biennale musica

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Venezia 4>13 ottobre 2013

 

kairos quartetT

di Alessandro MORO

30/30

Nel programma offerto dal Kairos Quartett lunedì 7 ottobre 2013 il pubblico presente ha avuto modo di ascoltare, accanto a lavori di compositori italiani, il Secondo Quartetto di Georg Friedrich Hass. Il compositore austriaco è tra i più interessanti del panorama internazionale, proprio perché non è un compositore di immediata esportazione. Hass non è un compositore globalizzato (come nel caso, e contrario, di compositori e di elettroniche globalizzati a volte alla francese, a volte alla olandese, a volte alla Berio). La musica di Hass (Graz, 1953) è legata nel modo più naturale e allo stesso tempo più problematico possibile alla tradizione musicale austriaca, per come essa si sta (ancora) svolgendo con irruenza e crudeltà dopo l’esperienza poetica di Schubert e dopo quelle del primo Novecento. Non tutto ciò che viene scritto in Austria oggi è scritto con autentica  coscienza della datità di tali coordinate linguistiche, e infatti non tutto ciò che viene scritto oggi in Austria è interessante (e forse non lo è proprio per la mancata riflessione su queste datità). La musica di Haas merita ascolto perché in modo originale si confronta con i pericoli altissimi della sua propria tradizione, che in questo caso, sono quelli del genere del quartetto (ex Haydn).

Il secondo quartetto di Haas è un lavoro del 1998, il che significa che è stato ultimato circa vent’anni dopo l’epocale (in senso etimologico; epochè denota in greco quell’arresto in forza del quale in un movimento riconosciamo un prima e un poi) lavoro di Nono. Ma proprio a partire da Fragmente – Stille, an Diotima, si può anche comprendere la ricerca di Hass – che armonicamente, timbricamente, formalmente è diversissima da quella di Nono, ma di una diversità dialogante con i fondamenti sui i quali Nono opera: l’esperienza incontrollabile della poesia di Hölderlin.  Chi ha avuto l’occasione di assistere alle lezioni di analisi di Haas – in particolare proprio quella su Fragmente – sa quanto questa parentela (Verwandschaft) e questa cura sia esito di ricerca radicale (così come lo è ancora presso altri contemporanei, come nel quartetto Lizkor VeLishkoach di Daniel Peter Biro, opera del 2001 dove esplicito è il confronto con Schubert).

Haas è un compositore che difficilmente si può presentare con formule riduttive: sicuramente è tra gli autori che lavorano in modo più personale e sentito sulla microtonalità, su gradienti di tensione armonica e sulla costruzione di armonie che sono (come alla fine di questo quartetto) spettrali resti di ordine presentati come assoluta nudità sonora.

Il Secondo quartetto lo dimostra con forza dirompente, nel materiale microtonale esposto, stravolto nel caos frequenziale dei glissandi e trasfigurato negli accordi conclusivi dell’opera. Il Kairos Quartett è l’ensemble che da anni si dedica, con attenzione e successo,  al repertorio quartettistico di Haas.

Peccato che durante l’esecuzione di cui scriviamo, quella della Biennale Musica 2013, un parlottio da fondo sala abbia per lunghissimi tratti inquinato la fruizione dell’opera.

ore 17.15 – Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian
KAIROS QUARTETT

Marino Baratello (1951) Quartetto d’archi n. 2 Danza di Hagoromo (2011, 9’)
Michele dall’Ongaro (1957) Quartetto n. 6 (2011-2012, 10’)
David Robert Rusconi (1976) De Arte respirandi (2010, 24’)
Giampaolo Coral (1944-2011) Raps XI per quartetto d’archi (1989/rev. 1991, 10’) prima es. it.
Georg Friedrich Haas (1953) Quartetto d’archi n. 2 (1998, 18’)
Wolfgang Bender violino
Stefan Häussler violino
Simone Heilgendorff viola
Claudius von Wrochem violoncello

SITO UFFICIALE

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Venezia 04 / 13 ottobre agosto 2013