TEATRO FONDAMENTA NUOVE PRESENTA...
 

danzedautunno 2009/2010

virgilio sieni

SUITES BACH
coreografia e interpretazione | Virgilio Sieni
pianoforte | Riccardo Cecchetti
musica | J. S. BACH
BWV 816 Suite Francese n°5 in Sol maggiore
BWV 810 Suite Inglese n° 5 in Mi minore
Venezia, Fondamenta Nuove, 05 dicembre 2009
 

di Erika MILITE

 

30/30

 

Collegamenti:

- Teatro Fondamenta Nuove

- Virgilio Sieni

Per il quarto appunto di Danzedautunno 2009-2010, il Teatro Fondamenta Nuove propone un appuntamento d’eccezione: Suites Bach, straordinario incontro tra il pianista Riccardo Cecchetti e il coreografo Virgilio Sieni sulle note del compositore tedesco.

 

Riccardo Cecchetti, diplomatosi al Conservatorio di Firenze, ha alle spalle un’intensa attività concertistica come pianista e fortepianista che lo ha portato ad esibirsi regolarmente nelle sale da concerto più importanti e a partecipare ai festival più acclamati del panorama internazionale. È membro fondatore di vari gruppi cameristici tra cui il Trio Voces Intimae con il quale tiene concerti in tutto il mondo.

 

Virgilio Sieni, ballerino e coreografo fiorentino, è uno dei massimi punti di riferimento della danza italiana contemporanea. Dopo aver compiuto gli studi d’arte e di architettura si forma nella danza classica e contemporanea tra Amsterdam, New York e Tokio. Ha presentato i propri lavori in tutta Europa e può vantare la collaborazione con importanti nomi della musica contemporanea tra cui Ennio Morricone, Alexander Balanescu e Evan Parker. Nel 1992 fonda la Compagnia Virgilio Sieni Danza con la quale svolge ancora oggi il suo intenso lavoro di ricerca coreografica e scenica caratterizzato da una particolare sensibilità per l’unione delle discipline legate al corpo e i diversi linguaggi dell’arte contemporanea. L’interesse e la curiosità per Bach ispirano gli studi e i lavori di Virgilio Sieni dal 1987 e sono culminati in spettacoli come Solo Goldberg Improvisation e Sonate di Bach di fronte al dolore degli altri.

 

Suite francese

Le luci si abbassano e sul palco s’intravedono le forme più nere e dense di un pianoforte a coda. Uno spiraglio di luce si adagia dall’alto sulla tastiera dove le mani di Cecchetti danno inizio alla Suite Francese n.5. Sieni emerge dal buio con una semplice casacca scura. I suoi gesti sono velocissimi, il suo tronco rimane quasi immobile mentre mani e piedi sembrano completamente posseduti dalla musica. Sono i suoi arti a suonare, a modulare l’aria fino quasi a strapparla. Una lotta insostenibile contro la leggerezza, una lotta che sbuccia la pelle. Il pubblico sente i suoi piedi scrocchiare e strisciare sul pavimento del palco, lo sente ansimare e faticare per i suoi movimenti disarticolati e impegnativi. Perché il corpo non è leggero, ha una sua presenza ineliminabile che a volte ci sovrasta.

 

Intermezzo

Nell’intermezzo Cecchetti abbandona Bach per spostarsi verso la musica di uno tra i più significativi compositori del XX secolo: Karlheinz Stockhausen. Il drammatico e angosciante Klavierstuck n. VI penetra nell’oscurità e incute mistero nei movimenti di Sieni che si divincola furtivo in un velarsi e disvelarsi tra drappi neri e luci. In controluce la sagoma mossa di Sieni si fa sempre più indefinita e sembra quasi confondersi nell’ombra dello sfondo. In questo caso la gestione dell’illuminazione non permette, purtroppo, di assaporare a pieno il culmine d’intensità che l’interpretazione di Sieni voleva ottenere.

 

Suite Inglese

L’ultimo pannello, forse il più intenso, ha come sottofondo la Suite Inglese e coinvolge direttamente il pubblico. Quattro spettatori vengono invitati a salire sul palco per aiutare Sieni nelle sue danze. Seduti su delle sedie i quattro performer improvvisati vengono coinvolti  dal coreografo in un gioco di strette di mano, incroci di braccia, nodi di corpi apparentemente indistricabili e al contempo sempre sull’orlo di spezzarsi. Sieni si lascia prendere per il capo, dondola, si lascia cadere, viene accarezzato e sostenuto. Incredibile come i ragazzi coinvolti, dopo le prime incertezze, siano riusciti a lasciarsi completamente trascinare ormai dimentichi del pubblico dai gesti che Sieni chiedeva loro di inventare o copiare per accompagnarlo in questa “danza” fuori dagli schemi. Quest’ultima parte è anche quella in cui sono presenti più cenni alla danza vera e propria, come a ricordare che solo chi conosce e ha fatto sua un’arte può permettersi di sperimentare e andare oltre.

 

Con Suites Bach siamo di fronte alla poesia del gesto. Il dialogo tra la musica di Bach suonata da Cecchini e le oscillazioni di Sieni hanno un magnetismo raro da trovare, stupiscono ed impressionano. Danza non improvvisata, ma “improvvisa” (come ama definirla lo stesso Sieni), danza dove ci si muove per sparire, per amalgamarsi con il tutto.

 

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virgilio sieni

SUITES BACH

Venezia, Fondamenta Nuove, 05 dicembre 2009