teatro vascello

stagione teatrale 2012-2013

 

30/aprile-12/maggio 2013
 

L'ARMA
di Duccio Camerini
Con G.Colangeli, A.Bosca, Mariachiara Di Mitri
Regia di di Aureliano Amadei

di Lilith ZULLI

Collegamenti rapidi: scheda

In scena dal 30 aprile al 12 maggio 2013, il Teatro Vascello di Roma ha presentato "L'Arma", scritto da Duccio Camerini e diretto da Aureliano Amadei, già alla regia nel film 20 Sigarette. Una favola cattiva sul mondo invisibile in cui viviamo e in cui si muovono i tre protagonisti: un padre, un figlio e una ragazza. Personaggi senza nome che abitano una zattera sospesa e mobile, una sorta di limbo in cui i tre sembrano dover necessariamente affrontare la questione della propria identità e del proprio ruolo nel mondo.
Il padre – un intenso Giorgio Colangeli – è un uomo medio con moglie, figlio e un lavoro da impiegato, ma perso gradualmente il suo contatto con la società e il suo posto nel mondo, decide definitivamente di autoescludersi dal sistema. Dopo un periodo vissuto come un barbone, una possibile redenzione arriva per lui quando, incidentalmente, si trova a rubare una neonata e a ritirarsi in cima ad una montagna, mantenendo i contatti col mondo esterno solo per riscuotere la pensione e per i farmaci per la bambina. Una storia amara su un uomo che ambisce alla libertà e che va alla ricerca di stesso senza mai trovarsi pienamente.
L’azione, sul palcoscenico, inizia quando l’uomo è ormai morto e la ragazza (la sorprendente quindicenne Mariachiara Di Mitri) è rimasta sola, ignara delle leggi del vivere. Sulla montagna, arriva, ormai da anni alla ricerca del padre, il figlio (Andrea Bosca): ormai adulto, ma ancora alla ricerca delle sue origini e del suo essere. I tre si rincorrono nel testo e nell’azione, ognuno alla ricerca della propria identità: il padre che l’ha persa per poi ritrovarla e trasfigurarla nella bambina; la ragazza che aveva come unico punto di riferimento il padre e che ora deve costruirsi la sua identità – “sono una donna”, grida ad un certo punto; il figlio che, passata la vita a identificarsi col padre perduto, ora ripercorre la sua scelta di esclusione dal mondo. Sulla zattera, sospesa su una terra arida e riarsa – priva d’acqua, così come priva di linfa vitale - ognuno dei tre personaggi compie un viaggio di andata e ritorno nelle proprie illusioni, mostrandoci un punto di vista privato, un tassello, un fotogramma della storia. Le stesse manovre scenografiche di tavoli e sgabelli che emergono dalla zattera – a sua volta mossa avanti e indietro dai protagonisti – ci mostrano uno spazio vitalmente limitato e claustrofobico.
"L'Arma" mette in scena la ricerca disperata di una libertà intima e slegata dalle leggi umane, la ricerca di un riscatto sociale e la difficoltà di sentirsi appartenenti ad un mondo “cattivo” e pieno di catene. Amadei riesce a frugare profondamente nella speranza di un mondo giusto e fraterno o, comunque, diverso. Per dirla ancora una volta con Fernando Pessoa: ““Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo”.
L'ARMA - HOW LONG IS NOW Finalista 50° Premio Riccione per il teatro di Duccio Camerini con Giorgio Colangeli, Andrea Bosca e Mariachiara Di Mitri, regia di Aureliano AmadeiScenografia Tommaso Garavini e Fabiana Di Marco Costumi Daniela Ciancio Aiuto regia Vanessa Bollar Maqueira Casting Flaminia Lizzani Disegno luci Vittorio Omodei Zorini

SITO UFFICIALE

 

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