THE BUTTERFLY EFFECT

di Eric Bress e J. Mackye Gruber
Con:
Ashton Kutcher, Amy Smart, Eric Stoltz

di Flavio GIOLITTI


Scopertosi incredibilmente in possesso della facoltà di modificare determinati avvenimenti del proprio passato, il giovane Evan decide di servirsene per eliminare i guai attuali: prendendo spunto dai diari scritti da bambino, e facendo tesoro del senno di poi, pone rimedio ad antiche disavventure per annullare le loro nefaste ripercussioni sul presente, salvo scoprire in un secondo tempo che per ogni cambiamento in meglio si verificano ogni volta imprevedibili sconvolgimenti negativi nel corso degli eventi; come potrà ora fermare la temibile reazione a catena che ha involontariamente innescato?
Un’idea tutt’altro che nuova (memorabile l’episodio PROFILE IN SILVER della seconda serie di AI CONFINI DELLA REALTA’, nel quale il salvataggio di J.F. Kennedy da parte di un uomo a conoscenza del futuro fa insorgere una grave crisi mondiale, tale da indurre il presidente stesso a tornare indietro nel tempo per sacrificarsi ed evitare il peggio) viene aggiornata da Eric Bress e J. Mackye Gruber (quest’ ultimo guarda caso già visto dalle parti di FINAL DESTINATION 2) grazie ad un espediente inedito che le dona nuovo vigore: il prodigio questa volta non è dovuto ad un’improbabile macchina del tempo, né alle sempre affascinanti smagliature temporali, bensì ad un’alterazione cerebrale geneticamente trasmissibile che il protagonista ha ereditato dal padre. Una soluzione più prosaica soltanto in apparenza, alla quale i due quasi esordienti autori si affidano ad oltranza per costruire una vasta gamma di realtà alternative, mettendo una ottima computergrafica a completo servizio della sceneggiatura (e non viceversa, come spesso purtroppo accade) e ricomponendo alla fine tutte i pezzi del puzzle con ammirevole coerenza dopo averci abilmente giocherellato per quasi due ore; l’esperimento inciampa soltanto in una fotografia quasi televisiva, per nulla all’altezza di tutto il resto, e nella recitazione dei piccoli attori che impersonano i protagonisti ai tempi dell’adolescenza, ma ad elevare il giudizio finale ci pensano anche alcuni suggestivi brani della colonna sonora e l’ottima prestazione dei due protagonisti principali (Amy Smart, in particolare, è davvero strepitosa).
Molto più lineare dell’ancora inedito DONNIE DARKO, un prodotto per alcuni versi analogo ma di gran lunga più ermetico, THE BUTTERFLY EFFECT non ha in verità nulla da spartire con IL SESTO SENSO, THE UNBREAKABLE e SEVEN (se non per il fatto che alcuni spezzoni di quest’ultimo vengono mostrati nel corso di una sequenza ambientata in una sala cinematografica), al contrario di quanto i soliti dissennati strilli che risaltano sulla locandina italiana vorrebbero invece slealmente far credere; non si tratta purtroppo degli unici danni arrecati dai distributori nostrani, che l’hanno infatti doppiato da cani per circa metà della durata, ma il film resta per fortuna un prodotto ampiamente godibile. La visione è comunque sconsigliata ai più impressionabili, per via di alcune scene iniziali che fanno sobbalzare sulla sedia come raramente accade.

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Voto:26/30

01.03.2004

 


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