WALTER FASANO
montatore del film

Idilliaca / Inebriante / forse Irripetibile... tre aggettivi con la 'I' per descrivere la mia esperienza al montaggio di SANTA MARADONA. L'immediata intesa con Marco e l'atmosfera di gran divertimento creatasi da subito in moviola ha reso possibile terminare il film in tempi strettissimi e con risultati per noi estremamente soddisfacenti.
Ecco la mia storia, punto dopo punto…

1. all'inizio dello scorso anno non conoscevo Marco Ponti (né mi ero posto il problema se fosse parente di Sofia Loren): conoscevo invece alcune persone in forza alla produzione del progetto SANTA MARADONA: ho inviato loro il mio curriculum + reel + una lettera in cui mi proponevo come montatore del film.

2. fine aprile: ricevo via e-mail la sceneggiatura del film, con l'invito a leggerla rapidissimamente: le riprese stanno per cominciare e produzione e regia non hanno ancora deciso a chi affidare il montaggio. La notte stessa leggo lo script e, contenendo esso già molte indicazioni visive, butto giù una relazione che nessuno di sicuro avrà mai letto. Qualche giorno dopo conosco telefonicamente Marco, ostentando senza riserve il mio sense of humour e rischiando così di non prendere mai parte al progetto.

3. "Cosa pensi della sceneggiatura?" è la domanda culminante di un'altra telefonata, un paio di giorni dopo: indovinate cosa gli ho risposto! Comincio però anche a tracciare i miei spazi sostenendo che, forse, ci sarà da ridurre qualcosa qua e là: è un film molto parlato, e bisognerà verificare la tenuta sullo schermo di alcune battute e situazioni. Con determinazione samurai Marco mi rassicura: "Non ti preoccupare, voglio che il film duri almeno due ore". Il giorno successivo la produzione proclama che posso considerarmi ufficialmente il montatore di SANTA MARADONA.

4. vengo invitato a Torino per impostare la post-produzione del film e per conoscere Marco di persona. L'atmosfera del set è molto rilassata: tutto procede al meglio, la troupe è affiatata e molto gentile. Marco Ponti non somiglia, come immaginavo, a Todd Haynes… soprattutto per quanto riguarda i capelli. Incontro i protagonisti del film: Stefano, l'incantevole Anita e Libero De Rienzo (aka Picchio, del quale poche righe e aggettivi non restituirebbero la carica umana e la sincera follia). Vengo introdotto al talentuoso direttore della fotografia Marcello Montarsi e, imbarazzatissimo, seguo un intero ciak seduto sulla poltrona del regista sulla quale Marco, con gentile insistenza, mi dà l'onore di accomodarmi. La scena è la numero 3, quella del bar con cui apre il film dopo i titoli di testa: taglieremo oltre un terzo di questa scena, in moviola.
In quest'occasione scambio due chiacchiere con Marco sullo stile del film: il regista di SANTA MARADONA esprime il desiderio di un racconto per immagini molto libero ed io mi lancio in un'affermazione kamikaze: "A me", gli dico, "del plot in un film non me ne frega niente".

5. da un giorno all'altro la produzione comunica che il film deve essere nelle sale il 26 ottobre: impresa ardua, data improrogabile. Con un organico più ampio (arriveremo a nove persone) e mezzi maggiori il montaggio del film comincia a Torino a metà giugno: il primo mese lo trascorreremo lì. In un weekend in libera uscita a Rimini mi fratturo un osso del piede: gesso e stampelle per trenta giorni. Con Marco rompiamo subito il ghiaccio e troviamo immediatamente un'intesa sulle scelte dei materiali e sul ritmo del film: ci capiamo al volo. Il lavoro subisce subito dei rallentamenti a causa di numerosi problemi tecnici del laboratorio di sviluppo e stampa.

6. seconda metà di luglio: con i nostri cinquanta minuti di premontato spostiamo il film a Roma (saremo più vicini ai laboratori e godremo di supporti tecnici più completi). È anche l'ora di cominciare ad impostare (con largo anticipo rispetto alla prassi) il montaggio del suono: viene arruolato, con la sua squadra, Benni Atria- brillantissimo sound designer, collaboratore imperdibile. Il montaggio continua a ritmi serratissimi. Non capita di andare a prendere il sole o a fare un bagno neanche per errore.

7. siamo a montare persino il giorno di ferragosto: per premiare il nostro impegno inarrestabile alle 15 del 15 agosto ci concediamo un pranzo al McDonald's ed un giro da Blockbuster (gli unici esercizi commerciali aperti in una città sahariana). La fatica, nonostante la qualità dei risultati, si fanno sentire: decidiamo di fermarci per tre giorni. Torniamo al lavoro il 20 agosto e in pochi giorni ultimiamo, secondo i piani, un primo montato del film.

8. la prima versione di SANTA MARADONA quasi due ore: in due settimane dobbiamo "chiudere la scena" cioè ultimare il montaggio delle immagini del film. I tagli e le piccole riduzioni avvengono in maniera naturale e non troppo dolorosa. Marco soffre un po' alle proposte di taglio ma valuta tutto con grande attenzione: sa che ogni scelta presa in questa fase sarà definitiva. Una sequenza scompare dal film (la sequenza dello shopping di Dolores e Lucia), altre vengono notevolmente accorciate (su tutte la sequenza del bar all'inizio del film), i dialoghi dei personaggi vengono ridotti e velocizzati e alcune sequenze subiscono un restyling abbastanza approfondito (l'intermezzo al ristorante indiano, la prima notte d'amore fra Andrea e Dolores e la scena successiva in piscina fra Dolores e Lucia). Abbiamo meno di un mese per consegnare il film ma siamo sulla buona strada.

9. viene a visitarci l'agente di Marco, vede il film e le piace: rimango solo sulle macchine per le ultime correzioni. Quando Marco torna in moviola biascica parole accelerate ed accende la televisione: le immagini delle due torri di New York in fiamme ci lasciano allibiti. È l'11 settembre. Sono così ossessionato dalla necessità di terminare il film che insisto ottusamente per rimetterci al lavoro prima di rendermi conto di cosa sta succedendo e far finire il pomeriggio fra telegiornali e telefonate alle persone più care.

10. "chiudiamo la scena": ai produttori, e a noi, il film piace. Rubiamo le ultime ore a nostra disposizione per montare le musiche con i Motel Connection e per progettare una sequenza titoli di coda di cui nessuno, a parte noi della moviola, saprà nulla fino alla prima proiezione pubblica del film. SANTA MARADONA viene mixato in circa due settimane ed a breve giro, inseriti gli effetti visivi (le cosiddette truke: dissolvenze, effetti digitali, etc), viene proiettata la prima copia.

11. il 26 ottobre il film esce nelle sale: il resto è storia nota. Ogni tanto con Marco e Picchio ci intrufoliamo nelle sale cinematografiche romane per osservare di nascosto le reazioni del pubblico: una cosa molto divertente ed emozionante da farsi, soprattutto perché il film sembra essere di gradimento degli spettatori e nessuno lancia ortaggi marci sullo schermo.

novembre, epilogo

Marco lascia Roma per tornare a Torino. Nascondiamo a stento l'esultanza dietro facce tristi e sconsolate: finalmente smetteranno le battutacce a cui dover ridere per pietà e le notti in casa (dividevo il mio appartamento con Ponti) a base di Nick Cave e Britney Spears. Smetteremo un po' tutti di parlare con le battute del film, smetteranno le battaglie di sms fra Accorsi e Ponti, smetteremo di lamentarci di non avere ancora ricevuto una lista titoli dalla produzione…
Certo, una cosa mi manca: l'attesa spasmodica (con il continuo controllo via internet) dei nostri ordini di dvd da Amazon, nostra vera occupazione estiva.
Ma niente paura: abbiamo deciso ieri con Marco di fare un nuovo ordine…

Walter FASANO
19 - 01 - 01