LE INVASIONI BARBARICHE
di Denys Arcand
Con: Remy Girard, Stéphane Rousseau, Marie-Josée Croze

di Loris SERAFINO


Canada, oggi. Intorno al letto d’ospedale in cui è costretto, Remy, professore universitario cinquantenne malato terminale, ritrova i suoi vecchi amici (tra cui anche alcune amanti), l’ex moglie ruvida ma sensibile e il figlio Sébastien, analista finanziario arricchitosi nella City, ancora molto astioso nei confronti del padre per via di antiche ruggini. Mentre i primi cercano di sdrammatizzare la situazione rievocando i bei tempi, tra allusioni sessuali sugli anni ruggenti e umorismo colto a base di battutine su Storia e Politica, Sébastien vorrebbe sbrigare la pratica in fretta (si trova li solo per via dell’insistenza della madre) e tornarsene a Londra. Per Remy intanto è tempo di bilanci esistenziali. Sono passati 17 anni dal DECLINO DELL’IMPERO AMERICANO ma sembra passato un secolo. L’undici settembre a dato il via all’invasione dei nuovi barbari proprio nel cuore dell’Impero, Internet ha dischiuso l’era della comunicazione istantanea e il terziario avanzato produce ad un ritmo vertiginoso nuovi beni immateriali e nuove professioni la cui reale utilità è spesso di difficile comprensione. Dal vuoto degli anni ottanta allo smarrimento di chi oggi si affaccia alla Nuova Era in non tenera età: i giovanotti di allora sono diventati dei vecchi dinosauri, una razza di individui in via di estinzione ancora imbevuti di ideologia quando oggi sembra contare solo il Dio Denaro, tenacemente aggrappati ad una cultura umanistica in una epoca in cui il sapere tecnico sembra l’unico indispensabile. Arcand celebra il suo rito di passaggio con una commedia corale agrodolce, in cui una regia fluida e una sceneggiatura brillante concorrono in eguale misura alla costruzione di una variegata tavolozza di emozioni: si passa senza soluzione di continuità dalla risata al dramma, dalla toccante riflessione sul passato e sulla memoria a momenti di sentita commozione. A suo modo crepuscolare, ma non pessimista come la “nota di speranza” del finale (che ha fatto storcere il naso a qualche critico) sta a dimostrare. Ottimo cast, visibilmente ben affiatato con Arcand che si ritaglia una piccola particina.
 

Sito italiano
 

Voto:27/30

31.12.2003

 


::: altre recensioni :::