Intenso,
delicato ed emotivo quello della Comencini è un film sulla vita e sui
sentimenti. Sulla complessità delle relazioni nella quotidianità
dell’esistenza. Sulla atrocità che a volte si nasconde dietro le parvenze di
convenzionalità di una famiglia normale. Sul riemergere di un passato a
stenti raccontabile ma non condivisibile.
Nonostante la recente perdita di entrambi i genitori, Sabina sembra avere
una vita serena. Lavora in armonia, è benvoluta, abita in una bella casa,
con un compagno che la ama. Forse avrebbe sognato di meglio che fare la
doppiatrice, ma non si lamenta. Sabina è premurosa, accondiscendente,
mansueta. Ma di colpo una ‘bestia nel cuore’, rimasta per anni sopita,
scalpita in sogno, e non la lascia più vivere. Sabina non riesce a dare un
nome alla sua disperazione, ma sente di dover rivedere il fratello Daniele,
che da anni vive lontano. Sarà questo ricongiungimento con ciò che resta
della sua famiglia che l’aiuterà a ritrovare un terribile passato. Al suo
ritorno Sabina dovrà poi ricucire ciò che la sua incomunicabile sofferenza
ha separato e che in sua assenza ha dato luogo ad altre sinergie, recuperare
gli affetti, affrontare un difficile ritorno alla vita. Perché le tracce di
quello che ha scoperto di aver vissuto non si possono cancellare. Forse però
quella bestia si può ammansire, a tratti dominare, in nome della volontà di
andare avanti. Simbolica in questo senso la nascita di un figlio, cui Sabina
darà il nome di Daniele. Nonostante quello che ha vissuto, Sabina può
tornare a vivere.
La bestia nel cuore si rivela
allora una metafora sull’inconscio, sul suo emergere in superficie, prima
nel sogno, poi nella ricostruzione di un passato rimosso attraverso il
recupero di ricordi, che non significa cancellare, ma affrontare scomodi
trascorsi, prendere coscienza di sé, relazionarsi, vivere consapevolmente.
Sullo sfondo di una visione dell’uomo come naturalmente incline al
relazionarsi, la necessità di superare ciò che in quanto incomunicabile
rende impossibile condividere esperienza, diventa una condizione
imprescindibile. Nel dramma di chi suo malgrado deve lottare con un
difficile passato, di chi ha un’identità minata alla radice da un dolore
ineliminabile, La bestia nel cuore
esprime la necessità di affrontare un inconscio scomodo, e di superarlo per
potersi rapportare con l’esterno. Il passato lascia cicatrici, ma non è una
malattia: La bestia nel cuore
vuole essere allora un invito alla vita.
Voto: 28/30
08/09/2005
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