforto della sua voce che è ormai solo un ricordo di gioventù. Tutto appare poco convincente, la costruzione del film perde progressivamente consistenza fino a scivolare verso lâepilogo da ãviale del tramontoä che, nel tentativo di strappare quellâattimo di commozione cui Zeffirelli è evidentemente affezionato (ma che non sortisce + gli effetti di un tempo), strappa invece un sospiro di sollievo persino allo spettatore più paziente. Se un merito si può attribuire a questo film è quello di av er fatto rivivere lâemoz ione di ascoltare lâincantevole voce della Callas, che riecheggia immortale su tutto il film e oltre, forever·.


Voto: 22/30

Maria Prete


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