TEATRO CARLO GOLDONI PRESENTA...
 

L’INGANNO - Sleuth
di Anthony Shaffer, adattamento di Glauco Mauri
regia Glauco Mauri
Venezia, Teatro Goldoni, 07 aprile 2010

 

di Carlotta BON

 

 

Collegamenti:

- Teatro stabile Carlo Goldoni

Al Teatro Goldoni viene messa in scena con la regia di Glauco Mauri, "Sleuth - L’Inganno", tratto dalla commedia del 1972 firmata da Anthony Shaffer, sceneggiatore di Hitchcock. In questo spettacolo è fondamentale la ‘prova’ degli attori che diviene più che mai decisiva ai fini della riuscita dell’opera.

Glauco Mauri (che firma anche la regia) e il giovane Roberto Sturno si trovano a dover sostenere l’apoteosi della performances raggiunta da Laurence Olivier e Micheal Caine nella trasposizione cinematografica diretta da Joseph Mankiewicz. Nonostante questo fardello la coppia Mauri-Sturno non se la cava male anche se non sono in armonia tra loro.

Infatti i due protagonisti che dovrebbero essere uno l’antitesi dell’altro, in questa messa in scena sono piuttosto omogenei. La razionalità di Wyke dovrebbe contrapporsi all’istinto di Tindle, le nobili origini aristocratiche (poco calcate dagli abiti indossati nel primo tempo) al self-made-man nato da un fallito orologiaio italiano emigrato in Inghilterra, ma soprattutto la palese svanita giovinezza di Wyke dovrebbe contrapporsi in modo stridente alla freschezza e la virilità di Tindle. A tale proposito la scelta di Sturno come attore ‘giovane’ non rende abbastanza immediato, per quanto riguarda l’impatto visivo, l’abisso tra i due.

Nella sfida l’oggetto della contesa non è la donna da entrambi amata, bensì l’affermazione dell’uno sull’altro, far prevalere il proprio ceto sociale, il proprio modo di concepire la vita.

La sfida assume inevitabilmente la forma del gioco, dove ciascun partecipante deve interpretare un ruolo, che porta al continuo ricorso a molteplici travestimenti.

Ecco che emerge il taglio prettamente humouristico deciso dalla regia di Mauri, che si sofferma sull’ilarità delle battute tralasciandone l’ironia pungente e provocatoria del testo.

 

Quando nel 1972 Anthony Shaffer ricevette il prestigioso “Premio Award” per la migliore commedia dell’anno, "Sleuth", la critica lo definì subito thriller-psicologico, quindi per uno spettatore che si reca a vederne la messa in scena si aspetta: ironia, dramma, gioco, comicità e sorprendenti colpi di scena che danno a questo testo il dono di creare un’atmosfera di grande divertita tensione.

Curiosi gli abiti usati per i travestimenti, anche se di confusa datazione, rendono dinamica la narrazione, che raggiunge il trionfo nell’abito da clown, ingombrante, massiccio e corpulento, che con i suoi colori sgargianti finalmente stride con tutto il resto. È forse l’unica nota noir che sottolinea l’ironia del testo.

La scenografia, nonostante sia ‘elaboriosamente costosa’, non è innovativa ne rivoluzionaria come ci si attenderebbe dalla descrizione di una casa così estremamente tecnologica come quella del testo.

Nonostante lo spazio angusto la struttura scenica riesce a dare la ‘sensazione’ di una casa ‘enorme’, ma la struttura classica la priva del suo lato fondamentale: l’avanguardia tecnologica.

TEATRO CARLO GOLDONI PRESENTA...
 

L’INGANNO

(Sleuth)
di Anthony Shaffer, adattamento di Glauco Mauri
regia Glauco Mauri
Venezia, Teatro Goldoni, 07 aprile 2010