ca'foscari short film festival

III edizione

 

Venezia, 20 / 23 marzo 2013

 

 

recensioni concorso internazionale

di Eleonora DRAGO

> atomes di Arnaud Dufeys
> blurred di Shay Gott
> bawdi di Vivek Soni
>
Controlled di Hendrik Schmitt
>
crossroads di Nikhil Patil
> Dolly di Ketan Rana
>
è troppo vicino per... di Caterina Shanta
> Fury Triumph di Tan Xinwen
>
il conte di Adel Oberto
> il più bel giorno... di Cataldino Santoro
> l'incertitude d'heisenberg di Richard Gérard
> in memoriam di Carmen Bellas
> Jeanne di Dania Reymond
> Mee di Letty Felgendreher
> more than ice-cream... di Riley Leung
> Napoleone è pazzo di DDi Viesto, FSpiazzi
>
sing under di Jung Hee Biann Seo
>
sleepless eyes di Leonardo Santana Zubieta
>
The Apple's Fault di Heedye David Koren
> The Ordinary Job di AAVV
> to dream away di Tan Si En
>
Trespasser di Nicky J.Ilan
>
two days di Andrés Lopetegui Santos
> vaesen di Adrian Dexter
> Vie de rêve en promotion di Ellen Salomé
> yabuki machi di Mitsuaki Saito

 

the ordinary job
di Erika Monte, Elisabetta Masiero, Eleonora Remigi
Silvia Galasso, Sara Menegazzi, Salvatore Comito

Italia 2012, 6'44"

 

 

Uno dei tre corti di animazione presenti nel concorso; racconta la storia di Franco Bollo, postino nella città di Movie City. Ogni giorno consegna la posta ai protagonisti dei film più conosciuti della storia del cinema, attraversandone i set più famosi: Jurassic Park, Amageddon, Psycho, Via col vento, E.T., prendendo parte così alle scene di maggior successo che vengono qui riproposte in chiave comica, ma anche come omaggio alla storia del cinema.

jeanne
di Dania Reymond

Francia 2012, 17'

 

 

Racconta la storia di Jeanne, rinchiusa in un ospedale psichiatrico perché convinta di essere Giovanna D’Arco. Per questo motivo non riesce a non seguire ciecamente quella voce divina che le indica le azioni da compiere, nonostante i tentativi dei medici e i colloqui con la psicologa. L’opera mette in evidenza tutte le inquietudini della ragazza, attraverso il gioco delle inquadrature ravvicinate sul suo viso con insistenza.

Napoleone è pazzo
di
Dario Di Viesto, Federico Spiazzi

Italia 2012, 20'

 

 

All’ex attore Antonio Sarracino, detenuto, viene offerta la possibilità di rappresentare il ruolo di Napoleone in uno spettacolo teatrale che celebra un’antica villa che fu manicomio. Il cattivo rapporto tra Antonio e il resto della compagnia rischia però di far saltare lo spettacolo: l’arroganza di Antonio, che vuole riconquistarsi un ruolo da protagonista nel mondo dello spettacolo, si scontra con la diffidenza delle persone che gli stanno intorno, non ultimo il poliziotto che lo accompagna alle prove. Queste tensioni faranno precipitare la situazione fino al tragico epilogo finale, spunto di riflessione non solo sulla condizione dei detenuti e sulla possibilità del loro reinserimento nella società, ma anche sulla pazzia e le sue conseguenze.

dolly
di Ketan Rana

India 2012, 11'06"

 

 

La bella Dolly è il punto d’unione tra due persone completamente diverse: un camionista che soffre d’insonnia e per questo viaggia ininterrottamente per tutta l'India, e un soldato soffocato dai rimorsi. Due storie e vissuti lontanissimi l’uno dall’altro, legati dal filo rosso del desiderio, perché il vero protagonista non né il camionista, né il soldato, bensì Dolly. Il film si presenta come una particolare commistione di generi, a metà tra il musical e la commedia, caratterizzato da una fotografia ricca di colori vivaci.

bawdi
di Vivek Soni

India 2012, 20'

 

 

Ambientato in un villaggio tormentato dalla siccità, l’opera racconta la storia di donne costrette a camminare per miglia solo per raggiungere un pozzo e raccogliere l’acqua, spingendo la gente del posto a preferire che le proprie figlie sposino uomini di altri villaggi; Vishna quindi è diviso tra lo sposare la bella Tulsi o essere coerente alla propria coscienza morale. Emerge una riflessione sotto più punti di vista: da una parte quello della la crisi ecologica e sociale (un problema reale e tangibile nell’India di oggi) e dall’altra quello delle problematiche esistenziali, ponendo il protagonista e lo spettatore di fronte a una difficile scelta etica e morale.

to dream away
di Tan Si En

Singapore 2012, 4'30"

 

 

è la rappresentazione del sogno del protagonista di scappare dalla vita monotona dell’ufficio. La regia è curata e attenta ai dettagli: le inquadrature riflettono il ritmo dell’opera, più lento nella prima parte, scorrevole nella seconda; il contrasto tra il bianco e nero degli interni dell’ufficio, e i colori vivaci della dimensione onirica, con immagini astratte. Le scelte sonore contrappongono il suono di una fotocopiatrice con quello più armonioso dell’acqua. Il cortometraggio ha un finale aperto, con il protagonista che galleggia nell’oceano: non si sa quando e se da quel sogno meraviglioso, tornerà alla routine di tutti i giorni.

vaesen
di Adrian Dexter

Danimarca 2012, 6'05"

 

 

Un principe intraprende un viaggio solitario per salvare il padre, e come in ogni saga epica che si rispetti, la sua personale ricerca dovrà misurarsi con la desolazione di pianure senza vita, di foreste spettrali, di piogge incessanti. La musica dà voce alle inquietudini del protagonista, alla sua angoscia crescente, alla vita che è destinata a spegnersi; sugli sfondi, che si richiamano alla pittura di paesaggio del Romanticismo tedesco e russo, si proietta amplificata la sua paura. Nella narrazione ogni elemento si rivela portatore di un ulteriore livello di senso, obbligando lo spettatore a ripercorrere l’intera vicenda con gli occhi del dubbio.

il conte
di Adel Oberto

Gran Bretagna 2012, 23'19"

 

 

Storia ambientata nel periodo della Resistenza sui monti del Nord Italia, con protagonisti  un sergente in spedizione e un conte, capitano del sergente nel 1936 in Abissinia, che gli darà ospitalità. Emerge un duro contrasto di ideali tra i due vecchi amici: il conte, stanco della guerra, e il sergente, fortemente legato alle idee del regime. Il finale aspro e triste diventa l’emblema del sacrificio in difesa delle proprie idee. Opera di notevole tecnica registica, impreziosita da un riuscito piano sequenza e da un sapiente uso della luce.

blurred
di Shay Gott

Israele 2012, 15'

 

 

Protagonista è Ora, una donna che vive con il figlio Daniel, affetto da una malattia mentale. La paranoia e la schizofrenia che lo affliggono sono ormai una parte costante della vita di Ora che sopporta stoicamente grazie al suo amore materno. Daniel però comincia a rifiutare di prendere le medicine e le sue condizioni peggiorano in fretta, tanto da rendere sempre più pericolosi i suoi comportamenti, e da questo momento la donna non riesce più a sopportare le catene di una vita fatta di costante apprensione e sofferenza che, come una spirale, la portano sempre più in fondo.

è troppo vicino per mettere a fuoco
 
di Caterina Shanta

Italia 2012, 13'36"

 

 

Documentario che racconta la storia della regista e del suo rapporto con il padre biologico e quello adottivo, entrambi militari ma di eserciti diversi: la sua vita si intreccia così con alcuni eventi che hanno segnato la Storia, dalla caduta del Muro di Berlino, alla seconda Guerra del Golfo, alla guerra in Afghanistan. Alternando i materiali fotografici della sua famiglia con filmati d’epoca, pubblicità, video d’animazione e spezzoni di film, lo sguardo di Caterina riesce a trovare la giusta distanza per mettere a fuoco i suoi ricordi, anche quelli dolorosi, e a presentarli in modo originale.

Il più bel giorno della mia vita
di
Cataldino Santoro

Italia 2012, 18'36"

 

 

Cronaca di una giornata torrida tipica del Sud Italia, in cui si sta per celebrare un matrimonio. Con particolare attenzione ai dettagli e ai piccoli gesti, anche quelli più usuali, vengono rappresentati gli invitati in attesa dell’arrivo degli sposi in chiesa; il senso evidente del tempo che passa e che gli ospiti cercano di ingannare, è espresso dal rumore delle lancette nel silenzio. Si tratta di un divertente racconto corale che mostra l’umanità più frivola senza tempo, una fotografia dei vizi e delle virtù della società di oggi e di ieri.

Fury Triumph
di Tan Xinwen

Singapore 2012, 17'48"

 

 

La giovane Xiao Wei vorrebbe ricalcare le orme materne imparando la tradizionale danza del leone e per questo frequenta, di nascosto dal padre, un corso presso la scuola in cui i suoi stessi genitori erano stati allievi. Per il padre però il ricordo della moglie - deceduta per un incidente proprio durante l’esecuzione di quella stessa danza - è una ferita ancora aperta troppo dolorosa da sopportare. Nonostante l’inevitabile scontro tra i due, la passione della figlia verrà riconosciuta e accettata. Opera in cui i sentimenti familiari e lo scontro generazionale sono trattati con particolare cura dal punto di vista psicologico dei protagonisti.

More than ice-cream Wong Kwong
di Riley Leungr

Hong Kong 2012, 13'

 

 

Docu-intervista al novantenne Wong Kwong, venditore ambulante di gelati ad Hong Kong. Ciò che colpisce di più della sua vita è non tanto la ripetitività dei suoi gesti quotidiani e della sua routine, quanto il fatto che  non gli pesano nonostante siano gli stessi da una vita. La sua tranquillità traspare dalle parole e dai suoi atteggiamenti: egli spiega infatti, quasi come un maestro zen, che ogni gesto ha un significato e porta con sé qualcosa di nuovo, una parola, un incontro per cui vale la pena continuare a ripeterlo.

two days
di
Andrés Lopetegui Santos

Spagna 2012, 11'

 

 

Una notte una donna piange sulla tomba del marito morto recentemente, ormai sfiduciata verso la vita e il futuro, quando dalle tombe vicine emerge un gruppo di figure - le anime dei morti - che la spingono a guardare avanti e a vivere la propria vita e ogni suo momento. Inizialmente la donna non dà loro ascolto, ma poi quando vede l’anima del marito insieme a quella di un’altra donna si convince a seguire il loro consiglio e darà una svolta alla sua vita.

in memoriam

di Carmen Bellas

Spagna 2012, 12'

 

 

è la storia dell’ossessione di Ivan per gli scritti sulla perdita della memoria dello scienziato tedesco Johannes K. Sørensen. Si reca nella casa dello scienziato, dove non sono conservati i testi ma in cui lo spazio è abitato dai ricordi. Un viaggio complesso nella memoria storica e individuale che ricorda allo spettatore come l’oblio, deliberato o inevitabile, non cancella il peso del passato.

sleepless eyes
di Leonardo Santana Zubieta

Spagna 2012, 14'

 

 

Protagonista è una psichiatra turbata dall’incubo di una sua paziente, tanto che si ritrova a sognarlo anche lei non riuscendo a spiegarselo. Si reca in un istituto dove viene condotta da una ragazzo che, attraverso il ricordo del sogno e da un flashback, la dottoressa riconosce come suo figlio. Lo stato d’animo della donna è espresso dal senso di panico e dalla drammaticità che attraversano tutta l’opera, e inevitabilmente sono percepite anche dallo spettatore.

trespasser
di Nicky J.Ilan

Israele 2012, 15'

 

 

è l’ultimo giorno in cui Yohan Schmidt presta servizio per l’esercito israeliano; è di guardia in un modesto posto di blocco al confine tra Israele ed Egitto. La giornata scorre apparentemente tranquilla, poi un avvistamento, e tutto d’improvviso cambia: un africano sta attraversando il confine con un vitello avvolto in una bandiera israeliana. Gli intrusi sembrano all’apparenza innocui, ma durante l’interrogatorio l’atmosfera si fa di colpo più pesante e la tensione sale fino a raggiungere il suo apice, quando a Schmidt, patriota entusiasta, viene impartito un semplice, crudele ordine al fine di verificarne la lealtà.

Vie de rêve en promotion
di Ellen Salomé

Belgio 2012, 7'24"

 

 

Originale commistione tra scene animate e altre con attori veri, il corto racconta alcuni episodi della quotidianità di una escort dall’accattivante nome d’arte, “Sugar Candy”: racconta ad una amica il suo ultimo incontro con un cliente americano, che sembra essere l’uomo della sua vita. I due innamorati si scambiano promesse d’amore ed in attesa che la cena cominci il giovane le dona un regalo, forse per un anniversario, un cespo di insalata...Ma che cosa sta succedendo esattamente? Il risultato è un’evasione onirica e sognante dalla monotonia della vita quotidiana.

Yabuki machi
di
Mitsuaki Saito

Giappone 2012, 30'

 

 

Questo documentario è ambientato nella regione rurale del distretto di Fukushima, un anno dopo il disastro nucleare provocato dal terremoto del marzo 2011. Il regista indaga su come siano cambiate le vite di coloro che vivono ancora in quella zona, esperienza che gli permette anche di tornare alle sue stesse radici, in quanto terra natale del padre. La frase che più esprime lo stato d’animo degli abitanti è “La cosa più spaventosa per noi è che la radioattività non si può vedere”, cosa che incute più timore a chi viene da fuori, ma che non scoraggia chi ha scritto la propria storia in quella natura.

controlled
di Hendrik Maximilian Schmitt

Germania 2012, 16'40"

 

 

Maick custodisce dentro di se il ricordo di una terribile notte durante la quale ha ferito gravemente un giovane. Una psichiatra tenta di far emergere in superficie la verità che tormenta il giovane ragazzo; sono i flashback che ricorrono nella sua mente a ricostruire una storia fatta di razzismo e violenza, nella quale l’amicizia assume le sembianze pericolose della minaccia. In questa storia si affacciano problematiche attuali, supportate da una regia che alterna brillantemente distaccate inquadrature oggettive alla distorta percezione della realtà del protagonista. Da segnalare anche il riuscito utilizzo delle varianti atmosferiche per sottolineare le ellissi temporali e i mutamenti d’animo del protagonista; l’arrivo della pioggia nel finale sembra determinare infatti lo sblocco emozionale di Maick.

The Apple's Fault
di
Heedye David Koren

Israele 2012, 25'09"

 

 

Tratto da una storia vera, racconta la drammatica fine di Noa, giovane innamorata di Haim, uno scrittore fallito di mezza età. Giovane sognatrice, Noa è attratta  soprattutto dalla tenerezza e dalla delicatezza delle poesie e degli scritti di Haim, che in realtà ha un comportamento spesso violento e mutevole. Poiché proprio questo gli dà l’ispirazione per scrivere, Noa per aiutarlo decide di terminare tragicamente la sua vita. La delicatezza e la drammaticità della storia traspaiono dalle particolari inquadrature del corto, girato in bianco e nero e dall’aspetto essenziale.

crossroads
 di Nikhil Patil

India 2012, 28'

 

 

Protagonista è un’introversa donna indiana di classe media, da poco vedova. A fronte del recente lutto, dovrà apportare dei cambiamenti nella sua vita, al fine di provvedere alle sue necessità e a quelle dell’anziano suocero: costretta così a lasciare il lavoro da insegnante, da sempre piacevole per lei, per proiettarsi in una dimensione completamente diversa: la monotonia di un lavoro in ufficio, con la promessa di un guadagno maggiore. Dopo una serie di ripensamenti e momenti di nostalgia, capirà che nessuna delle due opzioni fa veramente al caso suo. Non le resta quindi che imparare a godere ogni istante nel suo divenire.

atomes
di Arnaud Dufeys

Belgio 2012, 18'10"

 

 

Viene trattato con molta sensibilità il particolare rapporto tra Hugo, insegnante in una scuola, e Jules, adolescente provocante e suo nuovo allievo. Questo vede in Hugo la figura sostitutiva paterna, dimostrandosi spavaldo in presenza dei suoi coetanei, ma affettuoso nel privato. Vengono infatti mostrati alcuni episodi in flashback tra i due, come il bacio finale, più legato a complicità e protezione che all’amore. E proprio per questo alla fine Jules parte, convinto di aver sconvolto gli equilibri e la semplicità di quel rapporto naturale che aveva con il suo educatore.

L’incertitude d’Heisenberg
di
Richard Gérard

Belgio 2012, 16'32"

 

 

Storia di due amici, Rémi e Bastien, laureati in ingegneria nucleare e stagisti presso una grande azienda. Per via dei tagli al personale però viene richiesto che uno di loro lasci il posto: si trovano così di fronte a una scelta difficile e di responsabilità, a cui si riferisce il titolo del corto: secondo il principio dell’incertezza di Heisenberg, per capire un fenomeno è necessario compiere delle scelte, andando avanti e facendo dei progressi; dunque non ci sono decisioni giuste o sbagliate, ma semplicemente bisogna rischiare per proseguire il cammino che rimane da percorrere. Per questo uno dei due amici si sacrificherà per la carriera dell’altro.

mee
di Letty Felgendreher

Germania 2012, 4'40"

 

Greenhouse film

 

Questo cortometraggio tedesco combina insieme animazione tradizionale, digitale e stop motion. L’opera racconta con delicatezza e umorismo una storia di adozione: la piccola protagonista è Mee, una ragazzina coreana con la passione per il cibo, trovata dentro ad una scatola di cartone ed arrivata in Germania ancora in fasce. Questo fatto sembra suscitare in chi le sta intorno infinite domande e curiosità: come? Quando? Chi? Perché? Sarà proprio Mee a rispondere una volta per tutte a chi non crede che anche un bambino adottato possa essere davvero felice.

sing under
di Jung Hee Biann Seo

Corea 2012, 10'

 

 

Sing Under è un’originale opera di video-arte, il cui tema centrale è l’inquinamento, secondo il doppio punto di vista degli esseri umani e degli oggetti. Costituito da una serie di semplici immagini raffiguranti una figura femminile seduta di spalle, senza vestiti, che si alternano a una sequenza raffigurante tre uomini che scartano un sacco nero, da cui pian piano compare una figura femminile analoga a quella precedente, seduta. Notevole è l’immaginazione di questo corto che riesce a trattare temi attuali attraverso l’uso metaforico ed evocativo delle immagini, senza alcun dialogo.

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3.ca'foscari short film festival

Venezia, 20 / 23 marzo 2013