59m0 festival di cannes

L'AMICO DI FAMIGLIA

di Paolo Sorrentino
Con Giacomo Rizzo, Fabrizio Bentivoglio

di Marco GROSOLI

 

Geremia de' Geremei è un laido e vecchio usuraio dell'Agro Pontino che vive con la madre vecchia malata, amico di un fanatico del country con l'accento inspiegabilmente veneto che vive in una roulotte. Conosce una ragazza bellissima con cui instaurerà un rapporto tutto sui generis.
Quello di Sorrentino è innanzitutto un braccio di ferro con la categoria del Tragico. Cosa che già era in atto in Le conseguenze dell'amore, dove Sorrentino vinceva “in trasferta”, ovvero all'interno del genere tragico per eccellenza che è il noir.
In L'amico di famiglia viene smontato tutto quello che potrebbe elevare la figura e la vita di Geremia dalla sua bassissima statura. Così, gli viene negata la morte eroica (pure simulata), il destino Tragico della sconfitta di un mondo pre-capitalista davanti alla macchina da guerra del Denaro (smascherata come un imbroglio tra i tanti possibili), l'Alterità (che invece continua a essere la stella polare dell'amico-nemico country) femminile, perfino il Denaro (che a lui tutto sommato non interessa, a differenza del personaggio della rumena). Soprattutto, gli viene negata la Bellezza. Perché, come dice la ragazza alla fine, “La bellezza è brutta”, non si scappa, nemmeno con queste illusioni tragiche, da una realtà intrinsecamente deforme fatta di mille e mille bizzarre singolarità inconsistenti (è lo stile frastagliato, mobile e disordinatamente vitale di Sorrentino, che inanella una trovata dopo l'altra). La realtà sono sabbie mobili in cui si annaspa cercando “la bella frase” per non affondare ma senza che la Bellezza con la maiuscola sia per questo raggiungibile – il bello non scappa dalla deformità della realtà, semmai la evidenzia, e basta. È la ricerca della bella frase che ammette di fare Geremia e che in fondo è il pricipio cardine della ricerca visiva dello stesso Sorrentino.
Ne viene fuori un paesaggio di sbalorditiva aderenza antropologica a quella che si può chiamare “l'anomalia italiana”. Un mondo dove, come dice la vecchia madre di Geremia, “Tutti rubbano e tutti sono infelici” perché si sente a pelle la malattia mortale che è la vita, e ci si accontenta per stare a galla di soddisfazioni brevi, piccole, che si sanno destinate a svanire in fretta. Di “belle frasi” con cui colorare un'esistenza che non ci si illude di cambiare.

Voto: 28/30

28:05:2005

 

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L'AMICO DI FAMIGLIA
Regia: Paolo Sorrentino
Italia 2006, durata 110'
Data uscita in Italia: 10:11:2006
Genere: Drammatico