Berlino ’54. Matthias (Klamroth) è un
ragazzino appassionato di calcio che vive insieme alla madre e due fratelli
più grandi nella zona della Rurh. Quando il padre da lui mai conosciuto (Lohmeyer)
tornerà dai campi di prigionia sovietici, l’armonia della famiglia verrà
messa in discussione, ma la vittoria contro ogni pronostico della nazionale
tedesca ai campionati del mondo svizzeri porterà una ventata d’euforia in
casa come nel resto della Germania, provata dalla guerra e dalla conseguente
crisi economica.
Piccolo film che sta riscuotendo grande successo in patria, questo di
Wortmann (al suo debutto in Italia ed autore anche della sceneggiatura
insieme a Rochus Hahn) è un racconto dal taglio televisivo che non spicca
per personalità ma può essere utile agli spettatori più giovani come primo
approccio a temi di grande serietà qui volutamente edulcorati, così come le
ambientazioni e i colorati costumi puntano più all’estetica del fumetto (Wortmann
qualche anno fa ha ricevuto svariati premi per una commedia tratta da una
striscia tedesca) che alla rigorosa ricostruzione storica. Ciò non significa
che manchino momenti di sincera commozione, nonché una certa cura nel
delineare i personaggi principali e l’ambiente familiare, ma gli spettatori
tedeschi di mezza età avranno in più lo sfizio di notare le somiglianze fra
gli attori e i giocatori di allora e di ammirare le azioni dei gol,
ricostruite nei minimi particolari in uno stadio quasi interamente
digitalizzato che sembra uscito da un videogioco. Una specie di MOMENTI DI
GLORIA in versione usa e getta che non necessita del grande shermo ma che si
lascia tranquillamente vedere.
Alunni delle scuole medie, appassionati di calcio e teutonici stagionati si
ritroveranno fra le mani un simpatico passatempo. Gli altri possono
astenersi senza troppi rimorsi.
Voto: 22/30
09.06.2004
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