biennale musica 2012

+extreme

 

EX NOVO ENSEMBLE / ALTER EGO
NEW RUSSIA / OLD AMERICA

Teatro Piccolo Arsenale 09/10, h 18.00

 

di Misha Noise CC

calendario completo

Per il concerto tardo pomeridiano della 4ª giornata della Biennale Musica al Teatro Piccolo dell'Arsenale troviamo una sorta di contrapposizione tra l'attuale scena della musica contemporanea russa, rappresentata da ex studenti del Conservatorio di Mosca, e la "vecchia America", simbolicamente incarnata da Terry Riley con "in C". Unico outsider per la serata, a fare da mediatore tra questi due mondi fisicamente e temporalmente lontani è Yotam Haber, giovane compositore d'origine europea ma trapiantato negli Stati Uniti.

Il concerto si apre con "kraMP" di Nikolai Popov, brano per due percussionisti e elettronica;  sul palco troviamo due set di percussioni differenti posti alle estremit_à del palco, fronteggianti l'un l'altro. Un set comprende soprattutto timpani mentre l'altro è piú incentrato su tom e grancasse, ovviamente entrambi hanno anche una varietà d'altre percussioni tra piatti, cimbali, nacchere e altro. Al centro della scena sono presenti due gong operistici di diversa misura e lo schermo sullo sfondo servirà per il live video, gestito da Anthony Quinn, che accompagnerà il pezzo.

I musicisti iniziano insieme, in una cascata di ritmo che presto satura la sala. È una sorta di battle royale percussiva, con l'elettronica (diretta da Simone Conforti) che ricampiona e altera al momento il decadimento delle percussioni metalliche che formano auree sonore, cupe nebbie sollevate dal barrage d'artiglieria che si sta sviluppando tra i due esecutori. Il video sullo sfondo, coperto in parte dai gong che attendono d'essere suonati nella seconda metà del brano, è un caleidoscopio minimalista, formato da bande di grigio e colore che segue e si contrappone al massimalismo sonoro in scena in quel momento. Mentre il pezzo evolve, il video inizia a cambiare e diventare sempre piú distorto, arricchendosi di colori e feedback. La seconda parte di kraMP vede i due percussionisti deporre le armi e dirigersi verso i gong; uno dei due suonerà effettivamente i gong mentre l'altro accompagna col flauto dolce, il tutto ancora elaborato dall'elettronica in tempo reale. Un finale un po' in sordina dopo l'esplosione travolgente dell'inizio, forse scontato e troppo addolcito.

Il cambio di scena e di strumenti ci porta al secondo pezzo, "Stripping" del giovanissimo Kirill Shirokov; brano non elettroacustico, è formato da due gruppi strumentali per un totale di 10 elementi composti da due set di percussioni, viola, violino, fisarmonica, corno, clarinetto, flauto traverso, tromba e un oscillatore sinusoidale, tutti diretti da Filippo Perocco. Gli strumenti sembrano addirittura eccessivi poiché il brano è musicalmente minimalista all'estrema potenza, concentrandosi solo su un accordo ripetuto con combinazioni dei varî strumenti. Sono suoni semplici, basati sulla sinusoidale e sulle armoniche. La parte ritmica è praticamente silenziosa, le percussioni vengono appena toccate e sfregate. Purtroppo, per quanto di primo acchito potrebbe sembrare un pezzo all'insegna del minimalismo di La Monte Young, con le sue immersioni totali nel suono o ai brani di Alvin Lucier basati sui battimenti che si creano tra due strumenti che suonano la stessa nota con una variazione minima di frequenza, "Stripping" pare mancare di qualcosa, è molto freddo e piatto, senza accumuli o stratificazioni, neppire minime; difatti è stato il brano meno accettato dal pubblico in sala, che l'ha fischiato parecchio.

"Sounds of the Dark Time" di Alexander Khubeev per oboe, clarinetto, fagotto, pianoforte e quartetto d'archi, sempre diretto da Filippo Perocco, mantiene le promesse del titolo. Si può dire che Khubeev, ricorredo solo a strumenti tradizionali, riesca a comporre un soundscape inquietante con i pizzicati, gli strumenti scordati, colpi e schiocchi, usando anche parti di strumento (la parte centrale del fagotto o parti di clarinetto) per generare uno sfaldamento, una vera catastrofe sonora. Ascoltandolo a occhi chiusi si ha l'idea del fasciame d'una nave durante una violenta tempesta, con le assi che si schiantano e le corde che saltano. Si aspetta da un momento all'altro il collasso di tutta l'impalcatura sonora, che ogni tanto cerca di restare in piedi con glissati degli archi e violenti soffi di flauto. L'implosione arriva improvvisa per questo pezzo potente e cinematografico.

Yotam Haber è l'outsider di questa serata, in quanto non facente parte né della nuova Russia né della vecchia America. Il pezzo che presenta al festival, "Between Composure and Seduction", è una commissione da parte dell'architetto svizzero Peter Zumthor. Composizione per violino, contrabbasso e percussioni, è di gran lunga il pezzo meno sperimentale dal punto di vista sonoro di quelli che l'hanno preceduto, per quanto sia eseguito con tecniche non ortodosse come il contrabbasso talvolta usato come percussione o la parte ritmica che presenta frammenti metallici da usare in maniera semi-intonata. Preciso nell'organizzazione della materia sonora a disposizione e dei moduli ritmici e melodici, il brano lascia anche spazio agli esecutori per parti d'improvvisazione.

La ciliegina sulla torta a fine serata è "In C" di Terry Riley, eseguita da Ex Novo e Alter Ego, che si sono alternati fin'ora presentando le composizioni precedenti. Piú che di ciliegina sulla torta sarebbe meglio parlare di pranzo principale, dal momento che la maggior parte degli spettatori sono venuti proprio per sentire il brano che è formalmente indicato come l'originatore del mimalismo. La musica ripetitiva e ipnotica di Riley era accompagnata, sullo schermo del teatro, da una generazione video anch'essa ripetitiva e ipnotica con quadrati e forme geometriche che si ripiegavano su sé stesse.

Ottima la resa dei due ensemble, che con "in C" hanno saputo soddisfare il pubblico fino alla fine, cosí da chetare gli animi per coloro che erano rimasti insoddisfatti dai brani piú moderni presentati all'inizio della serata.

Nikolay Popov (1986) kraMP for 2 percussionists and electronics (2011, 10’30’’), Italian premiere
Kirill Shirokov (1990) Stripping for 2 instrumental groups (2011, 10’), Italian premiere
Alexander Khubeev (1986) Sounds of the Dark Time for oboe, clarinet, bassoon, piano, string quartet (2011, 12’), Italian premiere
Yotam Haber (1977) Between Composure and Seduction for violin, double bass and percussions (2009, 12’) Italian premiere
Terry Riley (1935) In C (1965)
EX NOVO
Mario Frezzato oboe, Davide Teodoro clarinet, Roberto Giaccaglia bassoon, Dileno Baldin horn, Diego Cal trumpet, Carlo Lazari violin, Alessandro Fagiuoli violin, Mario Paladin viola, Carlo Teodoro cello, Aldo Orvieto piano, Igor Zobin accordion, Didier Bellon percussion
ALTER EGO
Manuel Zurria flute, Paolo Ravaglia clarinet, Aldo Campagnari violin, Francesco Dillon cello, Oscar Pizzo piano, Fulvia Ricevuto percussion, Massimiliano Rizzoli double bass
Simone Conforti sound projection
Andrew Quinn sound reactive visuals
Filippo Perocco conductor

 

foto a inizio articolo: EXNOVO

SITO UFFICIALE

 

biennale musica 2012

FEDERICA LOTTI flauti, voce
ALVISE VIDOLIN live electronics
06 > 13 ottobre 2012