TEATRO ELISEO 2011-2012

ALESSIO BONI|ALESSANDRO HABER|GIGIO ALBERTI

ARS

di YASMINA REZA
traduzione Alessandra Serra
scene Gianni Carluccio
luci Marcello Iazzetti
costumi Nicoletta Ceccolini
regia GIAMPIERO SOLARI

 

20 dicembre - 15 gennaio 2011

 

di Raethia CORSINI

ARS: scheda

In scena tre uomini di mezza età, tre bravi attori. Recitano un testo brillante sebbene caustico. La storia è d’amicizia. La proverbiale goliardica amicizia tra uomini, quella da pacche sulle spalle, bene-rifugio complice contro le sventure di lavoro e donne. Tre personaggi della media borghesia parigina, più o meno fortunati nella carriera e in amore. Uno razionale (del resto fa l’ingegnere nucleare) con una ves da intellettuale radical; l’altro pervenuto alla cultura più per status symbol che per reale passione, è un medico dermatologo (separato con figli e molto introdotto nella buona società dove circola denaro); il terzo è un sognatore, un irregolare che per questo ha sempre suscitato le simpatie (e la pietas) degli amici, ridotto a sposare una donna benestante per poter lavorare nella sua cartoleria. Un quadro dei nostri tempi dipinto da mano femminile, quella della scrittrice Yasmina Reza, la stessa drammaturga franco-iraniana che ha firmato Carneficina (poi divenuto anche film cinematografico). Anche questa è una commedia con retrogusto acido, testo a ritmo incalzante che porta dentro i luoghi comuni dell’amicizia al maschile, per poi farli deflagrare. È a quel punto che emergono meschinità, predominio, snobismo e senso di superiorità, dispotismo, falsità, ipocrisia. I tre attori sul palco - che si muovono in una scenografia essenziale, un salotto buono di un appartamento urbano - sono così credibili che pare recitino sé stessi. Si ride, si sorride, ci si sorprende e ci si vergogna anche un po’ per quelle battute ciniche, memori di realtà già vissute. Che si sia uomini o donne. I tre attori ci rappresentano perfettamente e si amalgamo bene, nelle loro diversità di personaggi, ma anche di stile attoriale.

Il pubblico, poi, li conosce: da queste parti sono volti noti grazie anche alla tv e al cinema ed è anche per questo che la sala è piena. La celebrità, si sa, attrae. Così i 956 posti a sedere tutte le sere sono esauriti. La prima è stata il 22 dicembre, l’ultima replica sarà il 15 gennaio e fino ad oggi mai una sera un posto vuoto.

Si vede che un bel testo, una scenografia semplice da godere (un po’ più complessa da realizzare), una regia precisa, dei costumi azzeccati senza strafare, tre attori capaci e in sintonia e, in più, con il volto noto sono un mix di ingredienti che da queste parti funziona.

Il teatro però è in crisi, si sa. Molti teatri sono commissariati, altri boccheggiano. Prendi l’Italia, per esempio. La gente mica ci va a teatro. Per dire: questo spettacolo su testo di YASMINA REZA, che parla di amicizia al maschile, è solo un caso che sia rappresentato all’Eliseo di Roma, con 956 posti a sedere esauriti da quando è in cartellone. Sulla locandina, insieme con il nome del regista Giampiero Solari (italiano), della costumista Nicoletta Ceccolini (italiana), dello scenografo Gianni Carluccio (italiano), delle luci di Marcello Iazzetti (italiano) campeggiano volti e nomi dei tre protagonisti: Gigio Alberti, Alessio Boni, Alessandro Haber. Italiani. Professionisti.

È solo un caso. E magari la ragione sta nel fatto che il testo è di una straniera. Oppure perché alla fine di ogni spettacolo, ogni sera, Alberti, Boni e Haber si presentano sul palco a sipario chiuso e - in veste di loro stessi -  mettono all’asta il vero protagonista intorno al quale ruota tutto lo spettacolo: un quadro di arte contemporanea, dipinto da loro stessi. E il pubblico, a spettacolo concluso e a luci accese in sala, resta e partecipa. E compra. Perché il denaro ricavato - come spiega Alessio Boni che ha avuto l’idea insieme con Haber - va a finanziare le attività della Ong CESVI e della Linea Verde Alzheimer. L’arte può fare davvero bene, se ben fatta. Si, certo, ma in Italia è solo un caso. La gente a teatro non ci va.

Ah, lo spettacolo si intitola ART.

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20 dicembre 2011 - 15 gennaio 2012