RECENSIONE DVD ED EXTRA

PORTO DELLA MIA INFANZIA
di Manoel De Oliveira

Francia/Portogallo 2001

Con Leonor Baldaque, Leonor Silveira

di Marco GROSOLI

Un semplice documentario su Porto? No: molto, molto di più. Questo omaggio del grande Manoel de Oliveira alla sua città, è anche un'appassionata autobiografia (scandita dalla sua stessa voce), la bizzarra (come tutto ciò che caratterizza il regista) raccolta di un pugno di istanti cruciali per la sua esistenza “travestiti” da momenti semplicissimi. La prima emozione forte davanti a uno spettacolo teatrale, i tentativi di abbordaggio falliti ai caffé del centro, un viaggio notturno in macchina una sera come tante in cui il tempo pareva fermarsi...
Ma non è nemmeno soltanto questo. Porto da minha infancia è anche un saggio di straordinaria densità filosofica sulla memoria. La differenza tra i segmenti ambientati nel passato e le “scheletriche” incursioni documentarie sulle “rovine” (non necessariamente fatiscenti: possono anche essere edifici rimessi a nuovo) di quegli stessi luoghi come sono adesso svanisce: l'immediatezza del presente si coagula nella distanza del passato grazie allo stile iperformalizzante e statuario di Oliveira – ma nello stesso tempo il passato è fatto rivivere grazie all'ineluttabilità del movimento, automaticamente apportata dal cinema. Nessuno come de Oliveira riesce a far soffiare il movimento tra le pieghe, scolpite da Maestro, delle proprie composizioni monumentali dell'immagine. Nessuno come lui riesce a far avvertire il presente del movimento nelle vene di quel passato che è la distanza stessa della sua regia. Basta la scena iniziale del teatro a dircelo: l'Oliveira giovane (interpretato dal nipote) e passato (la scena è infatti ambientata negli anni '20), che guarda il se stesso presente e anziano (l'Oliveira che si improvvisa magnificamente attore a 93 anni suonati) che recita sul palco. Solo dalla distanza che è il passato riusciamo a scorgere il presente. Il presente rimanda al passato come questo rimanda al presente, eternamente.
Un magistrale saggio sul Tempo metaforizzato come al solito dalla figura oliveriana della Donna. Tutti i ricordi messi in scena ruotano intorno al Femminile, che come il Tempo è l'orizzonte totalizzante e pacificato che a noi è dato solo guardare al di qua della scissione primigenia (maschile-femminile in un caso, passato-presente nell'altro).
Lodi alla Dolmen per aver cominciato a distribuire su supporto digitale le opere di un cineasta che sarà un giorno una pietra miliare del cinema. Anche perché questo DVD include un'ottima intervista al Maestro (tenuta all'ultima edizione de “La Milanesiana”), che parlando di cinema, di arte e di altro ancora semina alcune delle chiavi utili ad entrare in un universo, quello oliveriano, compatto e profondo. Un universo che da decenni, film dopo film, inesorabilmente, aggiusta la mira, approfondisce, spiega, incanta.
 

DOLMEN

PORTO DELLA MIA INFANZIA
di Manoel De Oliveira