I passeggeri di un volo diretto a Città del Messico, scoprono
che il loro aereo è in avaria e mentre aspettano di capire come risolvere la
situazione si confidano fra di loro, provano nuove esperienze e si
confessano gli uni con gli altri.
Dopo un silenzio abbastanza breve, Almodòvar torna a presentare la sua nuova
pellicola. Una pellicola che se pur spassosa e brillante poco ci lascia dopo
essere usciti dalla sala. Poco troviamo infatti del regista che della Spagna
ha rappresentato lo spirito critico della trasformazione che dal franchismo
alla caduta di Aznar ha portato il paese Iberico dall'essere una serie di
divertenti cartoline naif a simbolo, insieme alla Grecia, del fallimento
della politica economica europea. In questo film troviamo poca trasgressione
vera, poca graffiante umanità, poco sentimentalismo caldo e umano. Ciò che
troviamo invece sono una serie di macchiette più o meno concilianti, più o
meno divertenti, più o meno poco impegnative. In generale non c'è nulla che
non vada, il film scorre come burro su una padella calda, le battute sono
divertenti e i personaggi simpatici, ma nulla è davvero sentito, nulla è
davvero esplorato e oltretutto non c'è nessuna conseguenza agli atti
pregressi che i personaggi hanno commesso prima di salire sull'aereo in
questione che assume le forme di una specie di purgatorio delle anime in cui
le confessioni, le comunicazioni, i ricordi assumono una dimensione sospesa
(ed è qui che troviamo davvero molto del regista spagnolo che tutti quanti
apprezziamo) che di fronte alle possibilità della morte sembrano briciole
risolvibili e di fatto senza nessuna reale conseguenza. Quindi la pornostar
trova l'amore, il sicario la sua umanità, il banchiere truffatore i suoi
affetti, tutti più o meno scoprono di essere gay e via dicendo, in una
dimensione di divertita indulgenza. Insomma, come a dire che alla fine non
c'è nulla di veramente terribile che nessuno di noi possa fare.
Il fatto che l'aereo si una specie di limbo però l'ho trovato davvero
interessante. Li in alto a sorvolare la Spagna (dal cui spazio aereo non si
può uscire, come a dire che non si può uscire da se stessi) i personaggi
riscoprono quello che li ha portati a bordo e che in realtà per sempre li
aspetterà a Terra (dove, che sia chiaro, ci sono anche tutte le risoluzioni
delle problematiche legate agli affanni dei nostri simpatici passeggeri). Li
a Terra accadono le cose e i colpevoli non possono che aspettare che
qualcuno li capisca e li perdoni.
Javier Càmara è sempre bravissimo e sicuramente il film nuota sulle sue
spalle, ma se devo dare una nota ad altri attori la do a Blanca Suarez
(Ruth) che racconta l'unico personaggio che mi è davvero piaciuto di questo
film, l'apparente fragile Ruth che alla fine scopre di avere il coraggio e
l'amor proprio degno di una vera donna semplice e complessa allo stesso
tempo. |