gli amici del bar margherita

di Pupi Avati

con Diego Abatantuono, Fabio De Luigi

Altri interpreti: Gianni Cavina, Katia Ricciarelli

di Luciana APICELLA

 

23/30

 

Forse è un po' l'Amarcord avatiano, si parva licet... Ma gli ingredienti ci sono tutti. Il Titta di Pupi è Taddeo, il ventenne che guarda dalle vetrine i "fenomeni" del bar Margherita, dove le donne rimangono a passeggiare fuori, sotto ai portici, eterni oggetti del desiderio. C'è la vita di paesone, i matti e ciò che fu, i sogni e le ingenuità lontane anni luce. Avati torna a girare nella sua Bologna, negli anni Cinquanta, ossia in quel tempo e luogo che malinconicamente e anche in modo un po' supponente rivendica come proprio, e come morto, nella Bologna di oggi che fatica a produrre le scintille che furono. L'autoreferenzialità di Avati si fa film, e non viene smentita nè in un fotogramma, nè nella conferenza stampa che segue la proiezione. C'è un mitico bar, inserito in un microcosmo geloso di sè (è il bar Margherita "vicino alla pasticceria Neri", luogo da iniziati se non si sta nella cerchia delle mura di Bologna, o poco fuori). C'è Abatantuono che è il fenomeno del biliardo e vanta una segreta intimità con le entraineuses del night. C'è De Luigi che fa l'antennista e sogna Sanremo, Bob Messini che ha tentato il suicidio con una bottiglia di brandy scolata di fiato. C'è Lo Cascio siciliano "linfomane" che guarda le donne ai raggi x, con o senza appositi occhialini. C'è uno straordinario Gianni Cavina, prototipo di "umarell" bolognese dai sensi ancora ben allertati, che decide di amare il pianoforte se a insegnarlo c'è una Luisa Ranieri che mostra generosa scollature e cosce tornite. C'è ancora il timido neri Marcorè folle d'amore per la crudele Laura Chiatti, c'è un mondo reale o immaginato non importa, perchè la realtà dello schermo è ciò che il regista desidera, la sua personale interpretazione di un passato che avrebbe dovuto, per essere perfetto, essere così. Insomma, i film di Avati rasserenano, un po' come il festival di Sanremo. Sai come saranno, conosci le luci, i costumi e le storie, ma poi alla fine un sorriso ti scappa.

E certo che l'Avati migliore è passato, e c'è il sospetto che in fondo si girino film solo per poter poi riunire una combriccola di amici a ricordare "quella volta che" Dalla si presentò al nonno di Gianni Cavina con una gallina al guinzaglio. Lo sappiamo che c'è la già raccontato mille volte, come il nonno che ripete i racconti di gioventù col sospiro sottointeso di chi sa che quel mondo è perduto. Ma, nello spazio in cui si compie, alla fine funziona. Per quello che è appunto.

Non gli si chieda di più.

 

05:04:2009

gli amici del bar margherita
Regia Pupi Avati
Italia 2009, 90'
DUI: 03 aprile 2009
01 Distribution
Commedia