PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

anni '70 - arte a roma

a cura di Daniela Lancioni

 

Roma, 17/dicembre 2013 -02/marzo 2014
 

di Azzurra SOTTOSANTI

> scheda

Una retrospettiva che pone lo sguardo su uno dei decenni più controversi della storia politica e culturale italiana: gli anni settanta.           
Un binomio - anni settanta e Roma – che riporta inevitabilmente  alla memoria avvenimenti drammatici ed esperienze eccezionali: gli anni di piombo, il dopo Sessantotto, le conseguenze dell’omicidio Moro, ma anche la grande stagione di Carlo Giulio Argan e di Renato Nicolini.  Anni di sperimentazioni, numerose e multiformi, che fecero di Roma una delle capitali mondiali dell’esperienza artistica contemporanea, capace di riunire attorno ai luoghi dell’arte giovani artisti e critici impegnati a ridefinire il pensiero stesso sull’arte. Gallerie quali La Tartaruga di Plinio De Martiis, L’Attico d Fabio Sargentini, La Salita di Gian Tomaso Liverani (solo per citarne alcune),  ma anche associazioni culturali e spazi autogestiti (La Stanza e gli Incontri Internazionale d’Arte) e istituzioni  (si pensi all’Estate Romana, ma anche allo stesso Palazzo delle Esposizioni e alla mostra-culto “Vitalità del negativo dell’arte italiana - 1960/70”) richiamarono a Roma da ogni parte del mondo una gran quantità di artisti detentori di attitudini e linguaggi tra i più svariati, i quali scelsero di fare della Città Eterna la loro residenza o di soggiornarvi per un periodo più o meno lungo.
Dall’Arte Concettuale all’Arte Povera, dalla Narrative alla Land Art, dal Postminimalismo alla Pittura Colta passando per la  Transavanguaria, sono moltissimi i nomi che compongono il tessuto di quella che sarebbe corretto definire come una lettura in prospettiva, una mostra che restituisce attualità ad un passato che non ha ancora esaurito le sue possibilità di analisi critica.            
Jannis Kounellis, Alighiero Boetti, Mario Merz, Giuseppe Penone, Maurizio Mochetti, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Vittorio Agnetti, Sergio Lombardo, Fabio Mauri, Tano D’amico, Mario Cresci, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Marisa Merz, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Cesare Tacchi, Giosella Fioroni e la Scuola di Piazza del Popolo, (Tano Festa, Franco Angeli) Salvo, Gino De Dominicis; e ancora Vettor Pisani, Ketty La Rocca, Cy Twombly, Gilbert & George, Joseph Kosuth, Richard Tuttle, Hidetoshi Nagasawa, Joseph Beuys.        
Un percorso espositivo quello curato da Daniela Lancioni che parte dalla documentazione di quelle che possono essere legittimamente considerate le quattro più importanti mostre tenutesi a Roma negli anni Settanta : “Vitalità del negativo”, a cura di Achille Bonito Oliva, “Fine dell’Alchimia” (presentata da Maurizio Calvesi presso la galleria L’Attico), “Contemporanea” (al Parcheggio di Villa Borghese) e “Ghenos Eros Thanatos” (a cura di Alberto Boatto presso La Salita) ad opera di testimoni d’eccezione quali i fotografi Claudio Abate, Ugo Mulas, Elisabetta Catalano.           Un lavoro interpretativo, ma anche storico e storiografico, nel quale alle opere vengono affiancate immagini fotografiche e pannelli didascalici che permettono al fruitore di venire a conoscenza di come le opere erano state presentate per la prima volta e che danno ragione del modo in cui sono state accostate in ogni sala.  
Oltre 200 opere di 100 autori italiani e stranieri, raccolte attorno a dei nuclei di senso: non temi, bensì parole-chiave, fils rouges mutuati da dibattiti, testi critici, saggi, articoli riconducibili a quel periodo storico-artistico,  in una mostra che fruga nella memoria collettiva, riproposizione di un passato “rivisitato per adulti”.
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