34.MO BELGRADO FILM FESTIVAL
24/02-05/03/2006

BELGRADO

di Angela GREGOVIC e Frank GAROFANI


OPROSTI MI ZA KUNG FU (PERDONAMI KUNG FU)
(programmazione EUROPE OUT OF EUROPE)
Croazia 2004, 71'
regia/sceneggiatura Ognjen Svilicic
direttore di fotografia Vedran Samanovic
montaggio Vjeran Pavlinic
musica Ognjen Svilicic, Maro Market
interpreti Daria Lorenzi, Vera Zima, Filip Rados, Vedran Mlikota, Luka Petrusic, Ivica Basic, Yong Long Dai, Jadranka Dokic, Barbara Vickovic, Mate Curic
produttore Vesna Mort
prodotto da HRT Croazia

Festival

2004 Pula (Croazia)
2005 Berlin, Linz, Sarajevo, Vancouver, Copenhagen, Kiev, Sochi, Warsaw, Dubrovnik, Amiens, Durban, Reggio Calabria, La Rochelle, Tubingen, Amsterdam

Premi

2004
Pula Golden Arena National Competition: best actress (Daria Lorenzi), best supporting actress (Vera Zima), Kodak Prize for best film

2005
Warsaw - Grand Prix (New films, New Directors International Competition)
Dubrovnik - Best screenplay
Amiens - Best actor (Filip Rados), Internet movie magazine best Film
International Festival Dugo Selo - Best film, Best Screenplay

Ognjen Svilicic, regista e sceneggiatore, nasce a Spalato (Croazia). Si laurea in regia all'Academia delle Arti Drammatiche di Zagabria. Il suo primo lungometraggio DA MI JE BITI MORSKI PAS (FOSSI UNO SQUALO) viene premiato dalla critica come Miglior Film del Festival di Pula (Croazia), e risulta il film croato più visto dell'anno 2000; la sua sceneggiatura del film STO JE IVA SNIMILA (QUEL CHE IVA HA REGISTRATO), regia di Tomislav Radic, ha vinto il premio FIRPESCI al Festival Internazionale del Film di Ljubljana (Slovenia). Dirige anche PUNA KUCA (FULL HOUSE,1997) e ANTE SE VRACA KUCI (ANTE GOES BACK HOME, 2002), entrambi per la tv.
(Estratto dal 34TH BELGRADE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL CATALOGUE)

Dopo un periodo di immigrazione in Germania, Mirjana decide di tornare a casa: è incinta. Per la comunità del luogo - sperduto nella campagna Croata - e per la famiglia, ancora ancorata ad antiche convenzioni, il bambino non può arrivare al mondo senza un padre. Non solo, colui non può che essere un loro simile: della stessa comunità, nazionalità, razza. In un'asta di pretendenti organizzata dai genitori della ragazza vengono presentati un uomo ritardato, un mussulmano, un criminale e altri, tutti gravemente difettosi ma in un senso simili secondo anomali parametri tradizionali. Il momento arriva, il bambino nasce: è un bambino asiatico, bastardo. Non può esserci rimedio alla disgrazia e la donna deve abbandonare la casa dei genitori.
I temi che dominano questa satira sono la tolleranza e l'accettazione delle differenze dell'altro. La forma del film viene affrontata con cura nella tendenza di sospendere la storia sia fuori dal contesto temporale che da quello territoriale. La costellazione dei rapporti tra personaggi acquisisce il valore del prototipo, usato sia per veicolare i temi dominanti sia per dare rilievo alle differenze, contrasti, conflitti, confronti, comparsi in quelle zone durante la crisi bellica.
Il regista Ognjen Svilicic usa con estrema cura sia il silenzio che la semplicità delle immagini. Riesce ad entrare nel dominio degli umori della donna incinta, attraverso lunghe panoramiche della campagna, gli interni ed esterni protati nelle inquadrature fisse, riesce ad articolare con rafinatezza la solitudine, isolamento, esclusione dal resto del mondo, la tristezza, la tensione. A tutto ciò viene dato un ritmo fluente dai virtuosi momenti di comicità.
Gli attori sono ottimi: è evidenziata la tipologizzazione delle parti, ben definiti sono i tratti/tipi, di una linearità molieristica; quello di Mirjana invece un eccezionale "ruolo di composizione".  Tra i film locali questo è decisamente il migliore visto in questo festival.


APORIA
(programmazione CORRENTI)
SCG/Belgium/Slovenia 2006, 90'
regia/sceneggiatura Aris Movsesijan
direttore della fotografia Milos Spasojevic
montaggio Branislav Godic
musica Arhai e Boba Orlic
interpreti Marko Bacovic, Sergej Trifunovic, Marina Ivanisevic Vecanski, Gorica Popovic, Leana Vuckovic, Boris Komnenic, Nenad Ciric, Petar Ilic Cirilo, Ljuba Bandovic
prodotto da Bogdan Stojiljkovic, Zoran Djordjevic, Janez Kovic
prodotto da BS Group - SCG, Pirepbelgium - Belgium, Arkadena - Slovenia

Aporia - (gr. difficoltà, incertezza) problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione (le monnier,1971, firenze - dizionario della lingua italiana)

Aris Movsesian nasce a Belgrado nel 1966. Ha pubblicato delle short stories dal titolo LIKOVI I PISCI (PERSONAGGI E SCRITTORI), è autore della sceneggiatura del film SVJETSKO CUDOVISTE (IL MOSTRO DEL MONDO) del regista croato Goran Rusinovic, presentato al festival di Pula (Croazia), Motovun e Trieste. Movsesian è un rinomato dentista.


Il tipico film dell'assurdo ispirato dalle Aporie di Zeno racconta la storia di un attore di mezza età, Culibrk, che il penultimo giorno delle riprese del suo ultimo film apprende di essere malato terminale, e che il tempo per lui scade il giorno seguente. Ma nonostante la shockante notizia, decide di apparire sul set: parallelmente cerca di affrontare tutto ciò che verrà lasciato incompiuto dalla sua inderogabile assenza. A partire dal momento in cui sparisce l'ultima scena del film in lavorazione, viene avviata una schizofrenica condivisione tra la vita reale e quella costruita dal film. La soluzione della situazione viene trasposta nella risoluzione della vita di quest'uomo: attraverso molteplici situazioni comiche viene qualificata la sua terribile funzione - morirà davanti alla macchina da presa, completerà la scaletta.
"Aporia is an intriguing story about a man who, just like Xenon, postponed everything till the last moment and then learned that this is his last day in his life"
(A. Movsesian dal 34TH BELGRADE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL CATALOGUE)

è piuttosto interessante l'idea di far passare il protagonista attraverso una configurazione di realtà e finzione di cui scopo viene messo a fuoco dall'ultima scena del film nel film nella quale gli attori si prendono il carico di recitare il termine della vita di Culibrk: nel delirio del uomo vengono personificate le ambedue conclusioni. La regia degli attori è concentrata in un gioco con i mezzi a disposizione, in una grande libertà nella sperimentazione di mezzi linguistici ed espressivi, sottolineando fino all'assurdo il lato stravagante dei personaggi. La lettura del film è confusa perché non viene data  la possibilità di seguire nessun filo del discorso e c'e' una grave difficoltà nel identificare la fine delle scelte fatte. è chiara solo l'intenzione di illustrare una'idea, purtroppo in un modo poco efficiente.

"Non ho voluto dirigere questo film anche se ho scritto una sceneggiatura e fatto da aiuto regista a Goran (Rusinovic), ma mi hanno convinto dichiarando il copione da un film d'autore. Per me personalmente la prima di questo film significa moltissimo. Sono uno di quei ragazzi in piedi davanti al Dom Sindicata (grande sala cinematografica negli anni '80 e '90, n.d.a) che tremavano dal freddo aspettando la coda per il biglietto del FEST nel quale ho trovato i miei modelli ed ispirazione e quest'anno probabilmente dormiro nelle sale del festival vista la ricca programmazione"


RUDARSKA OPERA (L'OPERA DEI MINATORI)
(programmazione FATTI e COMPOSIZIONI)
SCG 2005, 82'
regia Oleg Novkovic
sceneggiatura Milena Markovic, Oleg Novkovic
direttore fotografia Miladin Colakovic
montaggio Oleg Novkovic
musica Miroslav Mitrasinovic
interpreti Sasa D. Lovic, Miroslav Mitrasinovic, Ljiljana Martinovic, Aleksandar Milojevic, Aleksandar Popovic
produttore Jovan Markovic
Prodotto da Film I Ton - FIT, SCG

Oleg novkovic, regista e sceneggiatore, nasce a Belgrado nel 1968. Si laurea alla Facoltà delle Arti Drammatiche di Belgrado in regia cinematografica e della tv
. Il suo lungometraggio di debutto del '93 (KAZI ZASTO ME OSTAVI, DIMMI PERCHE' MI HAI LASCIATO) viene trasmesso dalla TV ARTE e premiato in molti festival internazionali. Il suo film DECA (BAMBINI) dalla trilogia documentaristica sugli Serbi e Albanesi del sud della Serbia è stato presentato in selezione ufficiale del festival Prix Europa di Berlino. Per la TV ha diretto la fiction SLOZNA BRACA (FRATELLI). Il suo NORMALNI LJUDI (LA GENTE COMUNE) è stato presentato ai numerosi festival nazionali ed internazionali e trasmesso dalle tv.

La regista Mirjana viene a Bor (località nota per le miniere e danni collaterali che esse producono) per mettere in scena "Die Dreigroschen Oper" di Bertold Brecht. Tra la popolazione amorfa e disperata viene fatta la seguente selezione: Lovke è un minatore-cantante alcolizzato il quale solo sporadicamente vede sua figlia; Miki è un chitarrista disoccupato, molto legato alla sua città; Aca è un conquistatore buttato fuori di casa dalla moglie, non vede mai i figli e vive in una casa-studenti; Ljilja è una madre single, commessa in un centro commerciale, legge il futuro nel fondo del caffè e scrive poesie. Una volta simbolo della prosperità socialista, la città di Bor è un relitto, una tomba. Le miniere sono chiuse, regna la lettargia, abbandono e passività. Con l'arrivo della troupe viene fatto lo sforzo di evasione: l'arte, la messa in scena di un opera.
Il film esplora la realtà attraverso l'intimità dei racconti. Da lì anche la scelta della camera digitale la quale entra nel mondo individuale dei protagonisti con meno violenza, un mondo che si rivela impregnato dalla nostalgia, dal perenne recupero dei frammenti di fatti perduti, richiamo delle emozioni assenti. Non viene offerta nessuna soluzione, nessuna prospettiva dalla quale le cose possono sembrare differenti tranne una temporale evasione nella finzione. La vita illuminata dalle luci dello spettacolo prende una forma del tutto diversa ma solo per un attimo. L'evasione nello spettacolo non viene considerata una possibilità di cambiare ma un momentaneo astenersi dalla partecipazione alla vita senza senso, senza scopo. Il regista con maestria rende impercepibile la presenza della camera in questa mera analisi delle circostanze, esplorando soprattutto il vuoto - quello dei luoghi e quello delle persone.
 

Belgrado, 05:03:2006