seta

di François Ozon

Compositore: Ryuichi Sakamoto

di Stefano PALLOTTI

MA QUALE SETA? PIUTTOSTO PAGLIA!.

Che disastro!
A volte faccio fatica a comprendere le decisioni di alcune produzioni. Mettendo da parte amicizie e favoritismi vari, davvero non capisco come sia potuto accadere un incidente del genere. Il film Seta, tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco (suo anche “Novecento” da cui è tratto La leggenda del pianista sull’oceano di Tornatore), sembrerebbe contare su una seria e notevole produzione; con attori di spicco come il mono-espressivo Michael Pitt e l’insufficiente Keira Nighetley (noi italiani penalizzati ulteriormente da un pessimo doppiaggio), location sparse per il mondo, una sceneggiatura tutto sommato dettagliata e ricca di sfumature, per questo motivo rimango ad occhi sgranati quando irrompono i violini gracchianti di Ryuichi Sakamoto (vincitore di un premio oscar con L’ultimo Imperatore di Bertolucci, e chiamato in causa da registi del calibro di Pedro Almodovar, Oliver Stone e Brian De Palma). Stavolta il compositore nipponico sbaglia tutto, commentando un film già irrimediabilmente lento con musiche da coma pilotato, sonorità troppo pesanti nei pochi momenti di risveglio del film, e troppo povere nei momenti delicati mentre partono le scommesse tra gli spettatori a chi si addormenta per primo. Strumentazione tuttavia azzeccata, archi e pianoforte trattato con un effetto però troppo obsoleto. Tanto suggestiva l’idea d’impianto,con un obbligato del piano che fa da contrappunto alle mezze frasi degli archi, quanto in attenta la realizzazione, effetti diversi tra gli strumenti, impasti improbabili, poca escursione sulle possibilità espressive tipica degli archi, un passaggio alla Howard di qua e uno alla Hans Zimmer di là. Temi troppo deboli per salvare la mediocrità del film, un film basato su una storia che più che ambientata nell’800, sembra scritta nell’800.
Curiosa la scelta di cambiare brano, anziché modularlo, su di un’unica scena, creando squilibrio temporale e soprattutto un’incoerenza da alzarsi ed andarsene. Errore da dilettante. Neanche nei commenti delle scene ambientate nel suo paese natale, Sakamoto riesce ad uscirne indenne, facendo entrare lo spettatore in un tunnel sonoro sempre uguale. Le sequenze armoniche per descrivere i paesaggi francesi e i villaggi giapponesi sono le stesse, stessi anche strumenti per commentare il lungo viaggio e infine troppo sbrigativo il tema di congiunzione tra realtà europea e quella orientale.
In conclusione un film apatico, girato senza convinzione, un montaggio lento e un’interpretazione degli attori davvero preoccupante (l’unica nota positiva va ad Alfred Molina che interpreta l’uomo d’affare Baldabiou). Un film inutile.
 

08:11:2007

SILK
Regia: Francois Girard
Musiche: Ryuichi Sakamoto
Canada/Italia/Giappone 2007, 112'
DUI: 26 ottobre 2007
Genere: Drammatico, Sentimentale