Negli ultimi tempi pare crescere sempre di
più l’interesse di registi e spettatori per il passato e per la vita e le
esperienze vissute da personaggi storici o della letteratura.
Prova ne sono i film relativi alla vita dei regnanti, dei capi di governo e
anche dei letterati.
Proprio a quest’ultima categoria appartiene la protagonista del film
Becoming Jane, che narra,
seppur in modo romantico e spesso con uno stile più narrativo che
documentaristico, la storia della giovane Jane Austen, interpretata dalla
stella nascente Anne Hathaway. Il periodo preso in considerazione è quello
precedente rispetto all’ascesa letteraria della scrittrice, quello durante
il quale la giovane era in lotta con i costumi dell’epoca e con le idee
tradizionaliste della sua numerosissima famiglia.
Infatti, più che la semplice storia di una ragazza che decide di vivere
scrivendo, la pellicola racconta e rappresenta le difficoltà che una “donna
contro” dovette affrontare per affermarsi non solo professionalmente ma,
prima di tutto, a livello personale; Jane fu, sotto questo profilo, un
esempio di coraggio e di caparbietà, poiché decise, contro il parere della
propria famiglia, di non accogliere la proposta di matrimonio proveniente da
un ricco giovane preferendo tentare la strada dell’amore romantico con il
giovane Mr. Lefroy (interpretato da James McAvoy, già apparso nella
pellicola Le cronache di Narnia
nei panni del fauno Mr. Tumnus). Tuttavia, quasi ricalcando le orme di
alcune delle protagoniste dei suoi scritti, la Austen non ebbe molta fortuna
e si ritrovò, come aveva pronosticato, a mantenersi da sola attraverso i
frutti della sua penna.
Perciò anche se la narrazione cinematografia può essere etichettata come
fantasiosa e non strettamente veritiera, la pellicola consente allo
spettatore di riflettere sulla condizione della donna, non soltanto a
cavallo tra il 1700 e l’Ottocento ma anche ai giorni nostri, poiché pone per
molte esponenti del genere femminile un’alternativa alla vita che molti
nostri concittadini indicano come normale; sottolinea, infatti, che una
ragazza può ritenersi realizzata e completa anche in assenza di un marito e
decidendo di seguire i propri sogni e le proprie aspirazioni professionali.
E nonostante il trascorrere di quasi due secoli dalla morte della
scrittrice, il tema della condizione femminile rimane ancora molto attuale,
anche all’interno di un Paese come l’Italia, nel quale molte ragazze sono
ancora costretta a fare i conti con i costumi e gli usi retrogradi imposti
dalle loro famiglie.
Voto: 24/30
27:10:2007 |