di Riccardo FASSONE

 

FANTOMAS

“The Director's Cut” (Ipecac Records 2001)

 

Prima di essere un album di straordinaria levatura artistica, “The Director's Cut” è un lavoro di intelligente analisi dei linguaggi, che racchiude in sè quella che probabilmente è la migliore commistione di avanguardia (termine che intendiamo in questo caso in senso più che lato) e pop culture che ci sia capitato di ascoltare negli ultimi anni. La creatura Fantomas l'abbiamo conosciuta   complessa, inestricabile, autarchica per discendenza (Mike Patton, Buzz Osborne, Trevor Dunn, Dave Lombardo, cosa chiedere di più?), eppure, nella volontà di riproporre in chiave distorta i temi cinematografici che più hanno influenzato Patton e soci, sembra tornare a galla una distinguibile lucidità, un'intelligenza luccicante, quasi che la scelta di un approccio concettuale sfrontatamente pop abbia contribuito a filtrare la proposta del collettivo, rendendola ugualmente spiazzante ma, in questa declinazione, maggiormente fruibile. Ciò che davvero colpisce e rappresenta la cifra distintiva della straordinarietà del lavoro ed il probabile appiglio del cinefilo ai bordi frastagliati di “The Director's Cut” è la capacità del progetto di andare oltra la partitura, ri-componendo ed eseguendo brani che paiono essere una commistione bizzarra tra il tema originale e le immagini a cui necessariamente colleghiamo una soundtrack.  Ogni nota trova nell'interpretazione del quartetto la propria vocazione a scavare nell'ascoltatore, titillando quello spago che collega il suono e l'immagine, facendo pressione su stanze del cervello che evocano fotogrammi e li legano indissolubilmente ad un'onda sonora. Così “Ave Satani” del compiantissimo Jerry Goldsmith , momento centrale della soundtrack di “The Omen”, eleva a potenza il proprio delirante impeto epico-satanico in una versione straordinariamente sintetica (meno di due minuti) che in un convulso fluire trascina punk, grind, lounge ed immagini confuse del piccolo Damien sacrificato da un affaticato Gregory Peck. Tanti i brani che sarebbe doveroso citare, ma per civetteria campanilistica non possiamo esimerci dal menzionare lo straordinario tema di “Indagine Su Un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto”, proiettato in un infernale girone di chitarre Black Sabbathiane e graziato di linee vocali spruzzate ex abrupto sulle morbide partiture di Morricone. Rispetto e violenza, applicati in egual misura su alcuni dei frammenti più importanti della storia del cinema, sembrano essere i ferri del mestiere dei Fantomas, che scavano, sezionano, ricostruiscono e pagano, a modo loro, il dazio dovuto alle musiche dei film.