biennale arte 2013

il palazzo enciclopedico

 

55. ma esposizione internazionale d'arte

1.6-24.11

 

Mladen Miljanovic
bosnia erzegovina

Storia Nazionale/Narrazione celebrativa

 

di Milica Mitrovic

galleria fotografica performance inaugurazione

Dieci anni dopo la prima partecipazione alla Biennale,  la Bosnia è tornata a Venezia. L’artista scelto per rappresentare la nazione è  Mladen Miljanovic . Mladen, prima di iscriversi all’Accademia di Bella Arti di Banja Luka , realizzava incisioni sulle tombe . Dieci anni dopo, questa esperienza verrà  materializzata nella opera ‘’Giardino delle Delizie’’, che rappresenta una collezione di vite immortali e di delizie.

Vladimir Peric, inceve, è uno degli artisti che rappresenta la Serbia.  Vladimir è un artista ricercatore delle ‘’vite’’ abbandonate nei mercati dell’ usato. Ciò che è rimasto,  “l’usato” o il “ non voluto” in realtà, secondo l’artista, vive ancora, marchiato dalle impronte dei precedenti proprietari. L’arazzo Miki Maus,  opera  realizzata nell 2012,  fa parte delle opere del padiglione serbo,e  rappresenta una generazione che non c’è  più.  Centinaia delle figurine Miki Maus, prodotte nel 1962, anno di nascita dell’artista stesso, sono state ritrovate da Vladimir nei mercatini dell' usato in Serbia.

La connessione fra questi due artisti non è diretta: i due, per esempio, sono di generazioni diverse - Mladen del 1981, Vladimir  del 1962 –  e soprattutto rappresentano diverse nazioni .  Tuttavia, Mladen e Vladimir certamente condividono un’esperienza fondamentale:  quella Balcanica, tuttora molto sentita dalle odierne generazioni, che sono ancora influenzate dalle dinamiche geografiche, politiche ed economiche del territorio.

 Nei anni ’90, Vladimir faceva parte della scena musicale underground  belgradese ed era in possesso di uno strumento all’avanguardia dal punto di vista tecnologico: l’ SP-12 Turbo. Contemporaneamente, si stava sviluppando una nuova tipologia musicale basata sulla velocità che immediatamente raggiunse un grande successo. D’altronde,  in molteplici contesti culturali serbi  si stava assistendo ad un fenomeno simile: si produceva e si consumava velocemente, perché il Domani era imprevedibile. Uno studio di Belgrado, specializzato in musica Folk , chiese a Vladimir l’ SP-12 Turbo. Cosi nacque il termine TURBO-FOLK che oggi è diventato sinonimo del kitsch.

Parallelamente, tra la fine degli anni ’80 e l’ inizio degli anni ’90 , le rappresentazioni/decorazioni incise nelle tombe cambiarono radicalmente. Infatti, Durante il periodo comunista, in Jugoslavia,  era usanza non avere desideri o scritte personalizzate nella propria tomba. Tutti dovevano seguire desideri che erano più ‘’importanti’’ e più grandi di loro. E lavoravano per un unico obiettivo: l’eguaglianza. Cosi fu anche per le tombe. Tutte uguali. Nome, cognome, data di nascita, data di morte, e a volte un breve verso. Dopo il crollo del comunismo, le persone sentivano un grande bisogno di differenziarsi e di seguire i propri desideri. Cosi cambiò anche la tradizione della presentazione dei morti sulle tombe. Non ci si accontentava più delle solite formule, ma si sentiva la necessità di diversificarsi. Così le persone iniziarono a voler rappresentare nelle proprie tombe le situazione che amavano di più nella vita e che le rendevano speciali. 

La vita immortale, di che non si parlava nell’era degli atei, quando credere nello spirito e della vita eterna, si contava per scontato, ha occupato un grande posto nella società.

Nello stesso tempo, tale libertà ha aperto la porta per kitsch. Mladen afferma che la densa concentrazione di kitsch nella società è allarmante, perchè è un segno che morale e la spiritualità sono a livelli bassi.

La sua opera rappresenta delle figure incise, che sono state trovate sulle tombe di cimiteri in Bosnia, inserite nel paesaggio di un famoso quadro rinascimentale,  ‘’Giardino delle delizie’’di Hieronymus Bosch. L’insieme di queste figure rappresenta la realtà, la realtà dei desideri e delle delizie del popolo bosniaco.

Domandiamoci,quindi, se i desideri  sentiti come individuali non siano invece sentimenti collettivi imposti, ora dal Comunismo ora dal capitalismo, che diventano pertanto un semplice strumento di controllo e di tortura. O ancora: Abbiamo imparato qualcosa della nostra storia, quando  ci accontentiamo delle banalità? Che non è solo la banalità individuale, ma universale. Imporre i desideri, imporre una felicità non desiderata. Facciamo un passo indietro, per ascoltare più attentamente le nostre anime, perchè forse uno spirito c’è.

Padiglione Bosnia Erzegovina - Mladen Miljanović. Il Giardino delle Delizie I Mladen Miljanović I Luogo: Palazzo Malipiero I Città: Venezia I Data inizio: 01 Giugno 2013 I Data fine: 24 Novembre 2013 I Telefono per informazioni: +39 +39 041 5218711/ 349 7248 831

 

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01 giugno > 24 novembre 2013