biennale musica

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Venezia 4>13 ottobre 2013

 

ASPERN

di Alessandro MORO

24/30

Nel programma della Biennale Musica 2013 rientrava una collaborazione con il Gran Teatro La Fenice riguardante la produzione di un lavoro di teatro musicale di Salvatore Sciarrino, Aspern (Singspiel in due atti). Si tratta di un’opera la cui prima assoluta, tenutasi Firenze, risale al 1978 e che in questa occasione è stata presentata per la prima volta a Venezia, città nella quale è ambientata. Il libretto, elaborato da Sciarrino stesso e da Giorgio Marini, si basa su "The Aspern Papers" di Henry James, testo che risale all’ultimo scorcio dell’Ottocento.
Questa la sinossi dei due atti: uno scrittore, alla ricerca di materiale del poeta Jeffrey Aspern, morto da tempo, è informato che tali documenti si trovano a Venezia presso di un’anziana signora, Giuliana Bordereau. Per entrare in contatto con questa, lo scrittore arriva in laguna e affitta da lei una stanza, provando a ottenere ciò che cerca agendo anche su Titta, che di Giuliana è la non più giovane figlia. Questi sforzi non hanno fortuna, e dunque il protagonista si decide a rubare le carte di Aspern di notte. La sua impresa non riesce: scoperto, deve fuggire. Il quadro generale cambia poco dopo, alla notizia della morte di Giuliana Bordereau. Il protagonista ritorna a Venezia dove incontra Titta, che gli promette di consegnargli gli scritti da lui cercati solo in cambio del matrimonio. Lo scrittore, che non acconsente a questo scambio, è informato il giorno dopo da Titta che l’oggetto della sua ricerca è stato distrutto.
La forma del Singspiel rimanda ovviamente alla forma mista di parlato e azione musicale tipica della Vienna tardo settecentesca di cui Mozart offre ne Il Flauto Magico l’esempio più celebre. Tuttavia, dal punto di vista del clima poetico, è un’altra opera di Mozart che ci pare condividere le corde più profonde con Aspern: il Don Giovanni, e questo certo per l’ambiguità – veramente demonica – con la quale si associa, anche nel lavoro di Sciarrino, la sfera della seduzione a quella della distruzione. In Aspern si tratta certo di una parvenza di seduzione (inquadrata nella texture di un rapporto legale che non arriva nemmeno alla vigenza), ovvero di una richiesta di matrimonio quasi estorta ma non ottenuta: si tratta dunque del non accadere di eventi, che conducono poi alla consumazione dell’oggetto del desiderio (il bruciare le carte da parte di Titta) – un oggetto del desiderio per altro già dislocato rispetto alla relazione che proprio a causa di questo oggetto ha, obliquamente, luogo. L’azione musicale di Sciarrino insiste geometricamente su questa ambiguità presentando una dramma dove diversi piani sonori (intervento della cantatrice, parti recitate, episodi strumentali) si svolgono come presentazione paradossale di (im)possibilità che non intrattengono tra loro alcuna comunicazione e che non producono dunque alcun orizzonte comune di eventi.
La strumentazione cameristica del lavoro prevede, accanto ad una cantante e le voci recitanti l’intervento di una viola, un violoncello, di due flauti (estesi a ottavino, flauto in sol, flauto basso), percussioni e clavicembalo. Si tratta di un organico decomposto – quasi, per dirlo in termini non sciarriniani, da Singspiel alla Kurt Weill.
Agli strumentisti che affrontano questa partitura è richiesta la panoplia di tecniche estese che contraddistingue da decenni la ricerca strumentale di Sciarrino. L’esecuzione a cura di Marco Angius, specialista di questo repertorio, è stata precisa nell’addentrarsi in questo mondo dove il suono diventa il vero oggetto della ricerca musicale. Il soprano Zuzana Marková, già nota al pubblico veneziano come intreprete di contemporanea per il suo impegno, sempre al Teatro Malibran in Powder Her Face del britannico Thomas Adès, ha interpretato il suo (non) ruolo con grande musicalità. La messa in scena dello IUAV, che ha coinvolto sette tutors di regia, scene, costumi e luci, ha dato una lettura minimal di un lavoro che proprio in quanto Singspiel dovrebbe esibire una estrema vivacità anche sul piano scenografico. Questa collaborazione tra Biennale e il Teatro La Fenice segna l’avvio di una ripresa di rapporti che può rivelarsi feconda anche per le prossime stagioni (nel caso più auspicabile dovessero essere prodotte anche prime assolute).

ore 19.00 – Teatro Malibran
ASPERN
Singspiel in due atti (1978, 100’)
musica Salvatore Sciarrino (1947)
libretto Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino
Zuzana Marková una cantatrice
Orchestra del Teatro La Fenice
Marco Angius maestro concertatore e direttore

Università IUAV di Venezia regia, scene, costumi e luci
in collaborazione con il Teatro La Fenice

SITO UFFICIALE

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Venezia 04 / 13 ottobre agosto 2013