SCHERMI D'AMORE 2002
Verona, 25 aprile


EL CIELO ABIERTO (Spagna 2001)
di Luis Miguel Albaladejo
con Sergi Lòpez, Mariola Fuentes, Maria José Alfonso,
Emilio Gutiérrez Caba, Geli Albaladejo

Senza la pretesa di impartire lezioni morali o sprofondare in un'analisi seriosa dei rapporti di coppia Albaladejo, autore aspagnolo qui al suo terzo lungometraggio, prende la storia di un matrimonio rovinato e la butta in commedia, risolvendo la drammatica situazione in modo bizzarro e divertente. La storia non è poi così nuova: uno psichiatra viene abbandonato da sua moglie che fugge col padre di lui ed egli deve accogliere nella sua casa la madre di lei che, ignara di tutto, arriva in città per una visita ginecologica. Dopo un inizio difficile il rapporto tra i due si addolcisce e l'anziana signora finisce per schierarsi dalla parte del genero contro la figlia. Poi tra i due si inserisce un terzo personaggio, Jasmina, una ragazza sopontanea e sensibile di cui il dottore si innamora e grazie alla quale rigenera il suo universo sentimentale. Poco originali sono anche alcuni espedienti narrativi come le scene del dottore in crisi interdetto davanti ai grotteschi pazienti e qualche collega macchietta, ma il tutto è condito con una buona dose di umorismo che non deborda mai nella pedanteria e riesce a non invadere la sostanziale tenerezza di fondo che attraversa la storia.

Voto: 26/30

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JULY RHAPSODY
di Ann Hui
con Jacky Cheung, Anita Mui, Karena Lam,
Shaun Tam, Tou Chung Hua

Con un racconto morboso e infastellato di declamazioni poetiche che addensano un dramma già di per sè viscoso e restìo allo scorrimento, Ann Hui affronta la crisi di mezza età di un professore di liceo di nome Lam Yiu-kwok, austero e introverso cultore delle lettere, d'un tratto costretto a considerare i limiti della sua umanità allorchè incontra l'amore di una seducente e giovanissima studentessa, che gli ricorda la moglie Man-ching, e con la quale finisce per ricalcare l'esperienza che sua moglie ha vissuto anni addietro con il loro professore di liceo, dalla cui adultera relazione è nato il loro figlio primogenito.
La storia, che non sembra voler condurre a sentenze risolutive, viaggia in modo ambiguo e problematico attraverso il dramma della vita che invecchia e chiede conto di scelte passate, articolando la contorta vicenda con una ricchezza di risvolti emotivi incapaci di coordinarsi attorno ad un baricentro comune.

Voto: 25/30

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OMAGGIO AD AUGUSTO TRETTI

Nell'ambito della sezione speciale "Verona ed il Cinema" Schermi d'amore ha dedicato una retrospettiva al cineasta veronese Augusto Tretti, autore, in ventitrè anni, di quattro lungometraggi (LA LEGGE DELLA TROMBA, 1960; IL POTERE, 1971; ALCOOL, 1985; MEDIATORI E CARROZZE, 1985) portati a compimento soltanto dopo acrobatiche peripezie, approdato al cinema per caso da una carriera di studente fuoricorso e propagandato da maestri del calibro di Fellini di cui è stato aiutoregista per IL BIDONE. Tretti è noto nel campo come "il matto del cinema", definizione che proviene da un invito che Fellini rivolse ai suoi produttori attorno alla fine degli anni sessanta e che suonava più o meno così: "Dò un consiglio a tutti i miei amici produttori: acchiappate Tretti, fategli firmare subito un contratto e lasciatelo girare tutto quello che gli passa per la testa. Soprattutto non tentate di fargli riacquistare la ragione: Tretti è il matto di cui ha bisogno il cinema italiano". Un autore poco o per nulla conosciuto al grande pubblico ma per la cui arte, a suo tempo, spesero parole di stima oltre che Fellini anche Antonioni, Zavattini e Gassmann, tutti concordi ad esaltare il suo talento nell'affrontare aspetti drammatici del vivere sociale attraverso la elaborazione, o meglio l'improvvisazione, di un linguaggio del tutto personale, fatto di attori non professionisti e deformazioni caricaturali di una realtà che alla sua macchina da presa riservava le sfumature più grottesche e suggestive. Un regista artigiano, una sorta di Pasolini in cui il carico intellettuale lascia spazio ad un soltanto apparente disimpegno farsesco, ma capace di vitalizzare con la bizzarrìa del suo stile e la crudezza dei suoi spaccati una vena tragicamente grottesca della vita.


Mirco GALIE'
26 - 04 - 02


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