|
|
|
|
le stanze del vetro
carlo
scarpa. venini 1932-1947
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Collegamenti rapidi: le stanze del vetro |
|
|
Dal 1932 al 1947 Carlo Scarpa (1906-1978) lavorò
come direttore artistico presso la vetreria Venini, ben 15 anni a contatto
quotidiano con il vetro, eppure sono in pochi a conoscere quest’attività
muranese che lo coinvolse prima di consacrarsi all’architettura. Con questa mostra si inaugura il progetto culturale pluriennale “Le stanze del Vetro”, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Pentagram Stiftung, che prevede una serie di esposizioni di artisti e personalità anche internazionali collegate al mondo del vetro. Letteralmente, queste stanze del vetro sono state ricavate dall’ala ovest dell’ex convitto dell’Isola di San Giorgio Maggiore: completamente ristrutturato a nuovo per l’occasione, vanta 650 mq di superficie espositiva che costituisce da ora un nuovo centro espositivo per valorizzare e rilanciare l’arte vetraria. In mostra si ammirano circa 300 pezzi frutto della fantasia, delle sperimentazioni tecniche e delle mani di Scarpa, alcuni dei quali sono qui esposti per la prima volta e provengono da collezioni private e musei di tutto il mondo. Il percorso della mostra prevede una divisione delle opere in base alla tipologia e alla tecnica di esecuzione, raggruppando spesso diverse tecniche nella stessa sala. Oltre ai vetri, il materiale esposto comprende anche disegni a mano con varie annotazioni e bozzetti originali, documentari, foto storiche e documenti recuperati dagli archivi di Venini, creduti persi da un incendio che colpì la fornace all’inizio degli anni Settanta. Dopo
l’esposizione di vetri a bollicine nella prima sala, già nella seconda si
può riconoscere quanto Scarpa sia stato un ottimo conoscitore del materiale
e della tecnica esecutiva: sono qui esposti i sommersi, cioè vetri di grosso
spessore realizzati con sovrapposizione di più strati di vetro trasparente e
colorato. Scarpa fu proprio l’ideatore di questa tecnica, così come anche
delle murrine romane esposte nella terza sala, nate con la collaborazione di
Paolo Venini; accanto alle murrine sono esposti i vetri a mezza filigrana e
i lattimi bianchi e opachi. Nella sala successiva ci sono invece i corrosi
dalla caratteristica superficie scabra e i vetri a cerchi utilizzati
soprattutto per oggetti d’uso, mentre nella quinta sala si passa dalle
murrine opache che rielaborano quelle romane, ai variegati zigrinati, agli
sfiziosi vetri a puntini, agli incisi e ai granulari. Da sottolineare i
laccati neri e rossi, che ricordano la consistenza della lacca cinese: ne
esistono solo pochi esemplari poiché l’esecuzione è alquanto laboriosa e
costosa; questi sono stati presentati per la prima volta nella Biennale del
1940, quando un’intera sala venne riservata alla fornace Venini e si scelse
di esporre solo opere del maestro Carlo Scarpa, che ne curò anche
l’allestimento.Proseguendo, nella sesta sala ritornano le murrine ma nella rara variante trasparente, i rigati e tessuti (composte da sottili canne di vetro), gli incamiciati cinesi che ricordano quelle forme di porcellana orientale che Scarpa amava tanto, i battuti e gli iridati.
Nella sala/corridoio successiva si possono ammirare dei vetri
a filo continuo, di cui si conoscono solo pochissimi esemplari: si tratta di
una tessitura rigata a rilievo ottenuta avvolgendo fili di pasta vitrea
intorno ad uno stampo. Infine, vetri a pennellate, a fili e conchiglie. "Sperimenta, inventa, cambia le forme. Il suo motto è minimalismo e geometria": questo è quello che il curatore Marino Barovier pensa della magia celata dietro ai pezzi di Scarpa. L’arte del vetro ha in sé innumerevoli potenzialità che Scarpa da grande amatore ha saputo trovare, far emergere e valorizzare. E’ ormai superfluo specificare che non si tratta di semplice artigianato: nei vetri di Scarpa emerge coinvolgimento fisico, studio chimico del materiale, sapienza tecnica, così come curiosità, originalità e voglia di osare, tutti elementi che lo rendono uno sperimentatore.
Sempre Barovier: “Spesso resta in fabbrica dopo l'orario
di chiusura quando l'occasione è propizia per provare nuove materie
specialmente con il maestro Fei, con cui stabilisce un rapporto
privilegiato, pescando sul fondo dei crogioli, quando tutti i minerali si
sono sedimentati. Trasparente oppure opaca, brillante o satinata, liscia o
rugosa, sottile o spessa, incolore o variopinta, la materia presentava
questi caratteri che con sapienza potevano essere manipolati a piacimento. A
dimostrarlo sono il livello di sperimentazione elevata e i risultati tanto
singolari che hanno fatto di Scarpa un artista-alchimista capace di
testimoniare nella pratica quanto fosse plasmabile il vetro e quanto fosse
possibile intervenire sugli effetti di luce avendo un'idea progettuale ben
precisa”. Restiamo in attesa di vedere cosa ci riserveranno i prossimi progetti di “Le stanze del Vetro”. |
|
|
le stanze del vetro 29 Agosto - 29 Novembre 2012
|
|
|
|
|