Nicola Ruben Montini
Galleria A+A
Venezia 23/06/08

di Aliyah Hussain

 

The performance took place on a sunny afternoon in Venice and although it was bright and cheery outside inside was all the seriousness and atmosphere of a real happening. But wait haven’t we seen this all before? Yoko? Marina? Hmm? All three performances are iconic pieces from the 60’s and 70’s and yet they still manage to shock and provoke reaction. It’s all very well for art critics or students to say yeah we’ve seen it all before, blah blah blah. Yes, but have you? In a book maybe, but have you actually walked into a gallery and cut away a piece of a persons clothes? Walked in between two very naked people and then watched someone masturbate without a care in a world in an art gallery? I think not.

 


The title of the performance ‘made in china’ is a statement about copyright and the reproduction of art as a product and by taking performance and recreating the moment thus lessening the importance and impact of the first. It is no longer a one off, an original. It becomes a commodity. And this is a comment on current art status and worth. By recreating the original it is not just a copy It becomes something in its own right and something new, just because its been done before doesn’t mean it shouldn’t be done again. To have the chance to create something new or different and yet exactly the same. To take all necessary steps to get the details right and yet its something completely new. Nothing is original anymore so why not recreate add to something old.

 

A distanza di poco più di un anno dal primo evento pubblico di Nicola Ruben Montini (27 marzo 2007) alla Galleria A+A, il giovane artista presenta il suo nuovo lavoro performativo negli spazi della stessa galleria veneziana.

In Made in China l'artista focalizza l'attenzione sul problema dell'originalità, dell'autenticità e del "già visto" nell'arte. Approfondendo una ricerca sulle problematicità dell'espressione odierna, si lega in qualche modo alle tendenze "citazioniste" tipiche degli anni '80, ma le supera con un agire che diventa un "impossessarsi" di alcune matrici artistiche. Matrici così forti da coincidere con vere e proprie icone nel panorama culturale del secondo '900. Nicola Ruben Montini, con atteggiamento disinibito, rivisita un'area incisiva della situazione artistica degli anni '60 e '70 e, riappropriandosene, crea un'opera che risponde a esigenze assolutamente contemporanee e legate a una dimensione del suo reale.

 


Un altro tema affrontato nel lavoro è quello del pudore che, sviscerato in maniera progressiva, diviene uno dei perni dell'azione.
Nella nuova operazione del giovane artista, come accadeva anche nelle precedenti, il tentativo di coinvolgere in maniera attiva il pubblico, tanto da investirlo di una responsabilità indispensabile a creare un meccanismo di relazioni necessario, diventa basilare per il lavoro stesso
Sfruttando schemi e linguaggi espressivi differenti, mixando performance artistica e presenzialismo televisivo, Made in China costituisce un momento di riflessione sui rapporti che, più o meno consapevolmente, si instaurano tra passato e presente, pensato e agito, volontà e azione concreta.

 

Nicola Ruben Montini, Italia 1986. Studia pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel corso del Prof. Luigi Viola e della Prof.ssa Anna Sostero. Ha appena concluso un programma di scambio presso la Manchester Metropolitan University, sotto la guida del Prof. Jon Biddulph.
Ha lavorato come assistente dell'artista americano Raymond Pettibon in occasione della 52 edizione della Biennale di Venezia; ha collaborato anche con Jack Waters, Peter Cramer e con il giovane artista newyorkese Marc Arthur.

 

Nicola Ruben Montini
Galleria A+A
Venezia 23/06/08