UN BACIO APPASSIONATO

di Ken Loach
Con:
Eva Birthistle, Atta Ahub

di Gabriele FRANCIONI

 

KEN LOACH, come MICHAEL WINTERBOTTOM, fa parte di quella categoria di autori inglesi che, dopo esordi meditati e profondi, non privi di una qualche ricerca espressiva, hanno intrapreso una sorta di seconda carriera onestamente seduta sull'inattaccabilità politicamente corretta dei temi di volta in volta affrontati, quasi sempre rientranti nella categoria dell'analisi sociologica.
I tempi della new wave channelfouriana sono finiti per sempre e saremmo felici di assistere alla nascita di una nuova generazione di registi, magari anti-Blair, quanto anti-Thatcher furono i protagonisti di quella ondata espressasi al meglio sino al termine degli anni Ottanta.

Non siamo, insomma, dalle parti di HIDDEN AGENDA e neanche di SWEET SIXTEEN.
UN BACIO APPASSIONATO rivisita, per l'ennesima volta, il dramma delle coppie multirazziali e pur non scadendo ai livelli di SPANGLISH, MATRIMONI E PREGIUDIZI, IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GRECO o JALLA JALLA, non riesce a raggiungere nemmeno i livelli di sufficienza di MATRIMONIO TARDIVO. Come si può dedurre dai titoli, ci viene perlomeno risparmiato il momento dell'unione inter-razziale, che simbolicamente va sempre a suggelllare la rottura delle barriere culturali tra etnie diverse, anche se il finale ce lo anticipa assai chiaramente.

Roisin, irlandese cattolica non praticante, insegna musica in una scuola di forte orientamento religioso, frequentata da una ragazzina pakistana, del cui fratello s'innamora. In breve tempo l'unione s'incrina e si complica, tra veti incrociati dovuti all'interferenza della famiglia di lui e alla comprensibile delusione di lei di fronte agli indugi di Kasim.
L'esposizione del tema e lo sviluppo sono assolutamente schematici e risentono dell'impostazione da commedia a sfondo social-etnico, tutta contrapposizioni tra usi e costumi programmaticamente inconciliabili (e francamente ci viene il dubbio che la Scozia - il film è ambientato a Glasgow - o la Gran bretagna nel suo complesso, riflettano realtà così poco evolute).

Non c'è molto altro oltre al gioco di rimandi tra l'indipendenza della single divorziata e disinibita e la passività timida, ma machista, del neolaureato già pronto per un grasso e ricco matrimonio con la cugina mai vista e mai incontrata.

Il film è girato con assoluta piattezza, che altri definiscono "onestà" creativa, e potrebbe essere l'episodio pilota di una serie televisiva di successo presso le comunità pakistane e irlandesi, tipo "Kasim & Roisin" o "Famiglie Contro" o, ancora, "Buddha Bar Love"...

E' da evitare il tono pacato, conciliante e comico-scherzoso che ormai caratterizza tutti i prodotti di questo tipo, e rimpiangiamo i tempi di MY BEAUTIFUL LAUNDRETTE.

Voto: 12/30

20:01:2005


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