biennale danza 2013

 

abitare il mondo

trasmissione e pratiche

 

28.29.30 giugno 2013

 

di Gaia Clotilde Chernetich

Con il coreografo fiorentino Virgilio Sieni alla direzione della sezione Danza della Biennale di Venezia, per tre giorni la danza contemporanea si è fusa - letteralmente - con la trama della città.
Abitare il mondo. Trasmissione e pratiche
è solo il titolo della manifestazione appena conclusa, ma porta con sé il segno del cambiamento voluto dal nuovo direttore. All’insegna della condivisione e di un profondo spirito di apertura, questa edizione si è svolta prevalentemente nel tessuto urbano della città: oggettivamente magnifico, fragile per definizione e già congestionato dalla Biennale Arte e dalla stagione turistica estiva. E’ così, però, che la danza - inserita nella prospettiva concreta di una città aperta al mondo - è diventata parte integrante di campi, cortili, campielli, ma anche di spazi più canonici e istituzionali come La Fenice, l’Arsenale e il Conservatorio. 

Diversi sono i formati performativi ideati da Sieni per la sua Biennale: dall’improvvisazione allo studio, dalla danza urbana alla creazione teatrale vera e propria. Le pratiche e le metodologie performative prese in considerazione sono state numerose e tutte di elevata qualità. Inoltre, sono oltre 100 i giovani danzatori che hanno potuto partecipare al progetto Biennale College: un ampio programma di formazione con artisti internazionali che hanno dato vita a numerosi workshop coreografici e ad altrettante performance finali.

è palpabile la volontà - fondata sul principio di condivisione dell’esperienza - di fare della danza contemporanea un’arte per tutti. Non è un caso, infatti, se il programma ha dato ampio spazio non solo ai professionisti, ma anche a danzatori molto giovani, tra i 10 e 15 anni, e a numerosi neofiti che hanno potuto misurarsi con l’esperienza inedita della performance pubblica.

Particolarmente interessante è stato Atleta Donna, il modulo che ha visto cinque danzatrici accettare la sfida di danzare all’aperto per tre ore consecutive, ciascuna dentro una struttura di vetro a forma di cubo. Come dentro una bolla, Iris Erez, Cristina Rizzo, Nora Chipaumire, Eleonor Bauer e Simona Bertozzi hanno danzato, mostrando la loro cifra coreografica personale e tessendo relazioni estemporanee con il pubblico, le architetture, i suoni e le luci del pomeriggio veneziano.

In Vita Nova, invece, alcuni giovanissimi danzatori, guidati dallo stesso Virgilio Sieni e da Itamar Serussi, hanno mostrato la stessa professionalità dei danzatori adulti unita alla freschezza dell’adolescenza, offrendo momenti di non trascurabile emozione.

Agorà-Tutti, invece, è una performance urbana firmata da Sieni. Si tratta di un esperimento - riuscito - che ha provato la capacità di unire danza e tessuto urbano, gestualità fisiche complesse e uso cosciente dello spazio anche da parte di persone che non ne avevano mai fatto esperienza.

Segno dell’ottimo esito di questa Biennale Danza è l’assegnazione del titolo di Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres a Virgilio Sieni da parte del ministro francese alla Cultura, Aurélie Filippetti. Il successo di pubblico segna positivamente questa prima edizione della manifestazione firmata da un coreografo italiano, capace di non trascurare la qualità e di andare incontro alle nuove generazioni anche in questo momento in cui tutto il sistema culturale, non solo quello nazionale, soffre uno stato di crisi che ne sta mettendo in discussione i metodi, le pratiche e - soprattutto - il significato e il senso più profondo. Attendiamo ora la prossima edizione che confermerà, lo speriamo tutti, i buonissimi auspici di questa prima prova a pochi mesi dalla nomina del suo nuovo direttore.

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