Il cinema italiano è parte integrante della
nostra Storia, sì proprio quella con la “S” maiuscola. E’ un pezzo anatomico
del nostro Paese e della sua memoria più recente, quella che racconta la
Resistenza e il secondo dopoguerra, il boom economico e altri innumerevoli
fatti che, se conosciuti e confrontati, nutrono in ognuno di noi la capacità
di ragionamento e il senso critico, la presa di coscienza e di posizione.
Rendono, insomma, semplicemente liberi. Fatti immortalati dalla passione e
dal coraggio di scrittori e registi. “Finché ci saranno testi coraggiosi, ci
saranno anche film coraggiosi”, dice Monicelli, uno dei grandi maestri
intervenuto il 27 Maggio scorso all’evento conclusivo di CINEMA&STORIA:
100+1 FILM E UN PAESE, L’ITALIA, presentato da Serena Dandini a Palazzo
Valentini, nel cortile infuocato dal sole e gremito di adolescenti
emozionati. Il progetto, presentato a Settembre alla 66° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e promosso dalla Provincia
di Roma e dall’associazione Giornate degli Autori con la collaborazione di
Cinecittà Luce e con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBAC,
ha selezionato i primi 7 film che andranno ad arricchire il materiale
didattico delle 30 scuole superiori di Roma e provincia aderenti
all’iniziativa.
Così capoloavori cinematografici quali NAPOLETANI A MILANO di Eduardo De
Filippo (1953) , I MAGLIARI di Francesco Rosi (1959), TUTTI A CASA di Luigi
Comencini (1960), LA LUNGA NOTTE DEL ’43 di Florestano Vancini (1960), IO LA
CONOSCEVO BENE di Antonio Pietrangeli (1965), I PUGNI IN TASCA di Marco
Bellocchio (1965) e UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO di Mario Monicelli (1977)
sono stati trattati come meritano, da vera e propria fonte storica da
analizzare e comprendere, sui cui riflettere e dibattere attraverso un
costante susseguirsi negli ultimi mesi di proiezioni commentate e incontri
tra studenti, docenti, storici, registi, attori e critici. Un materiale di
studio vivo da cui partire per creare nuovi spunti come dimostra il
risultato della premiazione: ex aequo per il corto “1965” dell’ITIS Enrico
Fermi di Frascati, per l’altro corto “Adriana...io la conoscevo bene?” e del
fumetto “Dizione”, rispettivamente degli scientifici Giuseppe Piazzi di
Morlupo e Isacco Newton di Roma. I giovani autori dell’ultimo lavoro siedono
dietro di me. Colgo l’occasione per complimentarmi con loro, soprattutto con
il giovane fumettista Alessio Cecconi, un talento. Sono emozionati, felici,
non solo i vincitori, ma tutti coloro che hanno partecipato alla prima tappa
di quest’avventura molto sperimentale. E con i tagli alla cultura sempre in
agguato, anche molto a rischio. Mi chiedo se il progetto andrà in porto, se
negli anni a venire gli altri irrinunciabili 93 titoli costituiranno per le
scuole partecipanti quella library speciale tutta dedicata al cinema. Miriam
Mafai rietiene l’iniziativa assolutamente straordinaria: “se la mia
generazione ha capito la Storia attraverso i grandi romanzi dell’800 come Il
Rosso e il Nero, oggi questa funzione è affidata al cinema. Se non conosci
il cinema italiano sei un cittadino dimezzato”. E la Dandini, coadiuvata sul
palco dal grande Giuliano Montaldo in una presentazione squisitamente
anarchica, la propone come prossimo Presidente della Repubblica. Citto
Maselli aggiunge che cinema e politica sono vicini e che la politica non
deve essere confusa con i partiti.
Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, parla di fiducia nel
progetto e di una decisione politica importante che non è solo un atto
formale, ma questione di passione. Parla del diritto alla criticità e della
scuola come luogo della formazione dove si diventa autonomi, dove si diventa
cittadini. “La cultura è l’unico vero fatto di coesione sociale di fronte a
cui non si può andare un millimetro indietro”, continua. Allora è arrivato
proprio il momento di puntare bene i piedi per non arretrare ancora.
I tentativi di cancellare o ridimensionare interi capitoli della Storia,
come quello della Moratti con l’Evoluzionismo e della Gelmini con la
Resistenza, rimangono fatti gravissimi, che non vanno dimenticati. Con la
scusa di svecchiare la scuola siamo retrocessi di un secolo: alle elementari
si affronta solo lo studio della storia antica e il Novecento si incontra
per la prima volta in terza media. Come risponde Ascanio Celestini alla
domanda “E tu cosa vuoi fare da grande?” posta dalla Dandini, “Se tagliano
tagliano, finisce che non diventiamo mai grandi”.
12:06:2009
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