ANCHE NOI CAPIAMO L'ARTE?
Arrivo ad Artissima dopo aver letto su un quotidiano di cui non farò nome il
seguente titolo "Anche noi capiamo l'arte" ed il sottotitolo "Molte famiglie
quest'anno ad Artissima. L'arte contemporanea ora piace e viene capita."
Inutile dire che le opere esposte non hanno nulla di nuovo dagli scorsi anni
e che probabilmente questa nuova presa di consapevolezza deve derivare da un
improvvisa illuminazione ed espansione degli emisferi delle persone. Se così
fosse, è una buona notizia.
Personalmento io non sono rimasta ne più ispirata o delusa degli altri anni.
Prevale una calma piatta, un gusto comune ridondante, una noiosa arte da
tappezzeria.
Fortunatamente qualche bagliore di colore tra le sfumature grigiastre è
ancora possibile trovarlo.
è il caso di Steve Pippin,
classe 1960. La sua è un indagine per la meccanica, derivante dagli studi di
ingegneria e dall'influenza del padre. Lavora con gli oggetti di uso comune
che converte in macchine fotografiche a foro stenopeico che danno come
risultato interessati fotografie imperfette, dove l'imperfezione è la
ricerca e l'incontro dello stesso oggetto modificato che la produce. Ad
Artissima è presente con l'immagine di un seno femminile sui cui capezzolo
sta sospesa una matita che indaga e sfida le regole della forza di gravità.
Nick Lessing è anch'esso un artista che attraverso l'interesse per la
scienza riesce ad esprimersi creativamente cercando le risposte nei fenomeni
scientifici non provati. Ad Artissima espone la sua affascinante opera
"Studies in Spatial Harmonics"..
Non delude Giuseppe Stampante già conosciuto con l'opera "18
invenzioni + 1 che cambieranno il mondo", che porta "Passepartout
automatico",un juke box interattivo con rappresentate vari tipi di marchi di
multinazionali.
Una massa di nuche incuriosite si ergono in punta di piedi per guardare il
video "The Feast of Trimalchio" dei AES+F., opera del collettivo
russo che attinge dalla cultura medianica di massa mischiando un gusto
classico, barocco e hollywoodiano per criticare la cultura "visual trash"
(colori, forme ed immagini esasperate).
Incontro anche l'interessantissimo lavoro di Alessandro Bulgini, artista che
vive e lavora a Torino, che espone il quadro "sanguis rosaceus".
Poi finalmente incontro quel brivido di piacere che vorrei sentire più
frequentemente quando vado ad eventi di questo tipo: l'installazione di
Wolfgang Laib: candele, accese, in vasi tondi di terracotta, l'uno a
fianco a l'altro. Questo artista è sempre in grado di stupirmi, è sempre in
grado di donarmi qualcosa di veramente profondo. Disse che voleva fare il
medico, ma che siccome non c'era riuscito aveva deciso di provare a farlo
con gli strumenti che era capace ad usare: voleva guarire la gente con
l'arte. Nel suo percorso si intravede in maniera importante l'incontro con
la cultura induista e la sua "missione" permea ogni sua creazione in maniera
totale.
Cammino ancora per i corridoi ed incontro la seguente scritta con luci neon
"Soffro per voi, ma come fate?" dell'artista Cerith Wyn Evans.
Rimango un attimo ferma al mio posto. Mi piace sentirmi spiazzata e quelle
parole hanno davvero qualcosa di assolutamente puntuale. Sorrido. E con
questa la mia visita ad Artissima 09 può dirsi veramente conclusa. |