stagione prosa 2011.2012
 

donka - una lettera a checov

Mestre, da 16/20 novembre 2011

scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca

 

Prodotto dalla Compagnia Finzi Pasca

e Chechov International Theatre Festival

 

di Antonella MENGA

 

29/30

 

Collegamenti:

- Teatro Toniolo

- Donka

Sprazzi di luce nei silenzi di Cechov.

Una lettera immaginaria dipinta con colori accesi come il giallo, l’ arancione, il rosso di petali di rose che volano nell’aria. Assistiamo a momenti raccolti, trattenuti, resi visibili dal bianco, come quello dei vestiti da sposa indossati anche da uomini, e a momenti di nero, come durante i silenzi meditativi. Cechov amava i silenzi, amava pensare, meditare e la pesca era uno dei suoi rifugi preferiti. Pescava con l’antica tecnica che utilizzava un campanellino (donka, in russo). Il suo amore per la pesca ritorna quando alcuni nastri formano semicerchi e campanelli risuonano quasi fossero in fondo al mare.
Momenti di suspence nel vedere acrobate che dondolano su un trapezio, fingendosi bimbe impacciate su una grande altalena e attimi di allegria quando clown rendono semiseri anche temi come quello della malattia che pian piano spense Cechov. Un continuo susseguirsi di immagini giganti e movimenti fluidi, danze sospese su tessuti aerei e cerchi in rotazione continua, pattini che scivolano su lastre di ghiaccio troppo sottili, da un momento all’altro in procinto di frantumarsi in mille pezzi. Cechov amava pattinare, recita un clown con voce pacata. Segue un’eco: “Voleva raggiungere la vita... ma com’è possibile se la vita l’ha già raggiunta?”. D’improvviso si materializza, in scena, la magia del vedere il ghiaccio che si spacca, cade dall’alto e viene lanciato dagli attori.
Letti di ospedale corrono veloci sul palcoscenico come in un sogno. Echi di storie d’infanzia risuonano nel teatro, le stesse che scriveva Cechov.
“La cercavano ovunque la sua anima”, recita un clown con addosso un vestito di taglia troppo grande. “Probabilmente si nascondeva nelle scarpe”, dice indicando degli scarponi giganti. Quelli che Cechov utilizzava per viaggiare.
A rendere l’atmosfera ancor più onirica, ecco la fisarmonica e gli altri strumenti suonati da Andrée- Anne Gingras-Roy.
Non è la trasposizione di un libro o di un’opera, tantomeno la descrizione della sua vita, ma un accurato studio dei dettagli della vita di un uomo dall’animo semplice e tuttavia infinito , raccolti tra le righe dei suoi scritti oppure inventati, immaginati, lasciando al pubblico l’illusione che certe cose siano accadute realmente.
“Senza luce quest’ospedale è silenzio, senza luce questo teatro è silenzio”. D’un tratto…il silenzio.
Questa lettera è stata dipinta da Daniele Finzi Pasca, in occasione del 150° anniversario della nascita del grande drammaturgo.
Finzi Pasca, autore di “Icaro e Nebbia”, crea la compagnia-teatro “Sunil” grazie alla quale elabora, insieme a Maria Bonizago e al fratello Marco, il Teatro della Carezza, una nuova tecnica caratterizzata da clownwria, danza, magia e da tutti gli elementi che caratterizzano con chiarezza la messinscena di “Donka”. È proprio quella la sensazione che trasmette il regista: una “carezza” indirizzata al pubblico. Il regista è stato in grado di far emergere comunque la qualità di scrittura dell’ autore e di convocare lo stesso Cechov quasi si trattasse di un vero e proprio personaggio, nonostante la bravura degli interpreti potesse in qualche modo tenere in secondo piano la forza del testo.

teatro toniolo PRESENTA...

donka - una lettera a checov
Mestre, da 16/20 novembre 2011
scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca