biennale danza 2012

 

the forsythe company

nowhere and everywhere

at the same time

Artiglierie dell'Arsenale 15-17/6, 22-24/6 h 19-23

 

di Gabriele FRANCIONI

scheda / voto: 30/Lode

In praise of Brock Labrenz

L’installazione coreografica pensata da William Forsythe nel 2005, anno di costituzione della compagnia omonima, è uno spazio concettuale in cui lo spettatore è chiamato a farsi voyeur nascosto nel buio, collocato in un ambito necessariamente passivo.

Ciò che scrutiamo è la mente del coreografo e ballerino americano, che scrive agilmente la sua filosofia di strutturazione del movimento nello spazio, in base alla quale il Vuoto con pendoli e danzatore (qui l’eroico e fenomenale Brock Labrenz) può essere, di volta in volta:

 

a)   semplice palestra contenente tutti i movimenti possibili, intesi come concavità che si adeguano alle convessità ondulatorie o circolari dei pendoli stessi spostati dall’iniziale fissità zenitale. Il performer evita il contatto e descrive grafie corporee ogni volta diverse mentre tenta di non essere colpito dai pesi;

b)   spazio teorico per il coreografo, che, giocando lievemente con i sottili cavi e i piccoli coni metallici, ha il controllo dei vocaboli della propria arte e compone nuove strutturazioni man mano che sperimenta sconosciute evoluzioni dei pesi  (lanciati in aria), poi viste mentalmente in quell’andirivieni cineticamente infinito;

c)   metaforicamente: i pendoli sono il vocabolario del balletto che Forsythe, o una sua estensione corporea, reinventa, questa volta agendo attivamente su di essi, mettendosi sulla loro strada, interrogandoli, modificandone sempre il libero corso;

d)   i coni sono i danzatori e il loro insieme il corpo di ballo. Forsythe/Labrenz organizza il lavoro e studia possibili coreografie muovendo le pedine a suo piacimento;

e)   spazio astratto da riempire con tutti i movimenti passati e già vissuti dal performer, secondo Forsythe, che ha immaginato la possibilità di una visione scenica del pensare coreografico, in cui ogni passo e ogni contatto possono essere memorizzati e offerti, in differita , allo spettatore.

Le soluzioni interpretative possono elevarsi alla “n”, fatta salva un’impostazione invariabilmente decostruttiva.

Ciò che conta, infatti, oltre alla bellezza dei movimenti di Labrenz, che alterna concavità e azioni convesse, piegamenti estremi all’indietro e ricerca dello scontro con i pendoli, è la continuità di questo lavoro ormai storico con l’impostazione teorica generale del pensiero forsythiano: scomporre sempre la struttura e la logica della danza, andando a ritroso per rintracciare i vocaboli primigenii e la loro doppia natura di micro-performance artigianale e puro pensiero astratto. è come se Forsythe/Labrenz  ci consegnassero subliminalmente una lezione sui segni primi, permettendoci d’intravvedere l’impalcatura teorica della Danza. Labrenz, appoggiato al muro, organizza le prime mosse rivolgendo sguardi analitici verso le linee verticali dei pendoli, quindi procede camminando all’indietro, lentissimamente, dopo aver scelto la navata sinistra delle Artiglierie. Ha colto qualcosa, una dynamis aerea, e la segue, spostando con piccole spinte i pesi uno verso sinistra e uno verso destra, generando ortogonali perfette al suo asse di movimento a ritroso.    Quindi, sempre su quell’asse, torna verso il punto di partenza, questa volta evitando i coni di metallo, che incrociano il suo passaggio. Il performer ha deciso con scientifica improvvisazione l’esatto istante in cui partire, visto che non ha mai bisogno di fermarsi per evitare gli oggettini che gli arrivano contro: sono i suoi partner di ballo e la legge non scritta è quella del non toccarsi mai, mai creare un enchainment.

Navata destra: i fili vengono tesi fino alla parete e qui fissati, creando una ragnatela sotto la quale camminare. Ciò che conta maggiormente, comunque, è togliere dal sistema di pesi e contrappesi quei particolari elementi laterali della stanza.

Appena dopo Labrenz, fermo al centro dell’uscita a metà del muro di fondo, appoggia un pendolo sulla trave che lo sovrasta, quindi lo spinge dietro di sé e immediatamente procede in avanti, riuscendo incredibilmente ad evitarlo tutte le “x” volte che questo potrebbe colpirlo, quasi ne sentisse lo spostamento d’aria o, meglio, perché è abituato a riconoscere le presenze dinamiche - di corpi - in uno spazio vuoto. Ne conosce la lingua e cammina sul rigo dello spartito.

All’estremità opposta si siede invece su una panca e, questa volta, non fa nulla per evitare il peso metallico che ha lanciato davanti a sé e che va a sbattere rumorosamente contro la panca stessa.

Sente di aver orchestrato le basi per una coreografia complessa, quindi torna nella navata sinistra e produce una serie di movimenti rotatori con ciascun pendolo, nessuno dei quali va mai a sbattere contro un altro! Nuovamente a destra, come all’inizio, finalmente libera il movimento corporeo e danza: i suoi movimenti sono gemelli di quelli che ancora animano il lato destro, li mimano, salvo dover evitare, contemporaneamente, altri pesi mossi secondo linee parallele alla parete…

Meraviglioso il segmento in cui si butta a terra e scherza col pendolo - la solita convessità rispetto a cui farsi concavi, la/il partner virtuale - arrivando a 1 millimetro dal toccarlo, cosa che non avviene mai.

Ormai la danza è iniziata: coppie di pendoli vengono intrecciati con precisione e, da quel momento in avanti, continueranno a farlo senza sosta, mentre Labrenz, sul lato opposto, è lui ad intrecciarsi furiosamente con i pesi gemelli.

Nel finale, dopo brevissime pause di respirazione a terra, si dedica all’osservazione dei pendoli dal basso e li accoglie, in mano, come uova penzolanti di cui va riassestata la posizione, con delicatezza.

 

THE FORSYTHE COMPANY (Germania) Nowhere and everywhere at the same time (prima italiana) oggetto coreografico di William Forsythe con Brock Labrenz realizzazione tecnica Max Schubert produzione The Forsythe Company The Forsythe Company è sostenuta dalla città di Dresda e dalla regione Sassonia, dalla città di Francoforte e dalla regione Assia, è compagnia in residenza al Centro Europeo per le Arti HELLERAU di Dresda e al Bockenheimer Depot di Francoforte.

SITO UFFICIALE

 

biennale danza 2012

awakenings
08 giugno > 24 giugno 2012