“Ma
io, che non fui formato per tali svaghi, né fatto per corteggiare uno
specchio amoroso; io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d’amore
con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa ancheggiante, io che
sono rpivo d’ogni bella proporzione, frodato nei lineamenti dalla Natura
ingannatrice, deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo
che respira, finito a metà, e questa così storpia e brutta che i cani mi
abbaiano quando zoppico accanto a loro, ebbene io, in questo fiacco e
flautato tempo di pace, non ho altro piacere con cui passare il tempo se non
quello di spiare la mia ombra nel sole e commentare la mia deformità. Perciò
non potendo fare l’amante per occupare questi giorni belli ed eloquenti,
sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei
nostri tempi.”
Cosa rimane a chi è brutto e deforme se non che essere crudele? Un
sanguinario e disumano “Riccardo III” quello presentato al Globe Theatre di
Roma dal 29 agosto all’8 settembre. Un’attitudine intensa, quella
shakespeariana del teatro diretto da Gigi Proietti: una struttura in legno
che richiama fortemente quella del teatro elisabettiano inglese e un
programma interamente dedicato ai capolavori del grandissimo autore di
Stratford-on-Avon dal classicissimo “Romeo e Giulietta” fino al “Re Lear” –
in programma fino al 22 settembre c.m.
Quella del “Riccardo III” è certamente tra le avventure più ardue nel teatro
di Shakespeare perché si tratta di una costruzione drammaturgica che ruota
tutta intorno un eroe – seppur negativo – e i suoi pensieri. Marco Carniti,
regista della versione del Globe, ha a tal proposito dichiarato: “Un lungo
eterno incubo di Riccardo che coinvolge e lega tutti i personaggi della
tragedia, ora spettri della realtà, ora spettri della mente. Perché l’essere
umano così schiavo delle sue azioni non può sottrarsi da se stesso e quindi
è condannato a vivere una vita di incubi popolati da spettri della
coscienza. Vedo questo spettacolo come un incontro psichiatrico con il
mostro che è in tutti noi”. E, così, Carniti ha limitato lo spazio scenico a
una passerella a mo’ di ponte levatoio e una porta rossa – quasi
sanguinolenta – attraverso la quale i personaggi entrano e escono dalla
scena come in un trampolino da cui compiere un salto nel vuoto. Un vuoto
certo emblematico della miseria dell’animo umano quando corrotto e condotto
da passioni terrene come nel periodo delle lotte per il potere tra
l’aristocrazia inglese del Seicento.
Una nota di grande stima va agli interpreti, meravigliosi e audaci e, in
particolare, ad un ottimo Maurizio Donadoni che presta voce e corpo ad un
uomo crudele, consumato dalla sua stessa vita, rinnegato dalla sua stessa
madre. Un uomo che – continua Carniti – “specchia continuamente se stesso
riflettendo l’immagine del marcio nascosto nell’essere umano, dietro le
apparenze, e che rappresenta la deformità congenita dell’uomo. Che è di
tutti, nessuno escluso”. Ricordiamo le parole, tremende e tonanti, della
Regina sconfitta Margherita d’Angiò – qui nella suadente interpretazione di
Melania Giglio – che ci ricorda l’universalità del male e l’ineluttabilità
del dolore causato dagli esseri umani: “Povera regina dipinta, vano
simulacro della mia fortuna! Perché versi zucchero su quel ragno rigonfio la
cui rete mortale già ti stringe? Sciocca! Sciocca! Affili un coltello per
uccidere te stessa. Giorno verrà che chiederai a me di aiutarti a maledire
questo rospo velenoso con la gobba”. 27/30 |
RICCARDOTERZO di William Shakespeare, regia di Marco Carniti, traduzione
e adattamento di Marco Carniti I Interpreti (in ordine alfabetico)
FEDERICA BERN, MARCO BONADEI, TOMMASO CARDARELLI, PATRIZIO CIGLIANO,
BENEDETTA CIGLIANO, MASSIMO CIMAGLIA, PIA LANCIOTTI, NICOLA D’ERAMO,
PASQUALE DI FILIPPO, MAURIZIO DONADONI, GIANLUIGI FOGACCI, MELANIA GIGLIO,
GABRIELE GRANITO, RAFFAELE LATAGLIATA, SEBASTIAN MOROSINI, PAILA PAVESE,
EMANUELE SALCE, ALESSIO SARDELLI I SCENE Fabiana Di Marco I
COSTUMI Maria Filippi I DISEGNO LUCI Umile Vainieri I PROGETTO
FONICO Franco Patimo I MUSICHE David Barittoni I AIUTO REGIA
Adamo Lorenzetti |