IL VESTITO DA SPOSA

di Fiorella Infascelli
Con:
Maya Sansa, Andrea Di Stefano

E con: Piera Degli Espositi, Chiara Conti, Alberto Cracco

di Flavio GIOLITTI


Prossima al matrimonio, la giovane Stella viene aggredita e stuprata in aperta campagna da quattro cacciatori, abili a non lasciare alcuna traccia che possa portare alla loro identificazione. Impossibilitata a riconoscere gli assalitori, dei quali non ha visto i volti nè udito le voci, la ragazza non denuncia l’accaduto e si chiude in sè stessa: dopo l’iniziale rinuncia ad uscire di casa, finirà col lasciare il fidanzato, annullare le nozze ed abbandonare l’università. La vita sembra sorriderle nuovamente quando s’innamora, ricambiata, del proprietario dell’atelier a cui aveva commissionato l’abito da sposa rimasto in seguito inutilizzato; ma l’ uomo, all’insaputa di lei, altri non è che uno dei violentatori...
Dichiarando di essersi lontanamente ispirata ad una storia vera, la regista Fiorella Infascelli, anche autrice della sceneggiatura, saccheggia in verità CRONACA DI UN AMORE VIOLATO (1995) di Giacomo Battiato, tratto a sua volta dal romanzo DIARIO DI UNO STUPRATORE di Anna Maria Pellegrino, e dimostra di non essere in grado di fare il minimo passo avanti rispetto ai modelli. Così, dopo quasi dieci anni, a tenere banco è ancora una volta il trito clichè della donna brutalizzata che cambia radicalmente la propria vita con l’intento di cancellare il ricordo del trauma, ma che nonostante tutto è soltanto in apparenza la vera vittima perchè in realtà il più fragile è proprio l’uomo - destinato inevitabilmente a soccombere sotto il peso delle ossessioni misogine e dell’illusoria sensazione di potenza che lo avevano sino a quel momento animato (o perseguitato?). Laddove Battiato aveva a disposizione il mediocre Roberto Zibetti ed un’inespressiva Isabella Ferrari, la Infascelli può contare sulla brava Maya Sansa e sul valido Andrea Di Stefano, ma il ritmo trasognato e sonnolento mette a dura prova anche gli spettatori più volenterosi, mentre la regia anonima, i dialoghi a volte imbarazzanti ed un finale francamente idiota fanno il resto. Ennesima occasione perduta, inquadrabile alla perfezione all’interno di un piccolo filone che molto raramente ha regalato prodotti degni di nota.

L'Altra Recensione

 

Voto: 17/30

14.05.2003


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