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Stagione Lirica e Balletto 2013-2014
gran teatro la
fenice OTELLO di Giuseppe Verdi
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![]() con la collaborazione di Anna ANTONELLI |
Collegamenti rapidi: scheda |
La Fenice testimonia l’importanza di avere un
chiaro progetto culturale in continua evoluzione, seppur in tempi di crisi
(o forse proprio per questo), allestendo l’“Otello” verdiano e il “Tristan
und Isolde” di Wagner in contemporanea, battendo sul tempo la Scala
nell’anno del doppio anniversario. L’importanza della Memoria e la centralità della figura dell’Artista, libero e dotato di una posizione universalmente riconosciuta nella creazione di una coscienza nazionale - come furono tanto il parmense quanto il tedesco - vengono ribadite a ogni nuova produzione dall’istituzione veneziana. “Ecco il Leone” veneziano, dunque, ma è un Otello fiero e comunque vincitore, al di là della tragica ironia di Jago, consapevole dell’importanza della tradizione e della necessità di lanciarsi nel futuro con lo sguardo di Francesco Micheli, com’era già successo con il Mozart di Damiano Michieletto. Micheli, e lo stesso Myung Whun Chung, s’impegnano a restituire il quantum di novità contenuto nella penultima opera verdiana in forma di anticipazione del nuovo secolo - allora era il Novecento, qui addirittura il primo segmento di un nuovo millennio - fissando la contrapposizione tra Jago, l’homo novus, e Otello in forma di scontro di potere (militare) e di psicologie. L’isola di Cipro, le sale e le stanze del palazzo, diventano un’unica gabbia ai limiti dell’astrazione e anche un cubo astrale, siglato dai segni dello zodiaco, che s’impone sulla scena dopo l’inizio frontale e bidimensionalmente classico della tempesta e dell’uragano (anche musicale, reso benissimo dalla splendida orchestra del Teatro). ![]()
Dopo l’introduzione, durante la quale la nave del Moro
vincitore sui musulmani viene idealmente rappresentata dal rosso di un
modellino fatto ondeggiare sul frontescena, il sipario blu si apre e svela
il cubo dorato che avanza verso di noi e sembra quasi gonfiarsi; poi,
girato, si svela aperto verso il pubblico e mobile, sensibile alle
variazioni d’umore dei protagonisti, diventando - all’occorrenza - stanza di
Otello, Desdemona, etc.
Gregory Kunde è, per parte sua, un Otello assolutamente specchio del proprio tempo (il nostro), costretto com’è dallo svolgersi degli eventi a decostruire le certezze del passato e ad aprirsi ad una sorta di psicanalisi resa pubblica dal canto e fattasi materia tangibile e visibile nel prisma aperto verso la platea: il corpo che rivela l’anima. Kunde sostiene con incredibile forza e duttilità vocale il peso delle insinuazioni di Jago e quello ben più grave delle vette di canto imposte dalla scrittura verdiana, uscendo dalla retorica di letture antiquate, che lo volevano bestia progressivamente deforme, per scegliere invece la via del bestiario di Micheli e di una consapevole ineluttabilità del destino segnato dagli astri. Otello/Kunde non si degrada, non si svilisce cedendo alla propria natura, poiché le sue azioni erano già scritte nel destino, come conferma la Desdemona del finale e dell’“Ave Maria”, ripiegata sulla scrittura immutabile di un martirio vissuto da innocente, fedele e innamorata, nonostante tutto. Chiara, sensibilissima e commovente l’interpretazione di Leah Crocetto. Notevole anche Lucio Gallo, uno Jago con ottime qualità interpretative, nonostante alcuni problemi d’intonazione.
Myung-Wun Chung segue agilmente
la partitura, curando con attenzione estrema le modernissime transizioni
verdiane, che vanno a insinuarsi nelle morphài chiuse - la cabaletta,
il coro, gli stessi recitativi - decostruendole, aprendole, ancora una
volta, come la scatola dorata e arabeggiante deposta sul palcoscenico.
Segue, passo dopo passo, la mutazione ineluttabile di Otello. |
OTELLO, di Giuseppe Verdi. Cast Otello Gregory Kunde Jago Lucio Gallo Desdemona Leah Crocetto Cassio Francesco Marsiglia Roderigo Antonello Ceron Lodovico Mattia Denti Montano Matteo Ferrara Emilia Elisabetta Martorana Un araldo Salvatore Giacalone Maestro concertatore e Direttore Myung-Whun Chung Scene Edoardo Sanchi Costumi Silvia Aymonino Luci Fabio Barettin Regia Francesco Micheli Orchestra e Coro del Teatro La Fenice Piccoli Cantori Veneziani |
TEATRO LA FENICE PREMIO UNA VITA PER LA MUSICA
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