procida film festival

edizione 2013

 

Isola di Procida, 22 / 31 luglio 2013

 

 

MAS ALLA’ DE LA SANTERìA

di Parsifal Reparato
con Gustavo Santos Perèz

Menzione Speciale per la sezione Documentari

 

di Azzurra SOTTOSANTI

28/30

“L’approccio culturale si appoggia sulla capacità delle popolazioni di comprendere e assumere il problema partire dal proprio punto di vista e dalle proprie risorse culturali, adottando nuove norme di comportamento conformi alla nuova presa di coscienza”.           
- Mounir Bouchenaki, Vice Direttore Generale per la Cultura UNESCO –

 

Bisogna ammetterlo, le cose più interessanti che si sono viste (o non si sono – ahinoi - viste) quest’anno al cinema o nei festival in Italia sono state - fatta eccezione per alcune perle rare – opere documentaristiche. Questo accade evidentemente perché il cinema, e con esso il pubblico, comincia ad accorgersi dell’esistenza di un debito di testimonianza nei confronti del mondo, nei confronti cioè di una società, quella umana, che ci riguarda tutti, poiché sempre e comunque rappresenta ciò che siamo. Un debito che il cinema di fiction raramente riesce a colmare.
A saldare quest’obbligo di creatività ci ha provato, ottenendo ottimi risultati, Parsifal Reparato, con il suo MAS ALLA’ DE LA SANTERìA, menzione speciale all’ultima edizione del Procida Film Festival, la cui giuria ha apprezzato “la delicatezza e la profondità con cui è stata raccontata una storia difficile” come quella in questione. 
Un cortometraggio autoprodotto che affonda le proprie radici nell’antropologia visuale, in quel cinema di osservazione di cui è stato maestro David Macdougall.        
In MAS ALLA’ DE LA SANTERìA Reparato - e con lui Gustavo Santos Perèz, protagonista e narratore - ci mostra, puntando l’obiettivo su Cuba, l’esperienza di alcune persone affette da HIV e della loro lotta quotidiana al virus, una lotta che passa inevitabilmente attraverso l’adesione alla religione, la cosiddetta Santerìa, culto politeistico il cui influsso è rintracciabile in un gran numero di espressioni culturali e artistiche (dalla musica alla danza), basato sulla divinazione finalizzata, tra le altre cose, alla salvaguardia della salute e alla cura delle malattie. Il protagonista si racconta e ci racconta le ragioni che lo hanno portato a farsi portavoce di una campagna di informazione sull’Aids che ha ridato respiro alle vite di molti. E così scopriamo che a Cuba (dove le persone affette da HIV rappresentano un numero nettamente inferiore non solo a quello relativo alla stessa area geografica, ma a tutto il resto del mondo, attestandosi a meno dello 0,1%), nel 2001 è stato approvato un progetto educativo incluso nel piano di lotta nazionale contro l’HIV, il progetto “Afroaché”, con lo scopo di promuovere attività di prevenzione e informazione all’interno della comunità religiosa della Santerìa e che è lo stesso Sistema Sanitario Nazionale a favorire un discorso sulle cure alternative, affiancandole alla medicina classica e alla biomedicina. 

Quello di MAS ALLA’ DE LA SANTERìA è un viaggio per immagini attraverso le storie, le emozioni, le credenze, i riti, i percorsi terapeutici di una comunità,       
Un film etnografico che è esso stesso uno studio antropologico (il documentario nasce nel corso di una ricerca sul campo durata 5 mesi per una tesi di laurea in antropologia medica).
Un piccolo gioiello di antropologia visiva dallo sviluppo dei cui paradigmi la cinematografia italiana avrebbe solo da guadagnare.

 

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