L’Istituto Italo-Latino Americano, tradizionalmente supportato dal Goethe
Institut e da fondi istituzionali nostrani, comunica, dall’ Isolotto
dell’Arsenale, il senso di accumulazione come apertura ancora più marcata e
definita rispetto alla Cina. Cominciamo quindi –dopo Costantino e Deller- a
notare una diversificazione radicale tra gli approcci curatoriali: le
dinamiche comunque autocelebrative dei primi due si trasformano nel
desiderio di dialogo del “continente-Cina” e di quello sudamericano con l’
Europa-mater, segnatamente Italia e Germania.
I curatori Alfons Hug e Paz Guevara e la Commissioner Sylvia Irrazábal, nel
concepire e allestire “El Atlas del Imperio”, hanno messo questa
reciproca fertilizzazione culturale in primo piano e hanno scelto
artisti che coerentemente incrociano matericità primaria, videoarte e
fotografia. In primissimo piano, la costaricana Lucia Madriz, con
prodotti della terra disposti a formare installazioni ancestrali e
vagamente esoteriche
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“Fiat Panic” e “Cielo,Tierra,Infierno”, con mais,semi e pietre a formare
cerchi e suggerire simboli
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e la boliviana Sonia
Falcone, diventata star di questa Biennale grazie ai vasi di pietracotta
riempiti di coni di spezie profumate e pigmenti policromi: in
assoluto l’oggetto più fotografato e postato su Facebook. Molto bella anche
la restituzione video di “The second and a half dimension”, del colombiano
François Bucher, installazione realizzata nella
meseta di Marcahuasi (Perù) inquadrando foreste di pietre che producono
ombre antropomorfe, ancora una volta in una trance visiva che ricorda le
premesse psichiche indotte dalle linee di cura suggerite da
Massimiliano Gioni.
Il bellissimo spazio dell’ isolotto, aperto anche fisicamente su altri
padiglioni (il profumo della Falcone arriva sino alla Lettonia), soffre però
di una certa costipazione, cui si potrà rimediare riordinando i
piccoli “loculi” riservati alle micro-installazioni non a terra, cui è
spesso difficile accedere. I video, in particolare, richiedono ambiti più
bui. Hanno esposto anche: Guillermo Srodek-Hart (Argentina), Juliana Stein
(Brazil), León and Cociña (Chile), Humberto Díaz (Cuba), Michael Alvear
and Patricio Andrade (Ecuador), Simón Vega (El Salvador), Marcos Agudelo
(Nicaragua), Jhafis Quintero (Panama), Fredi Casco (Paraguay), David Zink Yi
(Peru), Group Quintapata (Dominican Republic), Martin Sastre (Uruguay),
Susana Arwas (Republic Bolivariana of Venezuela), insieme agli invitati
Luca Vitone (Italy), Harun Farocki, Antje Ehmann (Germany / Brazil) e
Christian Jankowski.
03/6/2013
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