TEATRO CARLO GOLDONI PRESENTA...
 

la commedia di candido

di Stefano Massini tratto dal Candido di Voltaire

diretto da Sergio Fantoni

Venezia, Teatro la Fenice, 15 aprile 2009
 

di Carlotta TRINGALI

 

 

Collegamenti:

- Teatro stabile Carlo Goldoni

Irresistibile e candida commedia

 

Cambio di abiti, ruoli e nomi; e poi ingegnose trovate, verità celate ma soprattutto cercate: tutto questo in una divertente ed esilarante commedia scritta dal talentuoso drammaturgo Stefano Massini e diretta dal bravo Sergio Fantoni, andata in scena al Teatro Goldoni di Venezia. Tratta da Candide, testo satirico che Voltaire scriveva nel 1759 creando nell'Europa illuminata un terremoto letterario, La commedia di Candido vede protagonista una donna intraprendente che si ritrova ad affrontare una triade impazzita di filosofi ridicoli e in piena crisi. Interpretata da una grande Ottavia Piccolo, Augustine usa il suo trasformismo per cercare la verità circa una notizia diffusasi in Francia su un manoscritto critico nei confronti di istituzioni e personalità dell'epoca, redatto forse a quattro mani da Voltaire e Rousseau. Assoldata da uno sclerotico Diderot, la donna inizia a mettere in atto i suoi esplosivi travestimenti lasciando la casa del padre dell'enciclopedia, per fare tappa da un burbero e grigio Rousseau. Improvvisatasi farmacista e curatrice di tutti i mali, Augustine cerca di sottrarre informazioni preziose a un uomo scorbutico che ricorda un vero e proprio malato immaginario, sofferente per lo più di vittimismo. Lo strepitoso attore napoletano Vittorio Viviani, dopo aver vestito i panni di Diderot, regala al pubblico veneziano anche una divertentissima interpretazione di Rousseau, un uomo che si auto-celebra citando se stesso. Ma proprio come Diderot, anche questo personaggio si dice preoccupato del manoscritto iniziato da Voltaire, di cui ha fatto rubare delle pagine perché da anni nemico del filosofo. Tra una lettura e l'altra di alcuni frammenti del vero testo voltairiano, prosegue così il gioco di travestimenti di Augustine che si ritrova infine nella dimora dell'unico autore del Candido. Figura esagerata con abiti appariscenti che perfettamente si addicono alla personalità esuberante restituita in scena, è sempre Viviani a vestire i panni di Voltaire: nella sua terza interpretazione raggiunge, grazie alla sua espressività a tratti cecchiana, il massimo della comicità. Grandi preparativi e rituali ridicoli, come la scelta del profumo o dei dolci da servire, introducono un uomo puntiglioso e vanitoso, che si autodefinisce il 'Dio della ragione' e accoglie in casa un gesuita, un militare e la protagonista travestita da gran dama. I tre danno vita, insieme al padrone di casa e alla moglie, a uno spassoso dialogo inframezzato da ulteriori passi del Candido: si leggono qui le pagine più aspre in cui vengono attaccate la religione e l'istituzione militare; vengono distrutti con eleganza e sottigliezza verbale, riportando lo spettatore al secolo illuminato ma non solo: la critica voltairiana trova corrispondenza anche nel mondo di oggi, dove gli uomini si uccidono in nome della religione o dove gli eserciti non sono altro che 'gruppi di assassini regolari'. È per questo che il filosofo francese porta in testa una corona che ricorda quella della statua newyorkese più famosa: attraverso le sue parole viene infatti decantata la Libertà nei confronti di rigide istituzioni. Ma dopo aver provocato attraverso i suoi sberleffi l'ira del gesuita e dell'ufficiale, alla fine è Augustine a salvare Voltaire dalla prigionia certa: con le sue qualità attoriali, la donna spinge il letterato a dichiarare copiato il suo manoscritto da uno scrittore ignoto.

La musica allegra di Cesare Picco e i bei costumi settecenteschi coloratissimi di Gianluca Sbicca e Simone Valsecchi riflettono perfettamente il brio dell'entusiasmante cast composto anche da Massimiliano Giovanetti, Natalia Magni, Francesca Farcomeni, Desirée Giorgetti e Alessandro Pazzi. Non altrettanto si può dire delle scene, sempre realizzate dalla coppia Sbicca-Valsecchi: un cielo di un azzurro intenso e un deserto, dipinti su un fondale appeso, risultano sterili e in dissonanza con la commedia.

Freschezza e allegria pura, dai toni candidi, tipici dei vecchi tempi.

TEATRO CARLO GOLDONI PRESENTA...
 

la commedia di candido

di Stefano Massini tratto dal Candido di Voltaire

diretto da Sergio Fantoni

Venezia, Teatro la Fenice, 15 aprile 2009