ANALISI ESTESA DEL FILM

SHORTBUS
di James Cameron Mitchell
USA 2005
Con Sook-yin Lee, Paul Dawson

di Matteo FERUGLIO

Premessa: nulla contro le scene di sesso esplicito.

Fine della premessa.

Scritto questo, aggiungiamo: SHORTBUS aveva tutte le potenzialità per essere una commedia divertente, anche erotica se volete. Bastava il personaggio della sessuologa pre-orgasmica per creare una storia decente e - osiamo - alla "Woody Allen". Non male neppure l'idea delle panoramiche di New York create al computer - anche grossolanamente, se vogliamo, ma fa parte del gioco - o delle luci che si accendono o si spengono seguendo l'eccitazione/frustrazione sessuale della protagonista (appunto, la sessuologa, una conturbante e sconosciuta al pubblico italiano  Sook-yin Lee).

Invece.

Invece James Cameron Mitchell, già autore di Hedwig, la diva con qualcosa in più (2001) non ha il coraggio di fare un film dichiaratamente porno, dichiaratamente gay, dichiaratamente tutto, e si nasconde dietro la filosofia spicciola (vedi: le luci che si accendono/spengono) e le dichiarazioni d'amore verso Pasolini per vendere il suo prodotto. Dopodiché, complice anche una certa critica nostrana, che non riesce neppure a identificarne il genere - tanto che c'è chi lo identifica come "commedia", chi come "dramma", e chi, in un apoteosi ossimorica, come in un qualcosa che è contemporaneamente commedia e dramma - ecco che viene subito esaltato come innovativo. Ehi, gente: Pasolini era innovativo, Oshima era innovativo. E anche Gerard Damiano è stato innovativo, cazzo: ha creato un genere!

Ma SHORTBUS?

SHORTBUS non è nemmeno "genuinamente e sinceramente pornografico", come scrive la Mancuso su Il Foglio. Ma scherziamo? SALò è genuinamente e sinceramente pornografico, ed è tanto sincero e genuino che alla fine non è un film porno, perché i corpi nudi e la scatologia sono parte integrante della storia, corpo-unico, indistinguibile.

E quindi?

SHORTBUS è solo un film brutto, che poteva dire tante cose, e invece usa il porno senza che ce ne fosse la necessità. O qualcuno mi vuole invece dire che, ai fini della storia, l'iniziale autofellatio con facial ha davvero un senso?

 

B.I.M.

SHORTBUS
di James Cameron Mitchell